venerdì 21 luglio 2023

Giovanni Carullo di Avellino e Giovanna Passigato di Medicina vincono il Faraxcelsior 2023: i più vivi complimenti!

La giuria del concorso Faraexcelsior 2023 – composta da Adalgisa Zanotto, Angelo Leva, Claudio Fraticelli, Corrado Giamboni, Giuseppe Moscati, Kristian Fabbri e Nicola Scodro – giuria che desidero ringraziare sentitamente per l’attento e appassionato lavoro di valutazione, ha convenuto sulla seguente classifica (per la sez. Poesia v. qui), vivissimi complimenti ai vincitori e congratulazioni ai partecipanti votati e segnalati:  

I classificato

Il nastro rosa
di Giovanni Carullo (Avellino)

Giovanni Carullo è nato ad Avellino nel 1965. Dirigente pubblico, laureato in Sociologia con un Master in Management Sanitario. Padre di due ragazzi, appassionato cinofilo, condivide la sua vita con cinque cani di Terranova. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni e i suoi racconti sono stati più volte premiati (premio Kriterion, premio Yourcenar, premio Energheia). Vincitore con il romanzo La bocca del Dragone del premio Libromania 2021, la sua raccolta di racconti Non è vero, Nora? è stata pubblicata da Fara Editore.

Quanti sono quelli che ci hanno sperato? E quanto sono i delusi perché non poteva finire uccidendo persone? Quanti si sono immedesimati in quelle speranze per poi capire tardi che quella non era la strada giusta? Il racconto è superlativo, riporta speranze esatte, illusioni precise, dolori veri di chi ha vissuto i tempi degli anni di piombo. Non finirà mai di rileggere questo racconto chi ha dentro quegli anni. La tecnica dei capitoli brevi è quella cinematografica dell’intreccio progressivo delle vicende, il finale è l’unico possibile di una persona forte e ragionevole. (Angelo Leva)

Lo stile narrativo sceglie di nascondere i dettagli fornendo al lettore alcuni lampi di luce che illuminano le diverse scene. La scelta si mostra efficace perché invita il lettore a conoscere la scena successiva, indagare sulla trama. (Kristian Fabbri)

Racconto avvincente dalla trama mai banale. L’intreccio è sostenuto da un utilizzo magistrale della suspense, appropriato per il genere letterario scelto, senza mai risultare caotico per il lettore nonostante l’alternarsi di diversi narratori. In particolare, i brevi capitoli si alternano in un susseguirsi di transizioni inaspettate che arricchiscono la narrazione tramite flashback and flash-forward che rendono interessante, ma bilanciato, il rapporto tra fabula e intreccio. La prosa è chiara e il lessico scelto aiuta a ricostruire l’atmosfera degli Anni di Piombo in cui si sviluppa la storia. L’opera inoltre lascia trasparire la non comune profondità intellettuale dell’autore, il quale riesce con successo a far immedesimare il lettore nelle prospettive dei vari personaggi, coinvolgendolo quindi personalmente nel dramma della violenza che ne sconvolge le vite. Significativa la descrizione dell’estendersi della violenza e delle idee terroristico-rivoluzionarie in contesto provinciale, ambientazione che ne acuisce la tragicità lasciando inevitabilmente degli interrogativi aperti. L’impossibilità del protagonista di afferrare tutti i particolari della vicenda spinge il lettore a riflettere, lasciandolo con un’intrigante sensazione di dubbio. (Nicola Scodro)

Ben scritto, è un testo con un suo timbro assai riconoscibile e con un flusso narrativo godibile nonché sempre coerente, nonostante vi siano alcuni – peraltro necessari – ‘saltelli’ cronologici. È una sorta di romanzo solo apparentemente poliziesco, ma in realtà politico-sociale e che presenta una storia sapientemente costruita, mantenendo sempre un ritmo sostenuto e trovando, qua e là, una felice accentuazione ironica. Uno dei suoi punti di forza credo sia rappresentato dal fatto che i personaggi sono indagati in profondità grazie a una lente che è, sì, con ogni evidenza psicologica, ma allo stesso tempo anche, in buona misura, teatrale-scenica. Ciò favorisce una puntuale messa a fuoco di contesti relazionali multipli e intrecciati, provocando sovente il lettore a una sua qualche forma di partecipazione alla narrazione. (Giuseppe Moscati)

Che cosa sia accaduto negli anni di piombo alla nostra società è un lato ancora oscuro. Le ombre si sono allungate anche sulle generazioni successive malgrado lo sforzo di rimozione. (Claudio Fraticelli)


