LA SCUOLA DELL'ANGELO. Un angelo aveva intenzione di istruire gli uomini che incontrava, ma sebbene la sua intenzione fosse buona si accorse che l'uomo era subordinato ai mezzi piuttosto che ai fini che voleva raggiungere. Tutte le strutture sembravano sottomesse ad una intelligenza ordinatrice, che dirige ogni cosa e il tutto nel modo migliore che è l'amore. In realtà però l'angelo sapeva bene che i rapporti meccanici fra le cose sono tutti soggiogati e strumentali anzichè esaustivi e perciò l'amore deve sempre in un qualche modo lottare con la contingenza. Da quando era nato l'angelo, c'era stata una notevole evoluzione biologica eretta dal caso per cui per alcuni soggetti era difficile la permanenza sulla terra, ma l'angelo aveva il vantaggio di essere uno spirito libero che vagava dove lo portava il vento e l'esigenza di farsi ascoltare per fare comprendere l'amore. La prima volta capitò da un bambino capriccioso che voleva avere i migliori giochi e le cose più belle e sentirsi trattato come un principe di una bella favola, ma l'angelo gli disse "La perfezione non è di questo mondo e l'uomo può solo desiderare di assomigliare al Dio benevolo, provvidente e misericordioso. Se tu vuoi raggiungere questo scopo devi diventare uno scultore come Michelangelo che sa creare da un ammasso di pietra una figura significativa che possa ispirare tutti coloro che la vedono" Il bambino però si accorse che era difficile scolpire e quindi si arrese prima ancora di cominciare come d'altronde fanno molti esseri umani quando gli si pone davanti un esempio che loro ritengono eccelso e troppo lontano dalle loro reali possibilità. Per il bambino le sculture erano troppo grandi e lui si sentiva troppo piccolo e poco forte per poter tenere in mano uno scalpello e poi soprattutto per riuscire a riprodurre una figura scultorea, l'angelo gli aveva chiesto qualcosa di impossibile. Allora l'angelo gli chiese cosa avrebbe voluto fare da grande ed il bambino rispose immediatamente il calciatore perchè sentiva di essere più portato a calciare u8n pallone e a dribblare fra gli avversari per riuscire a fare goal e poter così fare vincere una squadra con il suo intervento. Così' l'angelo guidò il bambino a poter diventare un bravo calciatore, ma durante gli allenamenti il bambino si accorse che ci voleva molta costanza, che bisognava seguire certe regole come quella di non fare lo sgambetto agli avversari, come quella di non uscire dalla traiettoria di tiro per non avere delle ammonizioni e per non essere poi espulso dalla squadra se faceva troppi falli e se non rispettava troppo le regole. Diventare un calciatore era difficile e oneroso e infondo lui era solo un bambino che non poteva avere ancora molto chiara nella sua mente cosa avrebbe potuto fare da grande, infondo lui era troppo piccolo per potersi assumere certi compiti e responsabilità e lui voleva ancora solo giocare. L'angelo però gli pose un termine per i suoi giochi, dopodichè avrebbe dovuto crescere e diventare adulto e ciò sarebbe avvenuto all'età di 18 anni quando sarebbe stato maggiorenne ed in grado di votare. A questa età l'angelo aveva disposto una lettura dove il bambino ormai diventato uomo giurasse di rimanere fedele a certi principi morali come quello di comprensione, della spiegazione che significava mettere in luce attraverso la ricezione che poi si traduceva in tradizione che serve ad aprire gli occhi su ciò che è progetto di vita per il bamnbino diventato adulto. Il bambino però sapeva solo leggere e scrivere senza capire bene ciò che leggeva e scriveva e quindi non aveva acquisito ancora molto criterio e non sapeva limitare gli arbitri delle interpretazioni figurate, ma l'angelo gli era venuto in aiuto con il concilio di Trento che definisce il giudicare mantenendosi fedeli allo spirito che dà a ciascuno i suoi doni in modo che ognuno a modo suo possa esprimere i discorsi della Scrittura altrettanto bene e poi meglio di quanto non lo capisse l'autore stesso e ciò diventava addirittura un precetto per cui non era necessario diventare ricchi o potenti se si riusciva con la propria intelligenza o apporto giungere a donare una propria parte alla collettività. Dopo l'angelo voleva che il bambino ne sapesse più dell'autore stesso quando l'uomo gettato nel mondo comprendesse meglio con la sua esperienza il significato di certe cose che erano state enunciate in lui dallo spirito in modo da poter illuminare anche gli altri che lo ascoltavano. C'erano molti effetti veicolati da segni che dimostravano che la scula dell'angelo poteva funzionare e che l'angelo serviva solo a suggerire, mentre poi dal suggerimento il bambino uomo dovesse trovare il migliore spunto e le migliori idee per riuscire a trovare soluzioni che diventavano poi azioni d'amore: l'angelo era venuto a dare l'annuncio proprio per questa partecipazione la cui scuola è pazienza, costanza, allenamento e dedizione.
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