con presentazione di Alessandro Ramberti e postfazione di Massimo Sannelli, Fara Editore, Rimini, 2010, pag. 233, Euro 12.
recensione di Alessandro Di Napoli pubblicata su «Sìlarus» rassegna bimestrale di cultura, n, 272, novembre-dicembre 2010, pp. 83-84
Vincenzo D’Alessio, oltre che poeta fortemente ispirato e fecondo, come testimoniano le sue sillogi pubblicate dal 1975 (La valigia del meridionale. Omaggio al paese natio, Casa Editrice Verso il Futuro, Avellino) ad oggi (Figli, con introduzione di Emilia Dente, Edizioni G.C. “F. Guarini”, Montoro Inferiore (AV), 2009), è anche un critico letterario particolarmente attento alla produzione poetica e non solo di questi anni.
Questo suo ultimo libro contiene numerosissime recensioni a libri di diversa natura (poesie, romanzi, racconti, riviste, antologie, eventi). Fra i tanti, si è occupato di Domenico Cipriano (L’enigma della macchina, L’Arca Felice, Salerno, 2008), di Emilia Dente (È luce il tarassaco, poi Tarassaco e viole, in Legenda, Fara Editore, Rimini, 2009), di Luigi Fontanella (Azul, Archinto, Milano, 2001), di Mario Fresa (Alluminio, LietoColle, Faloppio, 2008), di Antonietta Gnerre (Fiori di vetro: restauri di solitudine, Fara Editore, Rimini, 2007; Preghiere di una poetessa, in Lo spirito della poesia, Fara Editore, Rimini, 2008; PigmenTi, Edizioni L’Arca Felice, Salerno, 2010), di Michele Luongo (Irpinia terra del Sud, Tracce, Pescara, 2003), di Paolo Saggese (Poeti del Sud 3, Elio Sellino Editore, Avellino, 2007) di Giuseppe Iuliano e Paolo Saggese, a cura di, (Versi per il Formicoso, Centro di Documentazione sulla poesia del Sud, Nusco (AV), 2008), di Giovanni Taufer (Sciure e papagne, Domicella (AV), 2009), solo per fermarci agli irpini e ai salernitani Fontanella e Fresa. Vi sono poi una riflessione dello stesso D’Alessio, nella quale spiega le ragioni
della morte del Premio Nazionale di Poesia “Città di Solofra” fondato nel 1976 ed una lettura di “Poesia Meridiana”, organo del Centro di Documentazione sulla poesia del Sud, la rivista fondata e diretta da Giuseppe Iuliano e Paolo Saggese.
Le recensioni, così come di regola dovrebbe essere, sono brevi, essenziali, prive di questioni superflue o, peggio ancora, inutili. Il D’Alessio, definito da Alessandro Ramberti “impegnato fino in fondo”, parla dei libri e ne coglie sempre, senza le inutili scenate della demagogia letteraria, i significati più intimi e peculiari. Lettura attenta e scrupolosa quella del D’Alessio, che ci consegna il meglio di ogni singolo autore (poeta, scrittore o saggista che sia).
Essenziali e sicuri i giudizi su Domenico Cipriano (“Cipriano ci annuncia il futuro della
nuova scrittura poetica, inscritta in un pentagramma di settime, quinte e sedicesime (tanto per restare in tema jazz), che viene dal Sud ma è pronta per scalare le vette della poetica nazionale, a scritta nelle belle pagine della buona letteratura contemporanea”, p. 56), su Emilia Dente (“I versi di questa raccolta denunciano il dolore che promana dalla terra devastata, dai giovani invecchiati anzitempo, dalle forze sane che hanno molto da dare e che invece vengono paralizzate alla frontiera del fare, la forza costruttiva degli occhi del poeta è l’unica spiaggia nel mare del disinteresse”, p. 78), su Luigi Fontanella (“La raccolta Azul di Luigi Fontanella nasce così complessa e variegata da essere sul serio un intricato orto botanico, una sospesa serra, nel plasmabile mondo del viaggio”, p. 99), su Mario Fresa (“Le diciannove poesie (…) sono pervase da una musicalità che bene conosciamo: il verso disposto alle analogie e al suo correlativo oggettivo: lezione che Luciano Anceschi ha dettato per il filone poetico dell’Ermetismo”, p. 103), su Antonietta Gnerre (“La poesia
di Antonietta Gnerre copre dieci anni di studi e di sofferta originalità meditata, ricercata, accettata, rifiutata, all’ombra di una Natura ancora amica ma che sfuma in una realtà ben diversa che si tarda ad accettare”, pp. 125-126), su Michele Luongo (“Irpinia terra del Sud è un miracolo di semplicità, un libro che non possiede filtri di scrittura, né ricorre a strategie romanzate”, p. 141), su Paolo Saggese (“… egli è un critico che crede nella fede della parola che sopravvive all’uomo: l’opera Poeti del Sud, iniziata nel 2003, proseguirà il suo compito di lievito, in terra arsa ma capace di svincolare la Poesia Meridionale dalle conclusioni provvisorie”, p. 197) e su Giovanni Taufer (“Tutta la raccolta contribuisce a trattenere nella memoria del lettore, e anche in quella collettiva, il dialetto napoletano che resiste alla lingua italiana da più di cento anni per non sparire dalla parlata
comune”, p. 219).
Altrettanto puntuali e ricchi i profili di Carmine Abate, di Luca Ariano e Paci Luca, di
Gladys Basagoitia, di Gabriella Bianchi, di Stefano Bianchi, di Laura Bonalumi, di Daniele Borghi, di Roberta Borsani, di Marco Bottoni, di Brunella Bruschi, di Giuseppe Callegari, di Caterina Camporesi, di Paola Castagna, di Alex Celli, di Vincenzo Celli, di Maria Pina Ciancio, di Armando Conti, di Stefania Crozzoletti, di Carla De Angelis, di Carmine De Falco e Marini Leonardo, di Chiara De Luca, di Adele Desideri, di Andrea Di Consoli, di Nicola Di Paolo, di Fabbri Franca, di Subhaga Gaetana Failla, di Narda Fattori, di Giovanna Fozzer, di Enrico Gandolfini, di Andrea Garbin, di Sonia Gardini, di Mohamed Ghonim, di Bernardo F.M. Gianni, di Gezim Hajdari, di Leela Marampudi, di Marco Merlin, di Simone Molinaroli, di Ardea Montebelli, di Alberto Mori, di Enrica Musio, di Luca Nannipieri, di Andrea Parato, di Guido Passini, di Antonella Pizzo, di Alessandro Ramberti, di Michele Ricciardelli, di Zina Righi, di Patrizia Rigoni, di Barbara Rosenberg, di Benito Sablone, di Stefano Sanchini, di Massimo Sannelli, di William Stabile, di Guido Zanobbi e Marco Zavarini.
Un libro da leggere, da approfondire, da consultare e da conservare per ulteriori sviluppi sia per quanto riguarda la conoscenza dei singoli autori sia per gli argomenti, di volta in volta, affrontati. Profili critici, questi di D’Alessio costruiti con analisi puntuali e documentate di autori ingiustamente ritenuti minori, che hanno già dato un contributo notevole alle varie letterature regionali. Particolarmente significativi i profili di Domenico Cipriano, di Emilia Dente, di Luigi Fontanella, di Mario Fresa, di Antonietta Gnerre, di Alessandro Ramberti, di Benito Sablone, di Paolo Saggese e di Massimo Sannelli, solo per citarne alcuni.
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