giovedì 8 luglio 2010

Performance poetica di Alberto Mori

di Marcello Tosi

CREMONA. Piazza del Comune, in un pomeriggio afoso di luglio. Sullo spazio antistante la storica Libreria Ponchielli, Alberto Mori si produce in una performance ispirata al suo Obiects. Che diverrà poi, ha spiegato, «videoinstrallazione dove i video continueranno a generare questa mio testo».
Una performance la sua vocalico-sillabica, all that’s jazz, ritmo percussivo, batteristico-battente-bottles, sono suono, objects observer obsessive…
Un libro in cui l’autore cremasco ha voluto reinventarne il significato in senso sinestetico, reinvenzione dal punto di vista linguistico che svela la loro intima “oggettiva” realtà, e si riverbera in un brulicare di artifici poetico surreali (“Gli ometti ferma imposte della finestra si arrovesciano / La testa del re diviene il busto della damina / Il salamecco sospeso sorprendeva i bambini”).
Riemergono i significati immersi nella pubblicità e nel magmatico blob televisivo e mass mediatico: la petunia sbocciante sullo screen saver, gli Zippo videoapparsi / imboniti in fiamme plurime, mentre “la cassa acustica strumento… / della euro esecuzione / porge resto silenzioso”, e il modem è “avverbio di Alice.it…”.
La magia dei suoi giochi verbali diviene aperto disvelarsi delle parti del discorso stesso: un etimo incamminato tra le intersezioni dei luoghi, il palindromo… infisso nello specchio della parola, il morfema che plasma ogni afforio visivo… Infine, la parola trova liricamente la forza di librarsi dalla sua condizione oggettiva, e di rivelarsi come vibrazione sonora che “come il nodo azzurro scioglie universo dall’intreccio dei percorsi cosmici”. Nel suono percussivo della memoria oggettiva si libera, come tra le pietre dell’antica Cremona, la percezione cognitiva che diviene movimento all’occhio del lettore.

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