Film: JOE BELL
La storia tragica di Jadin e Joe Bell è un pugno nello stomaco, uno di quelli che lascia il segno, che fa contorcere e che stordisce. Questa, una tragedia quasi annunciata sin dalle prime battute. Jadin cammina accanto, ma non è reale, mentre reale è l’immaginazione. Joe è tormentato dal senso di impotenza e di colpa. La mamma e il fratello subiscono, passivi. Non possono fare altro. Jadin è la voce di una coscienza che tarda a trovar pace, che ancora rimprovera. La sua storia mette a nudo il pre-giudizio e l’omofobia radicati nella Natura umana. E si spinge oltre la sua vita sino a recidere quella del padre. La morte lo coglie sul ciglio della strada. Sì, perché tutte le strade s’interrompono. Joe finisce di camminare, mentre altre strade continuano la loro corsa. Dopo Jadin, ecco Joe. La tragedia, quando è vera, uccide tutti. Non è chiaro, se il suicidio sia l’atto finale di una disperazione lasciata sola. Quel che è evidente lo si legge negli occhi grandi e belli di Jadin: il tentativo di sopravvivere all’ineludibile. Ma la lotta finisce male. L’intolleranza ha la meglio. E il dramma si consuma nel momento in cui Jadin si scopre completamente solo e, quindi, senza riparo, difesa. Non c’è nessuno quando Thanatos, impulso letale, lo prende per il cuore e gli sussurra: è finita! Sì, non c’è mai nessuno quando Thanatos bussa e sfonda la porta dell’istinto di conservazione, rendendola ridicola e inutile. A 15 anni la vita non è mai totalizzante. Il pianto della madre, poi, fa il resto: la pietà è dura a stare in silenzio. Jadin ci lascia soli, nudi, di fronte allo stordimento che ci prende quando tentiamo di fare ordine, di rimettere tutto a posto, di riavvolgere la pellicola. Ma questa è la sua storia e non può essere cambiata, riscritta. È inutile darle una diversa conclusione. I diversi muoiono soli. E Joe siamo tutti noi quando arriviamo tardi, quando non c’è più nulla da fare. Ancora una volta: l’uomo ha sconfitto e ucciso sé stesso. E questo lo sa fare sempre molto bene. Dall’Alto, Jadin piange ancora.
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