venerdì 11 maggio 2018

Melissa Corbi racconta la vita e la morte di un'anima

Il solstizio dell'anima è innanzitutto una raccolta di poesie, frutto del lavoro e delle emozioni della giovane scrittrice e blogger Melissa Corbi. Ma come sempre quando si tratta di un'opera letteraria, questa definizione non può bastare.





Titolo: Il solstizio dell'anima

Autore: Melissa Corbi

Numero pagine: 35

ASIN: B01J3SWPIY

Versi poetici, emozioni ed amore caratterizzano "Il solstizio dell'anima". Poesie intense, struggenti di un amore trascorso, morto ma sempre vivo. Un diario di poesie che inizia il 7 giugno 1988 e termina il 31 dicembre 1988.

Un uomo ripercorre la sua storia d’amore.




Il libro di Melissa è anche il racconto di un'anima, quella del protagonista, che attraverso il cammino delle poesie arriva a un punto cruciale: il suo solstizio. Ovvero il momento in cui, nel bene o nel male, la coscienza prende consapevolezza di sé, dei propri sentimenti, della propria reale condizione. E forse per la prima volta, rileggendo le parole dedicate a una persona che non è più con lui e rivivendo nella mente i pensieri che le ha rivolto da quando se ne è andata, l'uomo di cui sentiamo la voce attraverso la penna dell'autrice riesce a essere onesto con se stesso: perché occorre coraggio per guardarsi dentro e ammettere la propria distruzione, la miseria in cui una mancanza, una semplice assenza, può gettare lo spirito di un amante.
Occorre coraggio per confessare un inevitabile suicidio della mente, che non riesce a resistere di fronte al dolore.

D'altra parte, questo sforzo di sincerità deve ottenere un qualche riscatto: infatti l'anima del protagonista, pur in mille pezzi, riesce a raggiungere il suo solstizio, la sua maturità, la sua presa di coscienza delle cose... E questo è un traguardo che non tutte le anime raggiungono.

Che si tratti dell'inizio di una nuova stagione oppure del tramonto su un autunno triste, il quale lascerà il posto soltanto al gelo dell'inverno, dipende dal personaggio e a noi non è dato saperlo; ma il solstizio dell'anima, quello vero, avviene nel silenzio delle pagine di quest'opera, e nel cuore del lettore.

Ho avuto il grande piacere di scambiare quattro chiacchiere con Melissa, e anche se occorre sempre una certa delicatezza per accostarsi a opere come questa, ho voluto approfondire con lei alcuni temi principali.


Ciao, Melissa! Siamo qui per parlare della tua raccolta di poesie Il solstizio dell'anima. Ti andrebbe di rispondere a qualche domanda?
Certo che mi andrebbe, Elisa. Iniziamo!
I solstizi sono momenti importantissimi: segnano la venuta dell'estate e dell'inverno, e contribuiscono all'armonia della natura in quanto ogni stagione è portatrice di nuovi doni; persino l'inverno è essenziale all'equilibrio. Tuttavia mi sembra di capire che il solstizio della tua opera non sia l'inizio di un nuovo viaggio, ma un compimento, una presa di consapevolezza del protagonista e quasi un testamento. Dico bene o mi sbaglio?
Hai visto giusto. Stai dicendo bene.

Sempre in rifermento alla natura, l'alternarsi delle stagioni dimostra quanto il cambiamento sia fondamentale... Eppure ho l'impressione che il protagonista dei tuoi componimenti non riesca ad accettare il grande cambiamento avvenuto nella sua vita da quando la donna che ama non è più con lui: di certo non lo vede come un'occasione per rinnovarsi, non crede che il futuro gli riservi una nuova rinascita. Secondo te esistono cambiamenti a cui non è possibile abituarsi, cambiamenti destinati a essere soltanto nefasti?

Questa domanda è molto difficile. Dipende dalla situazione, alcune sono devastanti a tal punto da non abituarsi e non vedere un futuro, ma ogni situazione è particolare ed unica e credo che, in qualche modo, con la forza d’animo, è possibile abituarsi e accettare un determinato “cambiamento”, seppure radicale.

Secondo te è giusto avere fiducia nella vita anche se si è vessati da un dolore terribile? Se durante l'inverno la natura non avesse fiducia nell'arrivo di una nuova primavera, probabilmente tutto ciò che è vivo morirebbe. Ma l'uomo fa bene a sopportare anche il più profondo dei dolori con la speranza che "la vita continui", oppure rischia di attendere invano che il gelo lo abbandoni?

Come dico sempre, la speranza è l’ultima a morire. L’uomo “fa bene” in un certo senso. Secondo me dopo una tempesta c’è sempre il tanto atteso sole, o la quiete (dipende da come si vede la situazione). L’uomo è un essere particolare, pieno di cardini e porte da aprire, l’animo umano è molto forte e in quanto tale credo sia bene avere sempre speranza e fiducia.

E soprattutto, secondo te un'eventuale primavera può venire dalla vita e dalle sue circostanze, oppure può nascere soltanto nell'anima dell'uomo? In poche parole, è la volontà dell'uomo che decide se superare l'inverno o meno?

A volte le cause esterne giocano un ruolo importante. Non sempre siamo noi ad avere pieno controllo della vita ma è possibile averlo, in qualche modo. Bisogna avere una grande forza interiore e tanta determinazione. Non bisogna mollare mai.

Tra le altre cose, nella raccolta si parla di un concetto cruciale, quello di suicidio mentale. Seppur per motivi totalmente diversi rispetto al tuo personaggio, anche una poetessa famosa come Emily Dickinson trattò più di una volta questo tema (per esempio nella poesia I felt a funeral in my brain). La depressione della Dickinson era causata da una condizione mentale e spirituale di vuoto e apatia assoluti: ciò che lei sentiva di non riuscire a conoscere era proprio la sua anima... Tanto è vero che la depressione ebbe fine nel momento in cui, grazie alla sua riscoperta spiritualità, riuscì a ritrovare l'anima che le sfuggiva. Il protagonista della tua storia sembra aver a sua volta smarrito la propria anima, non per una questione spirituale ma perché identifica l'anima nella donna che ha perso.

Secondo te è giusto amare fino al punto di confondere la propria anima con quella di un'altra persona? E soprattutto, è inevitabile?

Non è fondamentale ma è giusto amare, abbandonarsi a qualcun altro. Come disse qualcuno “nessuno si salva da solo” e condivido appieno questa frase. Non è inevitabile ma forse, a volte, è indispensabile.

Le tue poesie sono scritte da un punto di vista maschile, e si rivolgono a una donna. Posso chiederti se si tratta di due personaggi immaginari o se c'è qualcosa di autobiografico nella storia dei due amanti?

Nelle mie poesie non c’è niente di autobiografico, è tutto frutto della mia fantasia, forse c’è qualche influenza presa qua e là tra i miei conoscenti.

Può esistere un qualche legame tra Il solstizio dell'anima e il tuo romanzo Lilith? E, se sì, quale?

Questa domanda è abbastanza complessa. Potrebbe lontanamente esistere qualche nesso ma al momento non mi viene nulla in mente. Forse l’unico nesso sono io. In tutto ciò che scrivo c’è un pezzo di me, del mio cuore, della mia anima e della mia vita.

Ti ringrazio di cuore per il tempo che ci hai dedicato. Buona fortuna per tutti i tuoi progetti letterari e non, e alla prossima!

Articolo e intervista a cura di Elisa Costa

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