martedì 5 maggio 2009

L'Aspra Felicità di Fabrizio De Guglielmo

Fabrizio De Guglielmo
L’Aspra Felicità. Biografia di una generazione consapevole
Scuderi Editrice, dicembre 2008

recensione di Antonietta Gnerre

“Ogni osservatore che descrive il mondo sta descrivendo se stesso che descrive quel mondo” (G. Armellini).
Con ritmo acuto e martellante, dettato dall’intimo pensare, Fabrizio De Guglielmo rende le pagine de L’Aspra Felicità frizzanti e scorrevoli, ma anche originali. Il Nostro con colpi di gomitate al potere sottolinea la frantumazione della società contemporanea. Il personaggio di nome Fabio riflette sulla speranza, scrigno prezioso per custodire sogni. Personaggio che si rianima per guarire da questo periodo storico così terribile ed inaffidabile. I pensieri in questo lavoro corrono irrefrenabilmente e non si fermano mai, perché è vietato sostare di fronte alla vita che cicatrizza le sue ferite senza bendarle mai.
Tutto risuona in queste pagine con toni vigorosi, e con una voce che grida le ansie e il terrore per le malefatte che si perpetuano attorno al libero cittadino: “Chilometri di strade fatte in superficie ma pagate in profondità” – pagate fino all’ultimo centesimo, perché siamo stati abituati come piccole formiche ad apparire solamente. A nessuno interessa se il cemento è stato sprecato bene. In tutte queste vicende-testimonianze sembra non esserci soluzione alcuna – “Per decenni il male ha utilizzato le persone cattive, che sono state usate come suoi vettori e che impiegano ogni genere di strumenti e metodi di coercizione. Le persone cattive producono false scritture, diffondono menzogne, alimentano la confusione, provocano dolore, e così via” – come se tutto fosse già stato scritto nella storia dell’uomo ante tempus, da una voce che ci conduce per mano tra le delusioni e le contraddizioni di una generazione.
Si tratta di un lavoro molto biografico, un progetto di scrittura basato su punti fermi che narrano la storia di Fabio, un essere dall’animo sensibile e sorprendente, che attraverso il passaggio dell’adolescenza ci intrattiene con le sue esperienze che sono le nostre esperienze. Il narratore ricostruisce con una piacevole rievocazione le sue vicende umane – “Fabio, forte delle sue conquiste mentali e dell’equilibrio innato, forgiato da un’infanzia sofferta, lavorava per arginare il male così finitimo, radicato in ogni uomo non evoluto” – attraversate da svariati cambiamenti che coinvolgeranno il lettore fino alla fine. Pensieri che viaggeranno sempre legati ai sogni e alle speranze: “A Fabio interessava possedere la mente per governare la carne, dimostrare di essere forti, di poter indirizzare il futuro sia delle persone che delle cose”. L’importante per De Guglielmo è avere sempre innanzi a sé, una meta da raggiungere, e insieme una radice da conservare, nella consapevolezza che bisogna scorrere su un binario doppio la nostra esistenza per apprezzarne i valori e le litografie della memoria: “La vita come un dono imprescindibile da godere in simbiosi con il Creato. Solo un riformismo armonioso poteva spostare le scelte, imprimere forza agli evoluti in cerca di una condizione umana dignitosa e prospera”. Allora Fabio, con una sventolata ricchezza di saggezza, sperimenta i tentativi di risalire verso la sorgente della vera vita, usando il vissuto per dare polpa alle riflessioni degli obiettivi entro cui si svolgono i giorni, raccoglimento di vibrazioni ed emozioni.

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