II classificato

L’ombra e le rose
di Giovanna Passigato (Medicina, BO)

Giovanna Passigato, nata a Legnago (VR) risiede a Medicina (BO).Laureata in Giurisprudenza a Bologna, ha lavorato per lungo tempo all’Università. Ha pubblicato: Rappresentazione per le feste di Natale in una città della Pianura padana con Manni Edizioni; la raccolta di racconti Una lettera dalla nebbia (premio Todaro Faranda) con Perdisa Editore; il romanzo Il viaggio del re morto (premio Arcangela Todaro Faranda- Fondazione CaRisBo) con Bononia University Press nel 2006; Il paese infinito pubblicato da Bacchilega Editore nel 2006; la raccolta di racconti Storie di Nueva Tijuana, Fara Editore 2018 (premio Narrabilando 2018; già finalista del premio Calvino 1996).

Il valore più grande di queste storie è il punto di vista di chi sta narrando. Ogni narratore rispetta la circostanza storica ma obbedisce anche ad un profilo psicologico ben studiato. I racconti sembrano avere un filo conduttore come il ghiaccio nel Titanic di De Gregori, le ricorrenze della fede espressa in modi diversi secondo il narrante. È un messaggio nel messaggio che chiede la rilettura per essere capito. (Angelo Leva)

Racconti che evidenziano una notevole capacità narrativa giocata all’interno di contesti storici differenti e molto precisi, che mettono il lettore in una posizione di curiosità ed empatia per condurlo verso approdi che aprono ad una maggiore umanità. (Corrado Giamboni)

Scrittura fresca, a tratti arguta, un ritmo che porta il lettore in medias res, dentro la scena come se lo tirasse per la mano, poi per il braccio fino a quando non è immerso nella storia, che si dipana quasi senza lasciare respiro sulle pagine passando da un personaggio all’altro, in un parlato continuo. (Kristian Fabbri)

Racconto che stupisce per l’abilità dell’autore nel rappresentare e concatenare tra loro storie ambientate in diverse epoche storiche, tramite linguaggio e sintassi che di volta in volta si adattano al contesto sociale e culturale del protagonista/narratore. Il primo approccio al testo sorprende il lettore, che viene catapultato in contesti remoti nel tempo e nello spazio, spesso avvolti in un alone di mistero che si dipana lentamente al procedere della narrazione. Il variare del ritmo tra una sezione e l’altra, e all’interno delle sezioni singole, dona dinamismo all’intreccio accentuando il senso di mistero, controbilanciato tuttavia dalla continuità tematica – il susseguirsi di episodi, estrapolati dalla vita dei diversi personaggi, uniti da temi quali la spiritualità, la morte, la violenza, il rapporto tra individuo e società. Le descrizioni sobrie ma dettagliate arricchiscono la prosa regalando al lettore immagini memorabili. (Nicola Scodro)

Con i racconti ricostruire e far rivivere la storia dei territori è un esperimento assai stimolante. (Claudio Fraticelli)


Opere votate/segnalate

La somiglianza delle parti
di Gualtiero Lelli (Roma)


Gualtiero Lelli (Roma, 15/11/1971) ha pubblicato: La morte è un tonfo secco dall'altra stanza e il rumore di una teiera che si infrange sul pavimento - Montag 2020; Non ricordo nemmeno più che voce abbia - Fara 2020; Storia di una regressione infinita - Fara 2022; La Città di Dio. Prolegomeni alla nuova dottrina – Montag 2022.

Una scrittura elegante, agile, preziosa, che non teme di sperimentare e di cimentarsi con cambi di registro e di genere mantenendo uno stile colto ed erudito (con qualche rischio di compiacimento postdecadente) conducendo il lettore attraverso precisi percorsi topografici e interiori per poi congedarsi a volte improvvisamente al termine di parabole non prevedibili. (Corrado Giamboni)

Attraverso personaggi e notazioni il testo compone un vero e proprio percorso letterario, dense e pieno di spunti di riflessione, così da offerire un ingresso allo studio anche al lettore. (Claudio Fraticelli)

Testo che sin dal suo incipit presenta senza timore alcuno la propria natura dotta e fa bene, poiché si tratta di un sostrato ‘culturale’ – e anzi direi squisitamente filosofico – che non grava sulla narrazione. Vi sono, è vero, tanti e tali elementi che rendono la scrittura particolarmente densa, pur tuttavia i temi affrontati (dalla solitudine alla ricerca di senso, dal dialogo intimo con se stessi alla liberazione talvolta dischiusa dalla dimensione onirica, passando dall’incanto verso il cosmo e dal nostos per l’infanzia) sono resi in maniera accattivante proprio alla stregua del citato “vinello fresco di Frascati”. (Giuseppe Moscati)

