martedì 5 dicembre 2023

 LETTERA A FILIPPO. Caro Filippo Turetta, Mi prendo la responsabilità di scriverti anche se questa lettera ti arriverà dopo qualche tempo di riflessione da parte degli psicologi che ti hanno in cura presso il carcere dove sei rinchiuso. Mi stavo domandando che effetto ti faceva vedere in Tv il funerale della tua ex fidanzata che tu stesso hai ucciso con le tue mani, vedere lo strazio nei volti del padre, della sorella e del fratello di Giulia, vedere la folla riunita in preghiera e in solidarietà nei confronti della condivisone del dolore dei superstiti alla morte di una cara figlia, sorella, parente, amica ed anche giovane donna che aveva solo avuto la colpa di amare di voler evitare standoti accanto che tu ti suicidassi e che commettessi per sfogo qualche corbelleria, ed invece ti sei avventato proprio su colei che ti voleva bene e che desiderava solo aiutarti a riconoscere il tuo cammino di realizzazione. Io vorrei fare con te questo cammino che conduce alla riconciliazione discutendo con tutta la chiesa cattolica sulla libertà che designa un agente consapevole di arbitrato nei confronti delle conseguenze che una scelta come quella di Filippo di uccidere ha causato non solo alla famiglia di Giulia, ma anche a tutta la comunità umana in quanto bisogna prevedere che poi ci si allontani e che si possa fermamente condannare chi commette delitti e che costui possa pagarne la pena in un percorso non solo carcerario, ma anche psicologico forte e determinato a non giustificare MAI, MAI, MAI l'odio, il delitto come soluzione, la gelosia che genera violenza, l'abominio in genere, piuttosto si prendono le distanze da coloro che possano istigare e generare in noi sentimenti di rabbia, di astio, di rancore, di aggressività che poi si possano tradurre in violenza o peggio in delitto. La follia nasce dalla bestia feroce che è racchiusa in noi e che ci assale, ci aggredisce e ci opprime con la sua forza pulsionale che deve essere arrestata, bloccata, fermata prima che sia troppo tardi e che conduca all'inevitabile sia nel senso autolesionistico o del suicidio e sia nel senso di violenza o omicidio. C'è caro Filippo un etica di responsabilità che la psicologia deve rispettare ed è quella dell'intenzione a fare il male, quella della perversione a provocare danno agli altri di cui noi siamo gelosi e queste cose vanno fermate, evitate, condannate altrimenti poi si combinano danni irreparabili. Una psicologa proponeva per il tuo percorso degli stadi di evoluzione morale che tu non hai ancora affrontato e questa evoluzione si basa essenzialmente sulla responsabilità esistenziale e da cui conseguono tutte le altre cose e sentimenti della morale. 1) Scoprire la tua vocazione e come intendi raggiungere questo orizzonte con la topica "Solo le azioni effettivamente buone portano a conseguenze buone che vanno oltre al benessere ed alla felicità e perciò bisogna sforzarsi in tale senso scrivendo una lettera di scuse alla famiglia di Giulia che poi verrà consegnata prima agli psicologi che hanno in cura la famiglia e poi a tempo debito quando saranno pronti a riceverla senza provare troppo dolore, sofferenza o sentirsi in ciò offesi; 2) scoprire come renderti utile a te stesso e poi agli altri e poi scriverti un programma in punti schematici per raggiungere lo scopo che andrà consegnato sempre agli psicologi della famiglia Cecchettin che si preoccuperanno insieme alla tua famiglia che tu li esegua come compiti così come li possa recepire tutta la comunità di Vigonovo ed oltre; 3) scoprire i dati critici che possono condurre i ragazzi a commettere delitti, ad usare la violenza, l'aggressività, l'ossessività e poi consegnare sempre le possibili risposte al gruppo psicologico che segue tutti i ragazzi nelle scuole e nella vita in modo che si possa bloccare i pensieri, le idee e gli atti che conducono a fini aberranti di morte; 4) riconoscere i propri limiti, fragilità, vulnerabilità nei quali ci sentiamo particolarmente instabili in modo tale da poterli sconfiggere e da trovare rinforzi al carattere per la resistenza all'impulso suicida o omicida; 5) riconoscere i riferimenti e le informazioni anche social in cui possiamo attingere esempi validi per rinforzarci a livello di contenere gli impulsi negativi e violenti in modo tale che non prevalgono in noi. Come vedi cari Filippo, seppure in carcere avrai moltissimo lavoro da fare e così e solo così la comunità di Vigonovo e oltre ed anche la famiglia di Giulia sapranno che tu stai facendo un serio percorso che conduce alla luce della consapevolezza del reato e che ti porta ad accettare la sconfitta che da esso deriva: l'amor di te che hai perduto insieme a Giulia che dal cielo ci protegga con il suo viso angelico ed il suo saluto. CIAO. 

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