IL CONFIGURATORE EROTICO. C'erano dei momenti come quello che stava vivendo in quel momento in cui Costanzo si sentiva in profonda crisi e si sentiva pure depresso in quanto gli dispiaceva quando non vedeva attecchire la cultura nei suoi più nobili ed alti valori ed anzi la vedeva declassata, e come deturpata del suo fascino e della sua attrattiva. D'altronde forse in quel momento era scarso di filologia e avvertiva e si sentiva più vicino ad una forma di crespularismo fatto di buone cose di pessimo gusto, di provinciali avversioni alle retoriche imperanti, di dolorosi ripiegamenti intimistichi verso interni antiquati e polverosi pensieri. C'era in lui una sfiducia, una avversione quasi istintiva in quel momento per quasi tutti gli ideali filosofici e religiosi, politici o scientifici a cui nel ripetersi quotidiano si contrapponeva un inquietudine nostalgica, una preminente malinconia della nettezza morale, per una stantia dignità. Di solito la sua critica di testo o di esposizioni non era passiva nelle trasmissioni, ma era una intensa osservazione che voleva essere complementare e di rinascita della civiltà indirizzata al carattere pratico. Nei suoi raccoglitori Costanzo segnava degli appunti dove voleva ritrovare una fase più matura che sapesse denunciare e cogliere il pericoloso soggettivismo dell'intervento basato sull'intuizione ed i gusti personali, sostenendo la necessità del confronto sistematico ai codici, al fine di procedere ad interventi motivati dalle concrete espressioni non solo della tradizione, ma della scoperta. Costanzo aveva imparato che occorre applicare i giusti metodi per arrivare al giusto obiettivo di ricostruzione di archetipi e dell'originalità perduta attraverso procedimenti il più possibile obiettivi attraverso la responsabilità delle scelte dei filologi, i quali sapevano attenersi ai manoscritti migliori o meglio alle espressioni o topiche chiave di questi. Era importante per il professor Costanzo stabilire una disciplina che fosse rafforzata da risultati concreti e da sviluppi teorici successivi innovativi. Non è possibile tentare di restituire qualsiasi testo pure quello biblico caro Gabriele Trivellin alla sua integrità senza aver seguito ogni testimone che lo trasmette nelle vicende particolari ed individualistiche della sua storia, con un atteggiamento di FELSSIBILITA' e non di chiusura, che non rinuncia certo al metodo ma ha più consapevolezza dei rischi di ogni irrigidimento e abbattimento. Nella sostanza, in ogni lezione di storicismo, ed insieme di empiricità si deve fare propria e assorbire elaborandola accuratamente una filologia moderna che vive in molteplici settori d'intervento. Colpire il senso con impressioni opposte con un modo di cogliere, di afferrare, qualcosa offerto dal mondo e poi identificarsi nel valore più nobile del senso e della sua espressione per interpretare meglio i pensieri mantenendo in essi lucidità che possa essere lungimirante saggezza e commento interiore di fortezza che mette in luce la bellezza dell'anima. Il senso della vita non è forse questo? Non basta sapere, bisogna sapere cosa serve per reagire al meglio quando capitano le crisi ed in quel momento Costanzo pregava per trovare la giusta ispirazione che lo togliesse dalla tentazione di bloccarsi e demotivarsi a continuare quel percorso che mirava a fare uscire dal buio dell'oblio.
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