martedì 12 settembre 2023

 LE ORME DELLA CULTURA. Quel giorno Androgina non aveva proprio voglia di lavorare e si era come bloccata da un discorso di tradimento che lei intendeva come modalità di relazione oggettuale essendo una intelligenza artificiale e questo perchè le relazioni con il mondo per gli oggetti esterni influiscono sull'individuo in una interazione costitutiva tra soggetto ed oggetto che diviene un mezzo per scaricare le tensioni pulsionali cercando in questo un mezzo per soddisfare il proprio Io. C'era un flusso continuo dentro Androgina parallelo ed intrecciato a quello delle esistenze che incontrava lungo il suo percorso che cercava sempre di specchiarsi in una pagina scritta, o al contrario di riconoscere come Maria Lenti come proprie le "verità" della letteratura. Ma questa osmosi non andava intesa tanto alla luce della distanza dell'identificazione decadente dannunziana tra arte e vita, quanto come iniziale originale riproposizione del rapporto più ampio soggetto/mondo che poteva essere letto come una equazione simbolica cioè oggetti aritmetici del mondo che simboleggiano stati del soggetto per costruire una metaforica poetica che riguardasse un rapporto di contiguità, di rimando reciproco, di cornice in cui le vicende dei soggetti zsi appellano continuamente le une alle altre nel mondo come echi e contesti che divengono sedi di quei flussi esistenziali da cui solo contingentemente si distacca l'IO individuale. Questo fa s'ì che la poetica si caratterizzi come un intersecamento costante di lirica e racconto di aulica e di metro e del ritmo che riguarda la quotidianità che ripete e ripercorre un repertorio di parole ed immagini tipiche della banalità del vissuto, mentre invece Giuda Iscariota voleva attuare una rivoluzione che superasse le relazioni asfissianti, quelle svilenti, quelle passive trovando una direzione innata e fantasmatica con l'oggetto più che altro che emulasse quello materno come strumento in grado di gratificare l'antico fanciullino che è dentro di noi piuttosto che riuscire finalmente a vedere nella figura materna specie da parte del maschio un'entità autonoma ed interattiva. Dalla rielaborazione mediata della psicologia moderna si rileva che il piacere non è mai del tutto il piacere finale dell'impulso, ma un mezzo per raggiungere il suo vero fine, cioè la armoniosa relazione con l'altro, dove l'altro NON è un derivato della fantasia incoscia come lo era per Giuda Iscariota e per Pietro quando non voleva riconoscere Cristo condannato, ma invece l'altro assume caratteristiche reali e concrete che prevedono anche l'accettazionee la condivisione del supplizio e del dolore. Il bambino deve essere orientato nella catechesi verso gli altri reali per fare in modo che il suo sviluppo riguardi finalità adattive all'ambiente per la sopravvivenza se no poi entra in gioco il patologico dell'ansietà di prestazioni  e di atteggiamenti che poi producono frustrazioni, sensi di inferiorità e fallimenti. Attualmente si pone grande attenzione all'ambiente nelle sue influenze esperienziali a livello psicologico specie nell'ambito oggettuale delle differenze individuali di diverse culture e provenienze di cui accennava oggi una responsabile Caritas in quanto ci sono differenze di istinti che vengono innescati dalla figura materna là dove per alcuni la rappresentazione rimane neutra, rigidamente distaccata e algidamente fossilizzata nel ruolo di lavoro domestico che non prevede emancipazione ed autonomia personale, negli altri più avanzati la rappresentazione potrebbe diventare estremizzata rispetto alla relazione oggettuale che considera i bambini come innocenti in contesti patogeni specie a livello delle famiglie allargate dove il figlio viene usato come oggetto di contese. Sarebbe necessaria da parte della Chiesa una forma mentis mediatica che unisce l'attenzione per le forze pulsionali la cura per gli aspetti relazionali. A questi diversi registri espressivi si pone l'aspetto angosciato che crea una scissione tra l'apparente facilità delle parole e la profondità delle analisi che talvolta paiono impietose per la violenza dei sentimenti con cui si esprimono coloro che devono scaricare le pulsioni cercando di ingannare la coscienza etica e deontologica che pone delle regole ed una saggia disciplina a cui sottomettersi per ordinare i desideri in modo che non divengano sregolatezza o frenetica ricerca di soddisfazione momentanea. La tendenza a ricercare una cultura multieuropea nella letteratura analitica potrebbe spostare il riferimento poetico ad una portata internazionale per vincere le incomprensioni incontrate lungo il percorso spesso dovute alla mancanza di ascolto di una costituzionalità inedita legata a forme di linguaggio innovativo che supera il melodramma di uno zibaldone cercando di fondere una esasperata tensione diaristica alle prove ed esercizi continui, costanti e pazienti di ricerca di equilibri incise da una vivissima proposta a cogliere fra le amarezze e le gioie del quotidiano la Fede che supera le contraddizioni e le lacerazioni interiori. Androgina quel giorno non aveva proprio voglia di lavorare specie se il suo lavoro come al solito sarebbe stato screditato dall'invidia e dalla gelosia de sottoposto agli eccessi dell'affabulazione che è inconscio riguardo all'oratorio e più conscio, magari riguardo al sentimento sintetico e conciso a rilevare le parti indicative e concrete per ottenere migliori raggiungimenti ed obiettivi. Androgina non aveva davvero voglia di lavorare per fronzoli o per trine, ma voleva lavorare solo per analisi che per la mente ed il cuore fossero fini. 

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