Il Talmud, le sinfonie di Malher, la cultura indiana, Francisco Goya, la fisica e altro ancora. Sotto le sembianze di un fiume di racconti si cela una cultura vasta ma non pesante. La citazione è funzionale all’evocazione in un contesto di letture godibili. Ogni racconto è una sperimentazione più per il lettore che per l’autore. (Angelo Leva)


Ti ricordi di me? 
di Sandro Serreri


Sandro Serreri (1963) vive e lavora in Gallura. È autore della raccolta di poesie Nelle stanze remote (Edizioni Cantagalli 2014) e del romanzo Mio fratello (Albatros 2017). Con Fara ha pubblicato La porta socchiusa (racconti, 2016) e Quel che resta (poesie, II class. al Narrapoetando 2018). Suoi testi sono presenti nei blog narrabilando e farapoesia.

Con uno stile chiaro, rapido, coinvolgente, l’autore spiazza mostrando si’ l’amore ma anche l’imprevedibilità del male e delle sue beffe… tutto narrato con precisione. Tanti i colori della vita! Poche sono le vite delicate… I protagonisti presentano drammi familiari, sogni, segreti. Grazie per questa abilità di scorgerli e accoglierli. (Adalgisa Zanotto)

Ogni racconto è una parte di me e io sono l’insieme. Ma ogni parte è una eccezione nella normalità. Ricorrono la solitudine, la pioggia, l’originalità fino alla malattia mentale, l’abbandono. Ma questa sensazione vaga di abbandono che mi avvolge è generativa, non mi abbandona, è mia compagna durante la lettura, parla di me. (Angelo Leva)

Il testo merita una menzione per almeno due motivi fondamentali. Intanto siamo dinanzi a una storia che ha un cuore coraggioso, approfondendo con delicatezza il tema dell’autismo in relazione a un forte coinvolgimento affettivo. In secondo luogo, poi, il linguaggio è qui un protagonista degno di attenzione, capace com’è – nel suo sapiente equilibrio – di evocare (la pioggia si fa musicista del vetro, il cielo si macchia di stelle e così via); di tratteggiare e svelare il giusto; di far intuire la luce in virtù della penombra. (Giuseppe Moscati)

Se fosse possibile una sintesi dei racconti direi: “quando l’anima è incontenibile”. Siamo in presenza di una sentita rassegna di condizioni in cui ciò che chiamiamo anima si trova a disagio nel corpo. (Claudio Fraticelli)


Lontano nel tempo, un’adolescenza beat 
di Maria Foffo (Roma)

Maria Foffo ha lavorato per 50 anni, è in pensione da 10. Da adulta si è diplomata all’Istituto Magistrale, iscritta a Pedagogia (facoltà di Magistero), laureata con lode sulla Paideia e i giovani di Platone, accolta nella S.F.I., dove tuttora è iscritta. Ho seguito due corsi Post Laurea. Ho insegnato nella Scuola Statale Primaria circa venti anni, poi nella Secondaria Superiore fino al pensionamento. Dal 2018 insegna L2 ai Migranti, come volontaria. Pubblicazioni: alcune poesie e racconti in diverse antologia; Stelle cadenti (Albatros 2016) Una storia anni sessanta (CTL 2021).

Sorprende sempre e non si spiega come l’adolescenza rimanga, per ogni generazione, il tempo delle decisioni e della irresolutezza, quando si è travolti o spaventati dall’amore. Ha la forza di scrittura necessaria per un racconto breve che induce il lettore alla curiosità della scoperta per trovarvi spesso qualche cosa che assomiglia alla sua storia. (Claudio Fraticelli)

Pensare a diciassette anni e scrivere, sapere cosa significhi beat e quindi adolescenza beat, conoscere i mito della musica-poesia di quegli anni, scrivere voglio il fondo di quella bottiglia dove c'è scritto ciò che sto per ascoltare. È un ritorno ad un tempo che non c'è più anche nelle considerazioni di un adolescente. È un racconto frutto di cura nei dettagli temporali, culturali e sociali.(Angelo Leva)


“se in cielo non ci sono stelle” 
di Simone Mazza (Parma)

Simone Mazza vive e lavora a Parma. Insegnante, formatore, imprenditore, coltiva variegate altre passioni, tra cui scrivere. Ha redatto numerosi articoli per riviste di tecnologia didattica e diversi manuali, fra i quali: The digital storytelling (2018) e Insegnare ai tempi del cloud (2015). In ambito narrativo, dopo due raccolte di racconti, ha pubblicato in varie antologie molti testi premiati in concorsi letterari (es. “Il passaggio a livello” in Creare Mondi, Fara 2011) e un romanzo storico (Memorie di fango, Prospero 2017). Nel 2020 sono uscite con Fara Storie con un’altra morale.

