L'ACCOLTELLATA RETORICA. I casi delle donne accoltellate furono assegnati alla giornalista Giorgia Cardinaletti che decise di indagare ponendo degli interrogativi alle amiche delle vittime per verificare, in prima persona, il punto di vista delle donne in merito. La prima ad essere intervistata fu Elena la sorella di Giulia Cicchettin con l'interrogativo "Quali erano secondo te i rapporti di coppia fra l'imputato e la vittima?". La risposta fu quanto meno sorprendente "I rapporti erano altalenanti, prima sembrava che lui l'amasse perché sapeva essere dolce, gentile e delicato, mentre lei sapeva essere maliziosa al punto giusto, quel tanto che lo scuoteva dal suo torpore e gli faceva trovare la passione, accendendola ogni volta che la incontrava. Intorno a loro, d'altronde, non c'era che malinconia di una distesa pianeggiante grigia e cupa, che non offriva molti spunti di divertimento e che generava una profonda solitudine ed un anima indifesa poi accetta la sfida di poter peccare superando pure se stessa ed andando al di là di ogni ostacolo, persino quello di vivere la sessualità. A lui piaceva essere provocato da quello sguardo così innocente che lo sfiorava in ogni dove e da quel modo che lei aveva di sorridere così candido e ingenuo, tanto da destabilizzare e da desiderare di peccare. Infondo, penso che anche a lei piacesse la sfida contro la roccia di quell'irreprensibile ragazzo, di quel suo modo di essere forzatamente rigido in quei precetti che gli avevano insegnato dove anche chi solo desidera è condannato all'inferno e dove cedere nella carne, appare una debolezza. All'inizio tutto appare come una magnifica giostra, dalla quale non vorresti mai scendere e poi ti accorgi che ti eri lasciata convincere a farti coinvolgere negli inganni di una illusione e allora ti decidi a cambiare prospettiva, ma quando lo fai non lo sai che ti stai scontrando con il lupo cattivo e furbo, che conoscendo la tua fragilità decide di ricattarti con la storia del suicidio ed allora tu per paura cedi, ti lasci convincere a rimanere comunque accanto a poter piano, piano riuscire a fare accettare il tuo allontanamento. D'altronde siete ancora giovani e possono capitare altre occasioni ed altri incontri che potrebbero dare la possibilità di esprimere di nuovo l'affetto e poi l'amore nello slancio e in quei momenti intimi, in cui ti rendi conto che di sentirti amato nell'appartenenza di un altro non puoi davvero fare a meno. Ma che dico? Sto mentendo anche a me stessa, qua in questa grigia e dispersa pianura non ci sono possibilità, non ci sono prospettive, qua c'è solo il delirio della paranoia che ti perseguita, qua ci sono solo diffidenze e distanze fra una persona ed un altra e nessuno riesce mai a colmare quella sete di amore che si sente impellente, che si avverte in ogni istante. Avere fra le braccia qualcuno, che ti ringrazia di essere nata, fra le mani le sue carezze, che sanno appoggiarsi sulla pelle di ceramica e la bocca che sa baciare la tua carne come se fosse un cibo gustoso e succulento, avere, avere, avere... L'amore non sa mai completamente essere in te contenuta, l'amore mai basta e poi finisci per tradirne pure l'ideale pensiero, finisci per distruggere tutto ciò che era stato costruito e deturpi il suo fiore e poi lo sfiguri dentro di te, per avere qualcosa in più, per sentirti più affascinante, più bella, stimata, più di tutto amata, amata, amata. Invece finisci per mentire che va bene lo stesso, anche quando c'è quella cattiveria che vuole evoluzioni da parte tua dentro ad un letto, nel soddisfare uno sporco desiderio e nel sentire così che va bene, che è bello fino all'ennesima potenza quell'amore e che se ti fa male è perché infondo ti vuole tutta per sé, tutta per lui che ti ama, ti ama, ti ama. Ma ti inganni, non è mai amore dentro te è solo una stupida apparenza sapere che ti farà il regalo a san Valentino, che ti porterà a cena, che non ti farà mai mancare le sue attenzioni, di giorno, di notte, di giorno, ogni giorno e ti sarà sempre accanto anche nella cattiva sorte, contro tutti e tutto, ti proteggerà e ti salverà dalla tua malinconia. Ecco questo era inteso come amore: vincere la malinconia" La giornalista riflettendo si disse che quella