Recensione di Valeria Parma
"I sogni sono come le conchiglie che il mare ha depositato sulla riva. Bisogna raccoglierle e ascoltare la loro voce." (Romano Battaglia)
Smetta di leggere questa recensione chi tra voi non ha mai
fatto un sogno. O chi tra voi non ha mai amato nessuno.
Sono sicura che mi state tutti seguendo perché queste
esperienze sono assolutamente comuni. La fusione delle due invece porta a Vera,
piccolo romanzo di William Protti, che non tratta assolutamente di un'avventura
normale. Vera è infatti una donna d'eccezione: bellissima, curata nell'aspetto
e nel carattere, l'unico "difetto" è che... non esiste! Lei è il
prodotto dei sogni del protagonista che se ne innamora perdutamente e che la
rende il suo rifugio dal mondo reale, ricco di fastidi e scocciature.
All'inizio la relazione, paradossalmente, sembra funzionare. Ben presto
purtroppo sorgono i primi problemi nel conciliare il sogno con la vita vera:
"in una realtà fatta di apparenza, ogni cosa è mutevole come una sfumatura
di colore che degrada senza fine nell'altra e tutto assume una dimensione
labirintica" e la relazione non può continuare...
Senza tener conto della fervida immaginazione dimostrata nel
pensare a una trama così folle e avvincente, l'abilità dell'autore sta dunque
nell'attirare l'attenzione di noi lettori. Ci sentiamo catturati e a nostro
agio tramite le descrizioni di luoghi familiari: solo successivamente avvengono
episodi inconsueti che ci lasciano in un perenne stato di interesse.
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