FARAEDITORE,2010
di Vincenzo D'Alessio
Vorrei iniziare il lettore all’approccio con il testo Comedìa di Dante ALIGHIERI, curato dal sensibilissimo Massimo Sannelli, con una citazione che il curatore medesimo annuncia nella nota al testo: “La base del testo è nell’edizione a cura di Giorgio Petrocchi: il lettore vi è abituato anche per il ricordo della scuola, che non ha ancora accolto – e forse non potrà mai farlo – le edizioni Lanza e Sanguineti” (pag. 21).
Si tratta, quindi, più che di una lettura, o di un saggio critico dell’opera universale dell’Alighieri, di una interpretazione “vocale”, attraverso lo strumento comune a tutti gli uomini “la voce”, di un grande autore-attore del nostro nuovo secolo: il curatore.
Non posso che attingere ai classici, per dare una minima luce all’intervento che vado realizzando. Mi viene incontro l’opera di Dione di Prusa (circa I secolo d.C.) con l’opera sua Olimpico, scritta non tanto per lasciare traccia in una, pur indispensabile, biblioteca; piuttosto per essere recitata dalla voce, al pubblico, venuto per ascoltarlo. Un vento lieve per diradare le troppe voci dei sofisti che affollavano l’epoca e le piazze. Scrive uno dei curatori del testo, Anna Rotunno: “In un certo senso, dunque, quella che si caratterizza come cultura del libro rifiuta di essere cultura di lettura tout court, e chiede di respirare, di rinvigorirsi attraverso le acrobazie di un’eloquenza spettacolare, destinata in particolare a chi le allusioni erudite e sottili disperse nella trama di un discorso sa cogliere con la sapiente raffinatezza di un sommelier, individuando tutte le sfumature di sapore intercorrenti fra gusto e retrogusto.” (Dione di Prusa, Olimpico, a cura di L. Torraca, A. Rotunnno, R. Scannapieco, Luciano Editore, 2001, Napoli)
Ritornando al Nostro e al suo lavoro, unico nel suo genere, c’è da sottolineare che Edoardo Sanguineti, scomparso proprio quest’anno, è stato una felice conoscenza per Sannelli e un valido critico nel sottolineare il suo ardore e la capacità “divertente” una volta salito sul palco, di fronte al suo pubblico, nel porgere opere teatrali di vasto respiro.
Questo è un testo parlante. Avrei consigliato all’editore di integrarlo con un DVD che avesse raccolto la voce di Massimo Sannelli e quella stupenda introduzione, alla sua ricerca, e ad ogni canto del Poema dantesco. In qualche modo ci ha pensato anche il grande attore Roberto Benigni che ha recitato, con una ironica passione, gran parte della Divina Commedia. Messa in vendita con il titolo Tutto Dante (Musica di N. Piovani, Edizioni L’espresso, 2008).
Non riesco ad aggiungere altro a quanto vado scrivendo. Vuoi per l’imponente lavoro critico, realizzato dal curatore. Sia per la vastità che l’intera opera richiede, non in una sola lettura, bensì in molteplici approcci. Comunque mi riservo, in tempi come i nostri, così amari e avari di Amore per la Cultura, di affidare il testo al bravissimo attore Enzo Marangelo che provvederà a farlo suo e a declamarlo nelle sedi più appropriate: quelle sedi dove, come scrive Sannelli nell’introduzione: “Credo a queste cose, in opposizione stanchissima a tutti gli idoli. Invece una scuola di poesia – e Dante è scolarca, visceralmente e con piena coscienza – è la scuola di una guerra gaudiòsa agli idoli, che massacra il mondo contemporaneo” (pag. 13).
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