Marilù e Alessandro Ramberti present IL SALTIMBANCO RAMPANTE. In scena un saltimbanco che sta giocando con le clavette mentre di fianco un ballerino fa le piroette, mentre il saltimbanco dice "Son come Aronne amo tutte le vergini donne, che stanno con me pur non maritate in tonsure di donazioni accreditate: 4 salteri in padella per rallegrare sorella Piera vecchierella. Io non esco mai dal santuario perchè dico sempre uno strano rosario che ha strambe litanie che vanno da ora pronobis a peccatoribus bugie. Poichè nessun uomo abbia mai in difetto di fare di sé offerta che sia cieco, o zoppo oppure in trasferta, che sia gobbo o nano oppure abbia la scabbia o piaghe purulente che preghi il Signore di misericordia come penitente e avrà tutte le richieste concessioni di quelle sue amorose confessioni". Nel frattempo entra in scena una badante con in mano un mestolone che dice "Io di voi volevo fare il minestrone e dunque concedetevi e prestatevi tosti come consacrati fra i conventuali chiostri, concedetevi per esaudire le richieste come san Francesco ignudi nelle piazze e fra le spiate finestre" Il ballerino ed il saltimbanco allora si nascondono dietro un fico mentre arriva in scena un serpentello che dice "Oh che voi fate, volete nascondervi dal desiderio?? Io vi trovo sempre ovunque andate, io sono con voi dal Tigre all'Eu frate, io sono con voi a esaudire i desideri del cuore, poneteli qui fra le labbra della verità con la lingua di fuori" Intanto il ballerino fa delle evoluzioni mentre canta "So ben chi ha bel tempo, so ben chi è favorito fallo là, fallo là, là là, là là, là là." Intanto si senton dei rintocchi di campana ed un coro che sottovoce dice "Siamo in crisi di una saggezza mondana, siamo ideogrammi di pericoli del tradimento e di opportunità di concepimento. Prestiamoci, prestiamoci all'amor servente tutti rampanti come baron seducente. Prestiamoci, prestiamoci così come una moltiplicazione che accresce la ciurma della condivisione." Il saltimbanco dice "Quanto a me, per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi per l'invidia dei prepotenti che facevano i gradassi, ma ora capisco quale sia la mia vera prosperità : amare il prossimo anche se nulla di niente ha; amare il prossimo come fece Cristo sulla croce senza più smodato orgoglio di una passiva condizione, ma mettendo la mano al fuso, so io come render rampante il giorno con un dramma soffuso, con un sorriso seppure stretto, so io che in Cristo riconciliazione trovo l'amore perfetto. Nel perdono del peccato vi sia grazia e giustizia, per ogni bene da vivere insieme in letizia." FINE
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