martedì 17 ottobre 2023

 SCOMMESSA DI PACE. La giudice voleva rilanciare sugli interventi di giustizia penale nella progressiva crisi del sistema dei partiti. Tutto parte dalla proposta di inchieste milanesi contro il sistema delle tangenti che mettevano in discussione il sistema governativo fino a cercare mediazioni interne. L'immagine e la credibilità governative vengono sempre messe in discussione per reati contro la pubblica amministrazione che hanno così profonde ripercussioni sulla credibilità dei partiti coinvolti nel sistema di corruzione. Difficile accertare se il grande consenso popolare che si è sviluppato attorno all'istituzione giudiziaria sia stato un effetto delle indagini contro politici ed amministratori corrotti, ovvero sei i giudici abbiano colto nella diffusa richiesta di giustizia contro la corruzione e la criminalità organizzata le condizioni minime per poter nuovamente operare. Si deve creare una forma di dialogo diretto fra la magistratura e la società civile per comprendere le aspettative del paese per avere la pace che occorre a portare avanti una vita dignitosa, in cui si possa avere protezione contro i pericoli della mafia, dell'estremismo islamico, della corruzione e dell'evasione fiscale che spesso comportano delitti e diseguaglianze sociali di notevole importanza e poi distanziamenti fra le parti. Adesso pare esserci la tendenza a pensare che il polo politico vincitore delle elezioni sia legittimato a controllare tutte le leve di potere di governo e anche ad incidere sulla collocazione istituzionale e sulle funzioni di potere giudiziario e degli altri organi di garanzia, per definizione terzi e neutrali, dal presidente della repubblica fino alla corte costituzionale e al CSM, dalle commissioni parlamentari di inchiesta ai presidenti di camera e senato di cui oggi si festeggiava l'onomastico del presidente La Russa Ignazio dato che è sant'Ignazio di Antiochia martire a cui si sottopone il rilancio di limitare il potere di indipendenza dei giudici quale necessaria premessa delle dipendenze del governo al fine di svincolare alcuni giudici dalle correnti politiche specie nelle sessioni antimafia o anticorruzione. L'esperienza degli anni di piombo dovrebbe insegnare ad usare dei contrappesi incisivi specie riguardo alle ideologie che potrebbero essere anarchiche o di carattere fascista o estremista e sui cui oggi dopo gli attentati a Bruxelles bisogna assolutamente evitare e prevenire con maggiore impiego di forze di difesa nelle aree calde di confine o in quelle di maggiore pericolo. Spesso l'insensibilità istituzionale ha aperto la strada a gravi distorsioni nei rapporti fra politica e giustizia. In particolare modo i magistrati che hanno continuato ad attuare il principio di obbligatorietà dell'azione penale ed a svolgere in condizioni di indipendenza le funzioni di giudizio, nei confronti di reati da chiunque commessi, sono stati sempre frequenza di animosità nell'accusa di contrastare il potere di governo e di strumentalizzazione all'azione giudiziaria per fini politici. Non parliamo poi dei conflitti di competenza tra i diversi uffici giudiziari che venivano propagandati come momenti di scontro fra fazioni politiche operanti all'interno della magistratura. Ciò rende consapevole la Giudice che i migliori risultati si hanno con la massima collaborazione per ottenere valide riforme legislative nei rapporti istituzionali fra magistrati ed altri poteri dello stato, dell'ordinamento giudiziario e del processo penale. Trasformare la mentalità è difficile e faticoso specie nel fatto di prevedere cambiamenti di costume nel definire un ceto politico e giudiziario, nel fare approfondimenti con i mezzi di comunicazione che devono supportare il rigoroso e doveroso accertamento dei fatti e degli atti per le sentenze di condanna o assoluzione, sorretti da precise regole di legalità e garanzie costituzionali, operanti sul territorio che non siano del tutto incompatibili con gli obiettivi politici e che preservino l'imparzialità specie nei controlli di ordinamento democratico. 

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