lunedì 24 dicembre 2007

Vita e personaggi nella Santarcangelo dei nostri padri


recensione di Vincenzo D'Alessio G.C.F. Guarini

Ci chiediamo, come lettori della piccola editoria nazionale, con la gioia che comporta la lettura di testi alrimenti rimasti nel cassetto: quale piacere procura l'accarezzare le pagine di un libro, tanto semplice quanto sincero, come l'insieme dei personaggi e delle vicende descritte da Sauro Stefani?
La prima netta sensazione è quella di uno scrittore attento al lato morale della vita, dei suoi personaggi, reali o immaginari che possano sembrare; poi c'è lo scorrere degli elementi storici e sociali che accomunano le microstorie alla storia nazionale.
Infine c'è l'iniziativa, tutta romagnola, di far affiorare cibi, ricette, musica, ambiti familiari, difetti o pregi umani, con i colori di una terra in cui il sangiovese premia l'amore per la vita.
Questo volume è molto bello perché molto semplice. Tanto duro quanta la sofferenza che affiora dalle vite parallele dei suoi personaggi. Tanto imponente quando l'autore, che vesti i panni dello storiografo, infonde a quelle vite nuova vita per stimolare il ritorno alla memoria e reagire alla negatività affiorante nei tempi successivi.
Potremmo affiancare questa buona biografia di paese con il riuscitissimo volume precedente sull'emigrazione pubblicato dalla stessa Fara dal titolo Il coraggio dei sogni (Zina Righi).
Merito delle generazioni precedenti e demerito di quelle attuali, incapaci, purtroppo, di avvicinarsi a questa storia con la passione di viverla per non soffrire gli errori del tempo presente.
Sono molteplici gli spunti che si raccolgono da questa lettura. Molteplici le richieste di sconfinare dal nostro mondo "benefico d'apparenza" per guardare con occhio attento all'esempio lasciato da quanti Sauro Stefani definisce "nostri padri". Santarcangelo, Dublino (con la sua gente), Castelsaraceno, in provincia di Potenza, con "Mio padre racconta il Novecento", e tante altre microstorie pubblicate in microeditoria formano quella forza di pensiero che per secoli l'Italia ha vantato come forza motrice di base del lavoro conosciuto con il termine "artigianato locale", magari campanilistica cultura di provincia. In verità siamo propensi a ridimensionare criticamente questi valori antologici, scaturiti spesso da una visione non nazionale, non conferendo a questi lavori, a questi editori, la giusta visibilità contemporanea: cultura fondamentale per la crescita della cultura italiana.

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