martedì 27 febbraio 2024

 ESSER SAR DEGNA. Io non la conosco bene la Sardegna, a me pare un isola lontana che ha forma di quadrilatero in cui su ciascuno dei lati si apre una grande insenatura corrispondente ai golfi di Asinara a Nord, di Orosei ad Est, di Cagliari a Sud, di Oristano ad Ovest. Io la Sardegna la vedo sulla cartina geografica come un'ampia depressione, in cui la pianura del Campidano, ed un mosaico di catene, massicci e tavolati colline e montagne costituiscono il panorama, ma per il resto cosa so della Sardegna? Quello che posso sapere, lo leggo dai giornali che parlano di elezioni amministrative e di una donna ingegnere e manager che prova a riportare in alto il valore della sua terra nonostante il quasi totale smantellamento delle attività estrattive per lo smobilitamento del comparto piombo-zinco, mentre è in attesa di riconversione d'uso quello di carbone del Sulcis e più che altro l'industria sarda è conosciuta per i prodotti di allevamento ovino e caprino e nell'agricoltura per gli olivi, le viti, i cereali, i prodotti ortofrutticoli e soprattutto il sughero. C'è mancanza di alternative occupazionali tranne nel settore turistico, in cui prevale la componente costiera e balneare e quindi ci si chiede cosa si potrà mai ricavare dalla regione Sardegna, quale prospettive a parte il territorio naturalistico ed escursionistico che non ha nulla da invidiare a nessuno specie per i parchi nazionali, le numerose oasi e le riserve ed aree di wilderness uniche in Italia e per il patrimonio archeologico-artistico. Ma subentra la new economy dell'affitto di nuraghi e di masserie per coloro che vogliano lavorare o soggiornare in pace e tranquillità. Cosa significa oggi esser Sar degna e poter trovare in questa parola la vera dignità?? Significa forse conoscere la Deledda con la sua narrativa situata talora sulla scia del verismo di Verga e talora accostata al decadentismo, che si basa su forti vicende d'amore, di dolore e di morte, nelle quali domina il senso religioso del peccato e la coscienza di una inesorabile fatalità. Significa conoscere l'eco di quelle incurvature montuose di intensa comunione di luoghi e figure, tra stati d'animo e paesaggio che è quello aspro, non rappresentato secondo moduli, e nemmeno con una coloritura fantastica, bensì nel vissuto da cui emerge un mondo barbarico governato però da salde leggi morali immutabili nel tempo. Conoscere la tipicità dell'esser Sar degna significa conoscere una certa fermezza e coerenza di un impegno che ora la neoeletta Alessandra Todde si prende sulle spalle, per una capacità di penetrare e fare penetrare con sicura intuizione nei drammi di una terra abbandonata dove si agitano le coscienze nel fondo di canne al vento che salato piega tentando di fare sfuggire da ogni catalogazione di isola dispersa e vinta dell'edera di Antona Traversi dove l'essere autodidatti non delude e non spaizza o sminuisce il valore della cultura femminile, anzi la celebra nella sua intuizione fino a portarla al premio Nobel per la letteratura e fino a fregiarla di rappresentanza come per dire all'Italia ed al mondo intero che chi ha volontà di comprendere con l'anima e di studiare con il cuore oltre l'ostacolo prima o poi viene premiato e riceve il giusto riconoscimento che è un attestato di considerazione per chi si impegna a far conoscere la parte migliore di un'appartenenza, di un amore che vince anche le montagne e la durezza della roccia per divenire un fiore fra le teste di moro della bandiera sarda che non fanno altro che far intravedere l'inclusione di più culture. Esser Sar degna significa conoscere un nuovo modo di ascoltare ciò che manca e ciò che ci vuole per diventare importanti e grandi, nella vita: l'amore per la coscienza libera di sognare fra le canne al vento, fra la cenere ed il Dio dei viventi e fra la Cosima che fa intravedere la Grazia sugli scogli e sull'illuminato mare dove ognun può sostare senza fiato a respirare la poesia. 

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