domenica 21 dicembre 2025

News da Adele Desideri dicembre 2025

Gentili lettori, segnalo quanto segue:


*Il numero di dicembre 2025 della rivista SENECIO, al link  senecio.it, con i seguenti contributi:
Francesca Angiò, Euripide, Poliido (P. Phil. Nec. 23 ?, col. I, vv. 47-48)
Giuseppe C. Budetta, PSYCHE
Maria Grazia Caenaro, Tragedia greca e cinema
Adele Desideri, Su M.B. Morzenti, Abu AvrahàmIncontrarsi oltre la storia
Anna Lonbardo, Alessandro Cabianca, tra “Echi e Discordanze” (Riflessioni e aperture)
Peppe Sini, Il tragico silenzio di noi pacifisti dinanzi alla guerra nel cuore d’Europa. Umile un appello Maria Nivea ZagarellaTesti (Teatro greco di Siracusa)

*Il saggio di Adele Desideri al libro di Manuel Bonomo Morzenti, Abu Avrahàm. Incontrarsi oltre la storia, Enrico Damiani Editore, 2024, fruibile al link senecio.it/rec/Desideri_MANUEL.pdf.

“Una famiglia araba e una ebraica si incontrano oltre la storia, nel nome di un unico padre” (al link enricodamianieditore.com/product/abu-avraham).

*Il romanzo di Luciano Curreri, Perdonaci, Padre, perché peccheremo, (Un testo dalla rivolta), Nerosubianco2025.
Curreri, con uno stile ineguagliabile, post-apocalittico, dà vita a una fiaba postmoderna dall’esito fatale, a una metafora ironica, cinica, dissacrante, nella quale denuncia i drammi sociopolitici e culturali contemporanei. Una metafora che illumina - e fa male.

“È un testo distopico e rastremato che racconta, quasi come fosse un soggetto cinematografico, la rivolta dei nuovi schiavi che combattono e conquistano la penisola italiana, svuotandola delle famiglie, dei boss, dei criminali, dei politici, dei tecnici piangenti, dei fanatici militari e di altre, (in)umane tipologie. Affidato volutamente alla parca descrizione di una carica iterata, ovvero a una marcia detta senza troppi fronzoli, che si gonfia via via e muove da Sud a Nord, tra paesi e città, e cui fa da contraltare la rappresentazione grottesca dei potenti che delinquono e perdono, il testo presenta un punto d’approdo che è un cul de sac, una strada chiusa. La rivolta si è estesa all’Europa – si intuisce alla fine del librino – ma è la rivolta a perdere, insieme a quell’Europa che ha saputo soltanto osteggiarla (...)” (al link nerosubianco-cn.com/prodotto/perdonaci-padre-perche-peccheremo).

“Tuttavia, vero è che chi pretende di avere, di possedere la vita degli altri, di comandare, di dare ordini, di essere strafottente, di banfare, sempre pieno di sé, prima o poi fa quella fine...” (pag. 43).

“La capitale rimase isolata, circondata da un cordone di terra bruciata ma viva di transiti, di passaggi, di congiungimenti, per almeno una settantina di chilometri in ogni direzione. Dei suoi due milioni e mezzo di abitanti, poco più, diecimila, tra politici, tecnici, militari e criminali partirono prima degli altri alla volta del Nord, per aereo o per nave (...) preferendo comunque, (la cucina ha la sua tradizione e va tenuta in debito conto) gli agnolotti alle orecchiette con le cime di rapa” (pag. 65).

“«Non ci può dire a cosa assomiglia, del buio passato, il nostro presente che deflagra, in cui rischiamo ormai tutte e tutti di bruciarci?»” (pag. 72).

*Due libri su e di Dante Maffia, autore candidato al Premio Nobel.

L’uomo che pala ai libri. 110 domande a Dante Maffia, a cura di Marco Onofrio, Introduzione di Rino Caputo, EdiLet-Edilazio Letteraria (2018).

Di seguito, alcune citazioni dal testo, che lasciano intuire l’energia creativa, l’intensa finezza formale di Maffia.

“io saccheggio la vita, mia e degli altri, e la faccio diventare scrittura. Voglio che quello che scrivo sia sempre denso di umori nati direttamente dagli scambi umani e non dalla polvere degli scaffali. Intendiamoci, però, dopo aver composto c’è bisogno di mano d’opera, di aggiustamenti, di lavoro attento e frenetico per rendere le opere il più possibile vicine al fiato divino (pag. 18).

“l’amore è una donna che sa diventare angelo nell’inferno più infuocato” (pag. 42).

