venerdì 22 settembre 2023

 FILOSOFIA DI UNA AVVOCATESSA. Quel giorno l'avvocatessa stava meditando e riflettendo su un invito della curia arcivescovile sulla figura di Ruth e di Noemi che richiamavano le difficoltà inerenti l'accoglienza dei flussi migratori ed anche i dialoghi diplomatici per la pace specie nel frangente della guerra fra Russia ed Ucraina. La dottoressa avrebbe tanto voluto dire a Lucia Vantini e Paolo Curtaz che oggi la teologia risente molto di un periodo di crisi profonda specie per quanto riguarda la parte dialettica con Dio che si tende a considerare oggetto di teologia in quanto diviene difficile nei rapporti diplomatici assumere responsabilmente e criticamente la situazione senza la pretesa di rinnovare l'ortodossia che genera divisioni all'interno delle chiese nel loro aspetto rituale-dogmatico che potrebbe creare fazionismo di parte ed esagerato senso superstizioso del credere. L'educazione liberale alla critica che verte alla veridicità interpretativa si è spesso riferita al predominante interesse storico-geografico in cui si svolgevano i racconti biblici, ma poi nel susseguirsi del tempo si sono aggiunte anche le conoscenze e le scoperte tecnico-scientifiche per cui il cristianesimo ha lasciato in disparte il fenomeno intramondano soggetto alle leggi storiche ed ha analizzato pure le modificazioni filosofiche che mettevano in luce nella rivelazione divina anche la parte di ascolto e di dialogo che potesse recuperare e trasformare qualitativamente l'uomo al di qua rendendo meno radicale l'abolizione dell'uomo nella sua compresenza al giudizio divino. Alla dottoressa era capitato spesso di vedersi mortificata, umiliata e denigrata di fronte ad altri e che fosse sottoposta a giudizi misogini che la sminuivano e la screditavano nel suo valore personale ed originale e speciale all'interno della collettività ed allora aveva compreso che bisognava considerare Dio come un servizio di cura, di costanza, di pazienza fra i difetti ed i limiti, fra i ritmi e le condizioni e nelle circostanze più crudeli che il destino potesse mai riservare là dove spesso l'avvocatessa si era ritrovata a subire angherie di ogni genere e tipo, pure ingiurie declassanti. In molti momenti la dottoressa avrebbe voluto gettare la spugna, ma poi si sarebbe resa ancora più debole di fronte agli sconsiderati che senza scrupolo alcuno si prendevano gioco di lei facendola apparire per una incapace e riducendola ad un capro espiatorio facilmente suggestionabile che veniva portato persino alla condizione di pazzia. Infatti la dottoressa sarebbe stata considerata una povera pazza se avesse espresso la propria impressione su 2 soggetti donne che potevano avere la sindrome di Cushing e potevano presentare un adenoma ipofisario che aveva generato in loro una alterazione delle curvature laterali della colonna vertebrale. Nello studio funzionale del rachide lombare si deve considerare caro Sintini e Cellerini l'obliquità del forame di coniugazione lombosacrale rispetto ai piani sagittale, mediano e frontale perchè in normotipi il piano frontale del corpo deve formare un angolo di 60° con il piano sensibile, poichè l'asse del foro di coniugazione forma un angolo di 60° con il piano sagittale mediano e perciò in RMN bisogna trovare un obliquità compensativa del vettore che è di 30° cioè la metà dell'obliquità del piano sagittale formando un piano trasversale sicchè se un paziente specie se iposomico ed obeso ha una lateralità scoliotica della colonna di 15° in più o in meno del previsto rispetto alla sua costituzione allora si possono generare delle borse sottocutanee che si formano nelle pieghe della pelle che colpiscono maggiormente i soggetti che stanno frequentemente seduti e che hanno una cospicua sudorazione creando così possibili forme di piaghe che se dislocate fra le lateralità scoliotiche potrebbero generare tumefazioni mobili che durante l'estensione dinamica della colonna è fissa e tesa, ma durante la flessione può farsi molle dato che poi le sacche di liquido delle tumefazioni che si generano sono spesso in comunicazione con gli interspazi della colonna o di cavità sinoviali che impediscono alla colonna e poi anche alle ginocchia di conseguenza di poter avere le articolazioni aperte. La considerazione di cui sopra serve alla dimostrazione assiale del foro di coniugazione nella sua articolazione apofisaria a livello di L5-S1 che viene presa in ortodromia e che risulta dunque poco simmetrica in soggetti iposomici e obesi specie se hanno la sindrome di Cushing come quella ragazza che si è presentata oggi e che ha allungato dei panni alla cognata della dottoressa. Questo potrebbe significare che le ragazze di cui sopra se soffrono anche di disturbi alimentari di tipo bulimico potrebbero anche avere i legamenti vertebrali degenerati ed aggrediti dal liquido delle tumefazioni e questo provoca delle erniazioni sia esterne che interne alla polpa del disco intervertebrale. Questa è l'ipotesi dopo attenta riflessione. 

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