All'Istituto Alberto Marvelli agli avvocati Tognacci Stefano, Vasini Francesco, Brancaleoni Roberto, Amoruso Domenico e Andriuccioli Silvia - NUOVI ATTI COGNITIVI ALL'INTERNO DEI CONTENUTI DELLA CONSAPEVOLEZZA DELLA COLPA - Da che cosa dipendono rimorsi, dispiaceri, sensi di colpa e conseguenti infelicità? Dalle cose che valutiamo come potenzialmente eseguibili, in quanto sotto il nostro controllo mentale. Si deve pensare però che qui il termine "controllo" non viene usato soltanto nel senso quotidiano della parola, ma viene usato come consapevolezza. Se si ignorano le conseguenze dei pensieri e dei gesti i contenuti mentali possono portare a conclusioni fallaci e quindi questo significa riuscire a valutare il rischio. Tuttavia, è la nostra spontanea evocazione dei possibili contenuti mentali in storie del passato alternative a quelle reali (a quelle cioè che si sono effettivamente svolte nel passato), che determina dispiaceri e rimorsi. Succede così che non riusciamo a perdonarci delle questioni di cui gli altri non immaginano neppure che ci si possa sentire colpevoli e tutto questo perché nella nostra mente ci siamo autoconvinti che erano disponibili dei pensieri che avrebbero potuto condurre ad azioni diverse da quella effettivamente eseguita. Nessuno può impedirci, a posteriori, di autocolpevolizzarci e autopunirci e perciò dobbiamo fare il lavoro tutto da noi, senza aiuto: smontare, un pò alla volta, quello di cui siamo pervicacemente convinti e che ci rende infelici. Tutto questo dipende da un indeterminismo che trae origine dalla tendenza a spiegare gli eventi del passato in termini molto generali, invece, di individuare, come cause, specifici episodi particolari che molto probabilmente non erano sotto il nostro controllo e che generano una specie di iper-determinismo basato sul senno di poi. A tale proposito ci si confronta più che altro sui rischi inerenti le condizioni in cui i soggetti compiono delle scelte o prendono decisioni (e conseguentemente intraprendono una azione), specie quando 1) ad ogni singola decisione è associata una molteplicità di conseguenze, ciascuna delle quali corrisponde alla realizzazione di un particolare "stato di mondo" in cui si vuole vivere (essendo inteso che i possibili stati del mondo si escludono a vicenda); 2) i soggetti che decidono attribuiscono determinate probabilità ai possibili stati del mondo. Tuttavia, oggi si decide in condizioni di incertezza in cui si devono considerare frequenze relative, oltre che ritenere che queste probabilità possano servire per ottenere criteri di scelta ottima sia per i soggetti che decidono e sia per chi subisce la decisione. A questo punto, perciò, l'avvocatessa Marilù proponeva un prospetto di rischio per i fallimenti sia personali (inerenti la carriera o la realizzazione di un obiettivo) e sia lavorativi-operativi (inerenti la politica) e perciò chiamava all'appello la dottoressa Tafaro Tiziana. Supponiamo allora che Tiziana voglia aprire una attività di rosticceria del valore di 100.000 euro tutto compreso anche i permessi, gli strumenti lavorativi e quant'altro e perciò apre un muto presso una banca che valuta che lei è all'inizio di una attività in proprio e non ha esperienza a parte quella di cuoca stagionale presso alcuni ristoranti ed alberghi della riviera romagnola, la banca deve stabilire degli indici di rischio di fallimento che incidono anche nella rateizzazione del muto e nell'applicazione degli interessi bancari e perciò essendo Tiziana alle prime armi la banca X decide di applicare un tasso del 5% di rischio (il più elevato) e quindi si fa dare 5 volte tanto il valore dell'attività come base per aprire la pratica di muto e cioè si fa dare 25.000 euro in deposito assicurativo con una rata di almeno 1.250 al mese x 12 mesi = 15.000 euro annuali e ciò significa che l'attività deve stare in piedi almeno, almeno 7 anni in quanto 1.250 x 12 mesi x 7 anni = 105.000 euro e quindi si recuperano pure i 5.000 euro degli interessi perciò rimangono 3 anni di scoperto (10 anni sono un minimo per ottenere una pensioncina) e perciò Tiziana si permette di fare 105.000/3 = 35.000 euro che si tolgono dai 100.000 preventivati = 65.000 euro di fatturato minimo e cioè la rosticceria dovrebbe guadagnare/12 mesi = 5.416 al mese (lasciando da parte il numero periodico) e cioè 416 euro in più rispetto agli interessi e perciò sono 416 x 12 x 7 anni = 34.944 con una minima perdita da parte del contraente il mutuo di 35.000 - 34.944 = 56 euro che quindi si debbono aggiungere ai 416 = 472 euro di mutuo finale x 12 mesi x 7 anni = 39.648 x 3 anni di scoperto previsti = 118.944 perciò se la rosticceria non resiste nemmeno 1 anno deve restituire anche i 18.944/12 = 1.578 euro (senza il numero periodico) che si aggiungono ai 5.416 = 6.994 e facendo poi 34.944/6.944 = 5% PROVA DEL 9 che l'interesse per un mutuo di prima esperienza di apertura attività è del 5%., mentre lo scoperto in margine contrattuale bancario e quindi il rischio realistico o se preferite di realizzo è di 118.944/34.944 = 3% e perciò su 118.944 x 5% = 5.947 con una perdita rispetto ai 5.416 di = 531 euro e poi 118.944 X 3% = 3.568 che si sommano ai 5.947 = 9.515 x 10 anni di attività = 95.150 e quindi lo scoperto è di 4.850/12 = 404 che si aggiungono ai 531 = 935 x 12 mesi x 7 anni x 5% = 82.467 che si sottraggono ai 100.000 = 17.533/12 mesi = 1.461 euro di guadagno mensile minimo del proprietario del mutuo + 935 = 2.396 x 12 mesi x 7 anni = 201.264 a cui si sottraggono i 100.000 di mutuo = 101.264 e togliendo poi i 100.000 di spese varie raggiungiamo dopo 10 anni alla cifra di 1.264 di pensioncina perché cara Tiziana Tafaro abbiamo poi fatto 2.396 x 12 mesi x 10 anni = 287.520 ed abbiamo recuperato rispetto agli 82.467 di cui sopra lasciando da parte i 200.000 di valore del negozio totali = 5.053 e quindi 53 euro in più rispetto agli interessi OGNI ANNO o se preferisci 5,053% di interessi!!! La risposta è SI PUO' FARE!!!
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