“A me non interessa un «manufatto» letterario che non sappia respirare e sorridere, piangere o adirarsi” (pag. 68).

Il libro di poesie, Percezioni comasche, I Quaderni del Bardo edizioni, 2024, nel quale Maffia dona al lettore versi malinconici, segnati da un originale, intenso lirismo. Versi che sono veri e propri quadri d’autore.

“Ma la panchina non cambia,/ essa è nostra per sempre ormai,/ né vale che sia un giorno distrutta o ripristinata,/ rifatta più alta o più bella./ Noi siamo giunti al momento giusto:/ era la santificazione d’un grido,/ il riscatto dal mediocre fluttuare quotidiano/ della acque./ Como, insonne, ci guardava consenziente//” (pag. 56).

“Straripa l’afa,/ sudano le stelle,/ i pori si chiudono,/ pendono i fichi a grappoli,/ ecco il Lago sempre più ingordo./ La luna con garbo cerca al vento/ la carità d’una fresca radura.//” (pag. 63).

*L’articolo di Luciano Curreri, Vladimir V. Majakovskij, “Operai e contadini non vi capiscono”, pubblicato in RETROGUARDIA 3.0 Miscellanea, quaderno elettronico di critica letteraria a cura di Francesco Sasso (2007) e Giuseppe Panella (2008-2019).

*Il romanzo, opera prima, di Alberto Farina, Come le nuvole nel vento, Nulla die, 2025.

Farina narra la storia di un uomo, Alessio, padre contemporaneo - eppure d’altri tempi - che non conosce il linguaggio emotivo. 
L’equilibrio con la moglie Giulia è apparentemente saldo, fondato sulla comune melomania, sul godimento estetico-razionale, e infine naturalistico. 
Un equilibrio che si sfalda non appena giunge, nella vita di Alessio, la “mina vagante”, una misteriosa donna.
Emerge allora l’inconscio represso, l’ombra junghiana, che porta Alessio a vacillare. 
Farina scrive con una prosa dalle tonalità algoritmiche - immerge in una sorta di thriller psicologico - si slancia, poi, in un lungo finale dal dettato incandescente, fino a segnare le vette di un amore che conosce il perdono.

“Sono un ingegnere freddo e calcolatore” (pag. 56).

“Tu sei il mio indicativo passato, presente e futuro. Chiara il congiuntivo e il condizionale” (pag. 79).

“Santo Dio, sono un ingegnere di cinquantadue anni, manager di successo, creatura raziocinante all’ennesima potenza. Sono perfettamente consapevole che questa infatuazione virtuale, che sembra aver preso possesso di me, si prepara a devastare la mia vita” (pag. 116-117).

“Le finestre appaiono buie. Tutto è pulito, rilucente, ordinato, come se nessuna persona avesse mai abitato o fosse mai anche solo entrata in questa piazza meravigliosa. In una parola, tutto sembra morto” (pag. 152).

*L’antologia, Autrici Varie, Poete oltre le stanze, a cura di Elisa Malvoni. ChiareVoci Edizioni, 2025.

Il testo “raccoglie voci femminili della poesia contemporanea capaci di interrogare, con consapevolezza e urgenza, il tema dell’identità e e della rappresentazione del sé.
Le autrici di questa raccolta, pur partendo da una propria autonomia, avvertono che la «stanza» non basta più: serve una soglia condivisa, una casa di voci. 
Le poetiche riunite non rappresentano generazioni o categorie, ma si affermano nella loro singolarità attraverso un gesto comune: usare la parola come autorappresentazione consapevole.
Il libro intreccia dialoghi con antenate femminili – storiche, letterarie, bibliche, mitologiche – e con le figure familiari che hanno reso possibile la scrittura di oggi. La poesia diventa così un luogo di incontro, di ascolto e di alleanza, dove l’identità non è mai fissa, ma un laboratorio aperto.
Autrici: Adalgisa Zanotto - Alice Serrao - Alina Nicoara - Anna Bani - Anna Lombardo - Annunciata Colombo - Antje Stehn - Betty Gilmore - Catia Simone - Fabiola Meroni - Federica Re - Francesca Maria Federici - Gabriela Fantato - Giusi Busceti - Lucianna Argentino - Maddalena Grigoletto - Manuela Zappa - Maria Piacente - Pamela Ruggieri - Paola Caronni - Silvia Giacomini - Tamara Vitan”.


“Alla fine, ci rimangono ancora dei desideri ma non si hanno più illusioni. 
Si abita un mondo vuoto con un cuore colmo”
(Antonio Scurati, Una storia romantica, Bompiani, 2007/2012, pag. 531)

Auguri di Buone Feste

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