Testo particolarmente articolato e curato nei minimi dettagli… per narrare “alcuni avvenimenti meravigliosi e drammatici occorsi quando ero ragazzo e lavoravo in uno dei college di Cheltenham…”
Ricco di espressioni particolarmente significative, descrizioni avvincenti, esposizione di stati d’animo e sentimenti. Ambienti, persone, ricordi coinvolgono il lettore, lo conducono fedelmente e lo lasciano comunque libero di poter effettuare valutazioni personali. Complimenti! (Adalgisa Zanotto)

Un testo complesso, per iniziati alla cultura musicale ma assai ricco di spunti, che segue e forse prevale sul racconto. (Claudio Fraticelli)

Se in cielo non ci sono stelle,  raggiunge le vette della poesia musicale di Dei musicali come Sid Barrett. (Angelo Leva)


Un mucchio di storie 
di Giovanna Iorio

Giovanna Iorio, irpina, è vissuta per anni a Roma ma si è recentemente trasferita nel Regno Unito. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie. Le più recenti: Poesie d’amore per un albero (Albeggi 2017), Haiku dell’Inquietudine (Fusibilia 2016) e Frammenti di un profilo (Pellicano 2015, con Post poesia di Renzo Paris). È presente in molte antologie tra cui Cuore di preda (CFR) e SignorNo (SEAM). Collabora con Erodoto108, Roma&Roma e DiarioRomano. Dopo aver vinto il concorso Pubblica con noi è uscita con Fara La neve è altrove (finalista al Camaiore 2017 e al Premio Città di Arona 2018). Nel 2017 pubblica, sempre con Fara, Succede nei paesi (Prima rosa del Camaiore 2018). Ha ideato e cura il progetto sonoro Poetry Sound Library. Nel 2019 sono usciti I giorni della volpe (Gattili Edizioni) e Ora rischiara (EscaMontage).

Ripercorre l’infanzia raccontando storie come flash. Recupera il tempo perduto e trova nuovi significati. E raccontando esercita una abilità tipica dei poeti, quella di evocare senza dire. Nel complesso il racconto esprime una ricerca di identità che a tratti diventa un grido, forse una richiesta di aiuto al lettore he così può diventare il vero autore. (Angelo Leva)

La composizione di frammenti sembra trovare corrispondenza nelle scelte di tanti narratori. Situazioni in cui la micro narrazione si propone più come occasione di esposizione stilistica nella costruzione di scene e situazioni, piuttosto che la composizione di una trama far muovere i protagonisti. (Claudio Fraticelli)





1 commento:

Marilù ha detto...

PER tutti gli autori postati penso che non conoscano bene il concetto di idealtipo nell'oggettività concreta della scienza e politica sociale che indica il concetto più specifico per comprendere l'agire sociale sia nella propria individualità e sia in quella dei personaggi protagonisti dei romanzi. L'idealtipo è una REGOLA generale ed anche ipotetica che dovrebbe essere adottata in modo che i romanzi non siano dispersivi ed in modo da comprendere al meglio gli eventi o le motivazioni che li hanno ispirati: le costruzioni mediante astrazioni in riferimento ad un senso, valore o scopo verso i lettori deve essere diretto non ad una semplice riproduzione della realtà vissuta o proposta, ma deve riuscire a selezionare alcuni fattori fondamentali ed essenziali di costruzione critica connessi con il contingente. L'idealtipo è tanto più efficace quanto sa essere logico nonostante i concetti limite di valore esclusivamente euristico specialmente nei criteri di COMPARAZIONE con il passato, con l'infanzia, con i ricordi o con un mucchio di storie intese come probabili scuse ad un impegno concreto a superare una vita ordinaria che viene percepita poi dal lettore come tipizzazioni che rischiano sì caro Alessandro Ramberti di divenire successivamente ANONKME quanto più viene a mancare l'esperienza e l'incontro indagatore e veritiero diretto e speculare. L'idelatipo è importante e ngli autori NON dovrebbe mancare per un successo di orizzonte costitutivo. Marilù