martedì 27 febbraio 2024

 All'Istituto Alberto Marvelli a Gabriele Trivellin a Sangiuliano a Zamparetti Marco  - IL RICONOSCIMENTO DELLA NUOVA FILOSOFIA GIUDIZIALE. Bergonzoni era una professoressa di diritto amministrativo alle scuole tecniche di ragioneria e del liceo scientifico "Einstein" di Milano ed insegnava da ormai più di 10 anni, solo che non credeva più in ciò che insegnava perché non si considerava mai la concezione estroversa vantaggiosa nella formula del diritto ed invece si considerava sempre quella mortificante che faceva violenza sul sentimento e sulla sensazione tanto da suggestionare la concezione ideale della giustizia, lasciando apparentemente campo libero ad un azione dell'oggetto. Il punto di vista estroverso, non si accontenta di avere campo libero, ma richiede anche una chiara formulazione nella quale l'elemento ideale si adegui al valore sensoriale, proprio così come la formulazione ideale esige che ad essa si adeguino il sentimento e la sensazione ed è per tale motivo che c'è il comandamento "ONORA IL PADRE E LA MADRE" in quanto in tutta la tematica giuridica c'è una base di buon senso di amministrazione che viene definita del buon padre di famiglia. E' il rapporto con le idee sulla potestà genitoriale che fa cambiare prospettiva perché può essere improntato maggiormente al sentimento oppure maggiormente alla riflessione a seconda delle tematiche e la rettitudine va al di là del pensiero e dal sentimento in quanto sia colui che è retto dal pensiero come Alessandro Ramberti e sia colui che è retto dal sentimento come Marilù può essere dominato dall'idea e dall'oggetto ed è questo che fa la differenza fra chi subisce e chi ostenta, fra chi è debole e fragile e chi invece è narcisista. La realtà giuridica più obiettiva è quella di non lasciarsi influenzare dal carattere o dal ruolo ricoperto, né tanto meno dalla quantità di un valore, ma dal giusto equilibrio fra qualità e sacrificio per raggiungere il valore se no, alcuni non riescono a comprendere che ci deve essere il riconoscimento, il giusto tributo, il giusto salario e la giusta soddisfazione anche a livello morale prima ancora che materiale. Tutti noi sottostiamo a delle limitazioni inevitabili delle quali occorre tenere debito conto nel giudizio specie per caratteri inferiori connessi alla deficienza di sviluppo che richiedono critiche e correzioni che riguardano la terminologia, se no NON si può davvero usare il termine "ammirare" un individuo se non si conosce l'aspetto positivo del termine che significa anche saper apprezzare quando invece è nella questione della meraviglia destata da invidia e gelosia che bisogna riflettere bene. La formulazione dettata in generale dalla chiesa sul discorso degli scribi e dei farisei riguardo al volersi fare ammirare nelle piazze ed avere un valore di spicco e di prestigio, potrebbe essere arbitraria e frutto di affrettata generalizzazione e quindi il giudizio su un soggetto che per strada viene riconosciuto come un vip potrebbe essere parziale, senza conoscere la sua vita, il suo percorso e le sue idee in quanto la professoressa Bergonzoni ammirava molto il santo Padre Francesco perché lo riteneva un buon esempio da seguire e da ascoltare e quindi riteneva giusta questa ammirazione e accredito che è dovuto all'unità che genera lo Spirito Santo all'interno della santa chiesa. Non bisogna disconoscere i vantaggi che in fatto di intelligenza, la generazione attuale, presa nel suo insieme, potrebbe avere di fronte a ciò che di meglio ha prodotto il passato; essa deve però affrontare la contesa a ranghi serrati e misurare il tutto col tutto. Quale singolo uomo moderno può farsi innanzi nel competere, uomo contro uomo, con un singolo ateniese in fatto di umanità? Donde viene soprattutto l'inferiorità dell'individuo nonostante la superiorità della specie umana presa nel suo insieme? La risposta della professoressa Bergonzoni era che ancora oggi, si imputa l'inferiorità umana alla civiltà che viene posta nelle differenziazioni delle funzioni specie nell'arte e nella scienza , dove l'intelletto speculativo ed intuitivo entrano spesso in contrasto fra di loro e mantengono gelosamente separati i loro ambiti d'azione ed è questo che sovente lacera l'uomo interiormente specie l'intellettuale. Con il limitare della nostra attività ad un campo particolare, noi ci diamo, anche dentro noi stessi, un padrone che non di rado finisce per soffocare le altre nostre disposizioni, per cui poi la lussureggiante attività fantastica ed immaginaria devasta le faticate piantagioni dell'intelletto, dove lo spirito di astrazione e di apatia consuma il fuoco al quale avrebbe potuto riscaldarsi il cuore e accendersi la fantasia e la creatività come si auspicava lo stesso Gesù quando disse "Io sono venuto a portare il fuoco e come vorrei che fosse già acceso", ed invece, purtroppo, quando l'umanità comune prende come misura l'uomo d'ufficio che egli ricopre o come oggetto solo il ruolo, quando soprattutto poi in uno dei suoi cittadini onora soltanto la memoria, in un altro solo l'intelletto compendiatore, in un terzo solo l'abilità meccanica come per Alessandro Ramberti e rimane totalmente indifferente al carattere, allora si perde un valore per lo spirito vivo dell'ordine del comportamento devoto alle leggi e si ha il più grande ottenebramento dell'intelletto, che esige, invece, che le abilità vengano spinte alla loro massima intensità, mentre impunemente perdona la mancanza di estensione del soggetto mortificandolo ed umiliandolo per poterlo soggiogare e rendere schiavo e quindi non possiamo poi meravigliarci se mal interpretando la lettura del vangelo le buone, belle e giuste disposizioni d'animo vengano ingiustamente trascurate a favore di quella perfida e cattiva che possa procurare onori e ricompense. D'altronde la massima differenziazione topica è dovuta spesso alla malizia che sottovaluta o sopravvaluta i fattori peculiari nel contrasto con l'ambiente circostante e nei guadagni di posizione. La civiltà cristiana è di carattere collettivo che dovrebbe sopravanzare quello singolo in un gioco di squadra dove il valore del lavoro di uno è per tutti in modo che non si opprima, però, lo sviluppo individuale nel suo proprio modo di esprimersi che lo innalza a progetto divino soggettuale dato dal dogma dell'immortalità dell'anima per cui abbiamo la massima affermazione per realizzare la libertà di una minoranza di maggior valore che si delinea nello stato interiore che nell'antichità era stato una condizione esterna, cioè una funzione dominante preferita che ora potrebbe tornare in auge per conto dei social network a spese del valore dominante inferiore senza cultura alcuna. Non va bene che ci sia asservimento della massa e questa è una piaga aperta per la schiavitù delle funzioni meno differenziate che rimangono ferite ed offese da atteggiamenti scostanti ed indifferenti che appiattiscono fino a disconoscere il valore per trovarsi nell'unilateralità che porta all'inevitabile grave errore sulla specie della verità che è solo una, che è solo quella: essere umani significa accettare anche la debolezza, la sconfitta e la caduta, perché essere umani significa amare anche l'imperfezione per avere accoglienza dell'autunno dove la caducità non significa perdita ma rinnovamento per la dignitosa maggiore decenza. 

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