All'Istituto Alberto Marvelli a Francesco Pittalis e Paolo Cannas, Alessandra Todde - LA POLITICA DI ESSERE DONNA. L'economista Alboni stava riflettendo sui risultati delle regionali della Sardegna, avendo molti dubbi sul rispetto del programma proposto specie riguardo alla promozione della tutela della salute, volta al miglioramento, al mantenimento, al recupero e alla riabilitazione dello stato di salute fisica e psichica della popolazione. La legge n. 833/78 aveva come obiettivo di fondo quello di garantire caro Paolo Manzelli ad ogni cittadino per l'universalità del servizio il consumo sanitario e, quindi, la tutela della salute, a prescindere dalla capacità dei beneficiari di pagare il relativo costo. Con le ultime riforme gli ospedali più importanti hanno riottenuto l'autonomia giuridico-finanziaria non tenendo, però, cara Elly Schlein in debito conto che la spesa sanitaria è finanziata per lo più con il prelievo di contributi sociali che per una quota relativamente maggiore sono a carico dei datori di lavoro e del bilancio dello stato che confluiscono nel fondo sanitario nazionale (FSN) ripartito fra le regioni sulla base di alcuni parametri che tengono conto, fra l'altro della popolazione, della percentuale di anziani, del tasso di mortalità e dall'IRAP (imposta regionale) che viene definito come un tributo proporzionale sul valore aggiunto degli esercenti attività produttive che va dal 2,93% fino al 6,82% delle assicurazioni con una media ponderale del 4,87% per cui le regioni dovrebbero destinare la quasi totalità del gettito alla spesa sanitaria e che prevedeva accordi per gli sforamenti rispetto ai fondi stabiliti per le regioni per una gestione operativa della popolazione sanitaria completamente a carico e sotto il coordinamento delle regioni stesse. Con la riforma proposta nel 2000 i medici ospedalieri debbono scegliere tra attività privata intramoenia (all'interno degli ospedali) e extramoenia ed ovviamente tendono per la più parte a scegliere l'intramoenia perché consente agli specialisti di godere di un significativo incremento di salario, in aggiunta della maggior parte dell'attività privata, peraltro praticata in base a tariffe concordate con l'ospedale. Il problema principale caro Paolo Manzelli della sanità è dovuto a potenzialità di abuso del consumo sanitario ed il ticket non è altro che un modo per frenare tale abuso specie per le prestazioni di pronto intervento e quindi di spreco di risorse che portano ad inefficienza del servizio. Il medico di base poi nella prescrizione per l'uso delle strutture sanitarie sulle scelte di fatto è più portato a soddisfare i desideri dei pazienti in quanto essendo remunerato su base capitaria non ha valide ragioni per non soddisfare le esigenze dei suoi utenti, tanto più che non ci sono a suo carico controlli vincolanti e credibili. Si ha di fatto quindi una collusione di interessi fra medico e paziente, con lo stato che funge da pagatore di ultima istanza degli sprechi e degli abusi. Bisogna quindi cercare di attuare una valida contrattazione per la Diagnosis Related Groups o meglio per ROD (raggruppamenti omogenei di diagnosi). Ci sono delle classificazioni caro Corradori Tiziano sui raggruppamenti di interventi, che a prescindere dalla loro diversità, comportano sostanzialmente lo più o meno lo stesso costo per il quale bisognerebbe stabilire dei margini di sforamento per emergenze per autonomie giuridico-contabili e budget per ciascuna struttura produttiva. Bisogna perciò chiarire a tutti i cittadini che la spesa sanitaria a livello regionale ed in particolare a livello delle singole ASL pone le premesse per una deresponsalizzazione in merito in quanto ogni ASL tende a tirare l'acqua al proprio mulino per interesse a spendere molto in quanto i benefici sono goduti per lo più dai residenti a livello locale, mentre poi effettivamente il carico dei costi vengono diffusi sull'intera collettività. Si propone dunque a livello sindacale in rappresentanza dei dottori Morolli Luca, di Noceroni Luigi, di Stefanetti Marco, della dottoressa Giampalma e del dottor Leurini Rodolfo di determinare definitivamente la percentuale di IRAP che viene destinata a valore pubblico sanitario e quella che viene destinata a valore privato per dare maggiore possibilità a tutti i cittadini di qualsiasi regione di poter usufruire meglio ed in maniera più equa del SSN specie a livello preventivo là dove dopo il COVID19 si è compreso che le patologie polmonari, cardiovascolari e oncologiche la fanno da padroni riguardo la scelta della prevenzione e riguardo l'impatto emotivo che producono nel pubblico come malattie invalidanti considerando anche i gravi traumi, ma ora si affaccia caro Marco Zamparetti anche la linea psicologica specie dopo i pregressi lock down che hanno sfasato e sconquassato molte persone a livello mentale generando psicosi e nevrosi e peggiorando quelle già esistenti l'avvento del COVID19. Perciò si propone di stabilire un numero di degenze su cui basare il calcolo e si propone di stabilirlo in 3.500.000 l'anno, un tasso di ospedalizzazione medio e si propone di stabilire 170%; un tasso di utilizzo medio dei posti letto e si propone l'80%; una degenza media e si propone 7 gg; e tutto questo per ridurre i costi e fare in modo da attuare un servizio più qualitativo in merito. Perciò si pronone alle parti in causa il seguente calcolo sull'attribuzione dell'IRAP al 4,87% del valore di 3.500.000 = 170.450 al 170% = 289.765 x 12 mesi = 3.477.180 euro a regione circa con una riduzione rispetto ai 3.500.000 di = 22.820/12 mesi di 1 anno = 1.900 euro per l'ingaggio di un medico ricercatore all'interno della struttura ospedaliera per la prevenzione specie nel campo delle patologie diabetiche che potrebbero incidere sulle patologie cardiache ed oltre e di creare così degli ambulatori diabetici su tutti i territori. Infatti, in base al decreto le regioni che intendono andare oltre a tale limite di 23.000 euro al mese e quindi di 276.000 euro l'anno di margine di spesa devono reperire totalmente in loco (con tributi locali o ticket aumentati) le risorse addizionali. In tale modo prende corpo un incentivo alla spesa o meglio all'investimento responsabile per una migliore correlazione fra costi e benefici da parte dell'utenza. Infatti per gli operatori sanitari ed i medici in particolare devono essere previste anche penalità correlate alla effettiva performance misurata con l'impiego di indicatori positivi sul servizio da parte dell'utenza e sui risultati efficacemente ottenuti dalle prestazioni nella struttura sanitaria che per altro deve essere dotata di apparecchiature e strumenti di ultima generazione e all'avanguardia e di uno studio continuo per una contabilità di investimento a livello industriale e manageriale più corretta dove il comportamento del medico sia valutato quando possibile su seri e accreditati protocolli diagnostico-terapeutici sui quali esista un ampio consenso e quindi quello proposto vale a PROTOCOLLO generale se viene firmato ed accettato dalle parti per fare maggiore chiarezza che tutti vogliono raggiungere lo stesso obiettivo: non arricchirsi troppo sulla pelle della gente che soffre e pena e soprattutto raggiungere un buon servizio sanitario nazionale che vale a vivere almeno un'ultima buonissima cena.
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