DONNA ìAGENTE. Ho deciso di intitolare il mio nuovo lavoro riguardo la Coscienza analitica donna "agente" perchè l'idea parte dal fatto che nel cervello sono simultaneamente attive diverse "agenzie cognitive" ognuna preposta ad un certo compito, ma nessuna delle quali ha titolo per essere prioritaria. Le operazioni svolte da queste agenzie, consistono in diversi tipi di elaborazione delle informazioni fra cui la più importante è la rilevazione delle differenze che come altre non è soggetta ad un controllo centrale. Non c'è quindi in realtà un IO che possa osservare la nostra attività mentale; l'impressione del controllo da un IO cosciente è solo un effetto del fatto che l'una o l'altra agenzia cognitiva ha guadagnato l'accesso ai centri del linguaggio che è importante in determinati contesti come quello degli stupri e delle violenze e degli omicidi femminili perchè in tali casi pare che l'essenza lasci fuori dall'esperienza mentale il "che cosa si prova a" o meglio che EFFETTO fa un determinato comportamento in quanto il soggetto che commette tali atti sembra non accorgersi che una spiegazione autentica non deve menzionare ciò che si vuole spiegare. La Coscienza agente infatti ha delle presunte proprietà irriducibili ad essa connesse definite qualia che sono come virtus dormitiva. Interrogando i soggetti incriminati di tali atti violenti ci si accorge che in loro la Coscienza può essere considerata l'esposizione più ampia e compiuta del cosiddetto eliminativismo del mentale cioè costoro hanno una posizione secondo la quale loro e le loro aspettative qualitative di esistenza, sono caratterizzate da inadeguati fenomeni cerebrali, la cui spiegazione può essere data da un sistema minoritario degli atteggiamenti riguardo alle attrattive che esercitano certi oggetti e stimoli in loro. Secondo questa interazione la Coscienza in certi individui non è altro che l'azione di diversi sottoinsiemi funzionali del cervello influenzata dal linguaggio sia orale che del corpo che è stato appreso nell'educazione o che è rimasto primordiale o peggio regredito a forme istintive e quindi in tale senso la Coscienza in larga misura così come verrebbe intesa da tali soggetti richiede capacità verbali ed intellettive che essi non possiedono non solo per il fatto che non sono stati adeguatamente istruiti in merito, ma anche per il fatto che nel loro ambiente devono lottare o affermarsi per la loro sopravvivenza in maniera crudele e brutale.. In pratica dunque a livello rieducativo si delinea che l'oggetto del bene coincida con la TOTALITA' delle manifestazioni specie a livello del linguaggio descrivente così come avviene per l'editore Alessandro Ramberti che nella sua essenza usa idiomi che sono come raggruppati da cui poi lui fa fatica come i soggetti introversi ad estrapolare ciò che delimita o espande sé stesso per il fatto che anche se desidera il bene a livello della parola poi nel suo prodotto sociale perde le facoltà espressive per seguire le convenzioni necessarie a sopravvivere e a non sentirsi solo ed isolato, mentre per il resto ciò che riguarda il linguaggio del corpo rimane represso e rigido. Nel concetto preminente dell'immagine o della forma acustica in cui si ritrova il significato e significante si intravede l'arbitrarietà espressiva dove la parte determinante è fondata da una forma di imposizione che in alcuni soggetti determina una particolare tensione che genera ai parlanti e agli esprimenti di ostacolare e reprimere la gestualità specie nel lato affettivo concreto usando così i segni sia del linguaggio orale e sia di quello del corpo allo sesso modo e rimanendo inibiti nelle espressioni di slancio che poi tendono a sfogarsi in maniera abietta appena capita una facile preda. La parte linguistica dunque a volte si dissocia troppo da quella del corpo e dire "ti voglio bene" o augurare ogni bene non sarà mai realizzabile profondamente ed intensamente in quanto nella struttura delle connessioni vigenti tra i suoi elementi manca il rapportarsi di affettività sincera e spontanea oppure il differenziarsi fra il corpo nella sua gestualità e le espressioni orali e perciò alcuni individui entrano in forte crisi di identificazione delle realtà linguistiche da quelle gestuali in cui vorrebbero ritrovare il completamento di un vuoto e di mancanze che poi non riuscendo a colmare debbono gioco forza sfogare in modo crudele. Proporre un metodo ricostruttivo del linguaggio sia orale che del corpo che sia basato sulla comparazione del prima e del dopo è come fissare le coordinate delle analisi che rappresentano i pilastri della linguistica moderna che tiene conto anche della gestualità da cui potrebbe derivare una posizione serrata soprattutto a livello psicologico per posizioni subordinate sia della scrittura che del linguaggio dove pure nella scrittura si dà spazio alla partecipazione corporale per una semiologia di ispirazione della comunicazione che già in sé stessa sa divenire sfogo e al contempo presenza di significazione di intese che riguardano le menti e le anime che si pongono l'obiettivo di esprimere il massimo bene per cancellare il massimo male nella sua parte istintiva che soggiace dentro ognuno di noi. La parte agente già viene introdotta da quella comprendente il linguaggio dell'IO che deve fuoriuscire nella sua interezza prima che possa causare danni seri.
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