Al Presidente dell'Azione Cattolica Italiana Giuseppe Notarstefano, a Maria Cristina Severi, Mons. Claudio Giuliodori, don Oronzo Cosi, Paola Fratini, Paolo Seghedoni, Lorenzo Zardi si rende noto che in base allo Statuto che TUTTI gli aderenti all'ACI in base all'adeguatezza ed alla trasparenza della destinazione del patrimonio dovuto a contributi dello Stato italiano, Enti ed istituzioni pubbliche, organismi internazionali, attività commerciali e produttive marginali, rendite di beni mobili ed immobili si debba tenere conto dei patti territoriali per accordi promossi da enti locali quali i comuni ed i privati per la definizione dei programmi esecutivi di interventi concreti di interesse comune e NON particolare dei soci, caratterizzati dalla finalità di promuovere lo sviluppo locale in base all'art. 2 c. 203 lett. d) l. 23/12/1996 n. 662 per intese istituzionali di programma quadro di contratti per consorzi di medie imprese, contratti di area per strumenti operativi concordati tra amministrazione e rappresentanze di lavoratori e datori di lavoro e soggetti interessati alla creazione di reale efficace occupazione in quanto si cita nel movimento lavoratori ACI che essi attendono a vincere le sofferenze, le umiliazioni, le noie, le attese, le attese, le delusioni. La Fede ridona l'uso della parola a tutti coloro che sono senza lavoro e che vivono nel precariato e nella disperazione che comporta grave disagio, tentazione a non immaginare il futuro, facilità ad adattarsi a vivere di rimedi, progettualità ed autonomia, soprattutto possibilità di mettere alla prova le proprie capacità, condividere la creatività ed offrire il proprio contributo responsabile e consapevole che NON permetta mai un adattamento al ribasso e che possa stimolare l'aguzzamento della fantasia e dare il giusto valore alle cose. A livello del portafoglio valori le università caro don Stefano Vari ed organizzazioni non lucrative come l'ACI, ricercano un reddito spendibile costante per un futuro indefinito, per cui si sono determinati studi in cui si dimostra che le attività sono generalmente sostituti imperfetti l'una dell'altra e coesistono con saggi di rendimento differenziali che dipendono dalle loro proprietà in relazione al rischio ed al grado di liquidità e dalle offerte relative. Perciò se Tizio che ha un negozio di casalinghi decidesse di fare una fidelizzazione per clienti che vogliano fare una lista di consumo e di ricambio dei casalinghi pentole in particolare modo, posate e piatti offre un regalo del 20% a chi compra almeno 1 set di posate del valore di 25 euro e 3 padelle o pentole del valore di 20 l'una per un totale di spesa di 85 euro che servono a creare il lavoro di fidelizzatore cioè un tipo o tipa che possa fare funzionare i negozi tutti con la creazione di sconti alla clientela per fare girare l'economia e quindi se questo Tizio si procura almeno un 100 di negozi aderenti e di clienti sono 8.500 euro di investimento di cui la partecipazione statale e locale sarebbe del 20% = 1.700 euro da cui si detraggono per le tasse a generare pensioni ed ulteriore lavoro in proposta un altro 20% = 340 euro e quindi il fidelizzatore guadagnerebbe 1.360 euro che non sono affatto male (credo) in quanto questo sarebbe un lavoro concreto che porta clienti, che sa offrire opportunità per cambiare le pentole e le posate e per fare in modo che anche piccole realtà possano rimanere a galla, lavorare e non chiudere poi gli altri 340 X 12 = 4.080 x 2% di interesse = 81,60 vengono divisi per chi lavora e produce clientela ai negozi e imprese marginali e quindi si hanno 81,60 x 12 = 979,20 per un part-time sempre fidelizzatore di chi voglia aderire all'iniziativa che porta anche al negoziante nuovo respiro sempre per un valore di 979,20 all'anno X 2% = 19,58 che si aggiungono = 998,78/12 mesi = 83,23 che può aumentare l'anno successivo X 6 mesi = 499,38 x 10 del log base 10 e per lo meno 10 clienti = 4.993,80 e quindi ci sarebbe un effettivo guadagno netto rispetto ai 4.080 di = 913,80 con una perdita per il rischio di investimento del raggiungimento dei risultati desiderati di 998,78 - 913,80 = 84,98 anziché 81,60 e quindi in sostanza di 3,38 dell'interesse del prestito rispetto al 2% e quindi in sostanza alla fine delle fiera l'ACI sarebbe obbligata a dare allo stato il 3,38% del suo contributo associativo per poter contribuire in solido ad una solidarietà civile e concreta. Non parole, ma fatti e patti chiari perché gestire un patrimonio sociale è una cosa seria e non sono certo chiacchiere. Saluti.
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