LA MEMORIA PUTTANA. Comparve di nuovo davanti al romanziere la donna velata di rosso che gli disse "Noi donne dobbiamo sempre portare la parte più grossa di colpa per causa di Eva che lasciandosi ingannare dalla lusinga del peccato, convinse anche Adamo che non ci sarebbe stato niente di male a conoscere di cosa si trattasse. Per questo la donna è la colpa stessa e non rappresenta mai invece una esperienza di preghiera di conoscere il bene, come un itinerario di conversione e di maturazione, come amore per la Scrittura intesa non nel senso di istruzione di Dio, ma di autocomunicazione di Dio stesso in noi. Non si ha più la coscienza della presenza di Dio che comporti alla partecipazione dei carismi ed allora si crede solo nella parte negativa del peccato che è quella di mettere continuamente alla prova ed in tensione il singolo soprattutto se donna. Noi dobbiamo sempre stare all'erta porre attenzione alle nostre espressioni e ai nostri atteggiamenti che se no vengono travisati ed usati contro di noi. Noi dobbiamo portare la maschera di cera della personalità che sta nell'abitudine che vede il maschio legge per sé stesso e che potrebbe condurre alla perversione che violenta ed uccide" Il romanziere si sentiva tormentato da questo pensiero, e non sapeva davvero come fare ad estirparlo, ma in effetti anche a lui veniva naturale confessare che la donna rappresentasse il peccato stesso, l'attrazione puttana che conduce alla perdizione. "Cosa fai, anche tu guardi ad ogni parola ed espressione che usiamo noi donne e non riesci mai a convincerti che siamo solo colpevoli di aver ceduto ad un inganno d'amore che ci ha intrappolate per sempre dietro a questo velo rosso di sangue, dietro il travaglio del parto e dietro i dolori e le sofferenze più crude e pesanti della vita??" Il romanziere sapeva che non era questione di quantità del bene che fai, ma di qualità e quando una donna mette al mondo una vita, già fa un grande bene a tutto il mondo, già dichiara il suo amore e già sa vincere il peccato e l'inganno di credere che il dono del proprio corpo per la vita sia un male. La donna velata di rosso comprendendo quel pensiero disse "Se fosse così che si vedesse il peccato originale, come un fatto di generare la vita, allora non ci sarebbe più malizia e si potrebbe andare avanti meglio e procedere senza inganni e senza menzogne e poi ci sarebbero forse meno conflitti e più intese fra i 2 sessi. Invece noi donne veniamo colpevolizzate per i nostri sguardi di bene anche ad altri, per i messaggi che lanciamo al mondo, per i nostri atteggiamenti all'avanguardia e per il nostro particolare modo di esistere che vuole superare gli ostacoli, i disagi che si creano al pensiero che tutto sia un peccato, che questo non si possa mai superare con la speranza della vita nuova e con la diffusione dell'amore che si genera dalla vita nuova che nasce e cresce prima dentro ad un ventre e poi nel mondo" Il romanziere sapeva di non fare grandi cose come quella di mettere al mondo una vita che potesse esprimere il suo particolare modo di essere e di amare e donare se stessa alla società, il romanziere poteva solo raccontarla la vita e sperare che poi si intrecciasse in altre vite, che potesse diventare un opera di vita e d'amore anche piccola come un virgulto e che divenisse la voce di tante storie che si intersecano fra di loro in modo da costruire un mosaico magnifico. Ognuno può regalare al mondo qualcosa di meraviglioso che possa lasciare di sé una traccia, ma poi saranno sempre gli altri e chi leggerà la storia a reinterpretarla e a continuarla per farla diventare vita e sogno che vive in modo diverso in ogni individuo che l'ha letta fra le righe come la propria e come la parte migliore di sé stessa. Solo in questo il romanziere riponeva la sua speranza per un domani migliore: sapere che ci sarebbe stata un altra madre che generava la vita come dono per il mondo in modo da regalare il sorriso dell'amore che sa condividere l'anima dell'esistenza.
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