testimonianza poteva essere plausibile però decise di scavare ancora come se non fosse del tutto convinta di quello che le era stato rivelato e così decise di andare ad intervistare Giulia l'amica di Sara Buratin ponendole sempre la stessa domanda per comparare la risposta con quella che aveva ricevuto da Elena ed ella rispose "Sara si fidava, aveva piena fiducia nel suo compagno tanto che sentiva dentro di sé una forza che la spingeva verso di lui come se fosse il suo destino rimanergli accanto perché con lui riteneva di sentirsi colmata e di essere cambiata in meglio quando invece si era lasciata come molte sedurre dal fenomeno che era e di cui contemplava e adorava la bellezza della favola come se fosse Cenerentola al suo primo ballo e come se avesse perduto per sempre la bussola del suo valore e rimanesse legata a lui nonostante tutto per una forma di abitudine e perché non sapesse dove andare o non sapesse con chi altri potesse congiungersi in quell'amore disperato di quell'angelo caduto dal cielo che non aveva più ali per volare e si sentiva perso in ogni suo momento di vita e di prospettiva. Non esiste più ormai l'amore cortese della cultura romanza medioevale e nemmeno l'amore stilnovista che celebra i sensi dopo un percorso vissuto nella conoscenza del valore di ciascuno, non esiste più un amore gentile, ma c'è piuttosto la tendenza al conflitto per avere uno spazio privilegiato ed autonomo, nell'esigenza di confrontare dentro questo spazio i valori della bellezza della passione e del coinvolgimento e soprattutto della sensualità che oscilla fra occasioni di brevi estasi del momento e momenti di profonda delusione, di sensazione di frustrazione a non riuscire a raggiungere l'obiettivo tanto agognato: appartenersi per sempre dove quel per sempre ti lega in maniera soffocante se non addirittura umiliante fino all'esasperazione più totale. L'amore non è più una forza eroica e magica, l'amore diventa una competizione fra le parti a chi dà il meglio o il peggio di sé stesso e a chi sa mentire meglio persino nell'orgasmo, tanto che non te ne rendi conto e ti dici che è stato fantastico, ti dici che è stato indimenticabile, ti dici che è stato un momento unico vissuto però come dentro al film che ti girava per la testa di quella Rossella O'Hara del film "Via col vento" che sa sfidare anche l'amaro destino con la sua determinazione, con la sua prepotenza, tanto da riuscire a raccontare la menzogna che domani sarà un altro giorno, quando invece il domani sarà sempre uguale, sempre pieno di lividi e di distruzione, sempre come una coppa di fiele da ingoiare e sempre brutale e crudele come quell'infido serpente del peccato di Eva che sa come convincerti che seppur disobbedendo al comandamento di non desiderare altro di più di ciò che hai e di tenertelo stretto sarai comunque giustificata nel tuo tradimento e potrai godere dalla coppa dell'amore la sua ambrosia. Questo è il concetto dell'amore: continuare a resistere nonostante tutto, cercare di uguagliare un ideale di Cenerentola al ballo che sa diventare la principessa del focolare" Certo pensava Giorgia, noi siamo fatte per amare e per sopportare i pesi ed i sacrifici di questo amore, siamo fatte per capire, per ubbidire per resistere ad ogni avversità, per compiere un viaggio il cui orizzonte è una vita di comunione insieme dove si scopre il meglio ed anche il peggio e si cerca di trovare punti di svolta insieme, certo siamo fatte per amare con la mente ed il cuore aperti, ma non siamo fatte per il sopruso, non siamo fatte per la violenza, per le parole dette male, per quegli sguardi feroci che umiliano, per una competizione in cui perderemo sempre perché più deboli e fragili, perché disposte alla sottomissione e alla schiavitù ad un padrone che ci comanda e ci guida al delirio. Certo, siamo fatte per amare con 2 braccia sempre tese anche nella croce, con il coraggio e la forza di essere madri, amiche, sorelle, compagne di vita che si affiancano nel cammino dove si trova la realizzazione, certo siamo fatte per amare, ma senza dolore di peccare, senza il timore di essere sbagliate, di essere un errore, siamo fatte per amare, amore del nostro stesso amore.
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