Recensione
de I dettagli minori, Massimiliano
Bardotti
Così, caduti gli
dèi,
caduti gli eroi,
caduti i
profeti,
caduti tutti i
sommi poeti,
a noi, comuni
mortali,
cosa rimane?
I “dettagli
minori”,
quelli da amare.
Caduti anche
questi,
di noi nulla
rimane.
I dettagli
minori
è un testo difficile da definire. Non è un romanzo, non è un poemetto, né una
raccolta di racconti. Si potrebbe dire, forse, che è un insieme di questi. Come
lo definisce l’autore stesso, è “una storia fatta di storie”, nella quale tutti
i personaggi sono a contatto, si rincorrono, si sovrappongono, ognuno presente
come una nota a piè di pagina, una clausola, un dettaglio minore, appunto,
nella storia dell’altro. I racconti sono dolorosamente familiari e incastrati
nella vita di tutti i giorni, che lascia spazio alla noia e agli imprevisti e
all’esotica stranezza di un giorno normale. I personaggi hanno forme e presenze
diverse, si impongono diversamente sulla pagina, qualcuno calcando, qualcuno
premendo appena.
Ed
è interessante, questa connessione tra i protagonisti, perché è quello che
accade anche a noi: ognuno di noi, dentro di sé, ha un singolo universo, e
tutti coloro che ne fanno parte sono comparse di un film che una sola persona
vedrà. Pensandoci, siamo tutti dettagli minori nella storia di qualcuno.
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