LA MEMORIA PUTTANA. A quel punto il romanziere si era fermato come stanco di quel lavoro, quando si presentò davanti a lui una donna velata di rosso che voleva andare in carcere a trovare quel ragazzo che aveva sferrato quelle coltellate alla sua fidanzata come una vittima sacrificale sull'altare di un possessivo amore. "Permettimi di uscire - disse con una voce forte e linda - permettimi di andare a trovare quell'uomo e tutti gli altri che hanno usato la violenza, permettimi di farlo" Il romanziere la guardò con uno sguardo melanconico e poi le rispose "!Forse è troppo presto ancora, forse sarebbe di maggiore effetto se tu venissi fuori verso la fine della storia" "No, - rispose lei convinta - no io voglio venire fuori adesso, voglio tirare fuori la mia rabbia e la voce che mi hanno sempre soffocato" "Va bene, ma cosa gli diresti mai a quel ragazzo in carcere??" "Che ora si sentirà desolato e triste, senza avere più l'attenzione di nessuno, rinchiuso in una desolata infermeria, dove gli sguardi dei muri freddi lo compatiscono e lo sferzano con i loro spregi. Ora io diventerò per lui il peggiore incubo che lo perseguiterà nei sogni e non gli darà mai più tregua, finché non dirà tutta la verità, finché non tirerà fuori tutta la sua ombra, tutto quel livore di gelosia che aveva dentro e che lo consumava. Ed io sarò lì al suo fianco a ricordargli quel male che mi ha fatto, a renderlo cosciente nel risvegliarlo dal suo torpore, io sarò lì accanto a lui per metterlo di fronte al suo stesso spettro interiore, del quale non riuscirà mai più a liberarsi, quella figura che gli terrà compagnia fino alla fine dei suoi giorni e che non si separerà mai più da lui così come lui stesso voleva: quella sposa dal velo rosso di sangue che d'ora in avanti gli apparterrà per sempre, che sarà per sempre sua come lui tanto desiderava. Il mio corpo sarà gelido dentro al suo, la mia carne putrefatta dentro alla sua anima che non potrà mai più essere distesa ed io rappresenterò quella memoria di quell'album di fotografie in cui lui mai c'era perchè era come un vuoto, era come quella stessa voragine in cui era stato risucchiato ed in cui aveva riposto il proprio cuore rovinato" Il romanziere allora guardando quella dama le chiese "Ma davvero credi che questo possa fare effetto" "No - rispose lei - è il dolore e la sofferenza ed il rimbombo della solitudine a fare effetto, parlare con i muri, sentire solo la freddezza dei giorni ingrigiti in cui cadono tutte le speranze, e poter sopravvivere lo stesso anche se quel dolore è stato sepolto, è stato deposto sotto una pietra tombale e credevi che potesse tacere, credevi che potesse scomparire da un momento all'altro ed invece mai se ne andrà, mai si eclisserà e tutte le volte ti comparirà davanti quando meno te lo aspetti e ti distruggerà minuto, dopo minuto e momento dopo momento" Il romanziere posò la penna sul tavolo e poi rispose "No io non voglio scrivere di questo, io voglio scrivere della possibilità di vita che avranno le donne, della loro capacità di riuscire ancora a trasformare con la loro poesia amore il mondo" "Sono io quella poesia velata di rosso del sangue delle vittime, mani lorde che mi hanno picchiata e voci che mi hanno offesa in ogni mia parte, sono io quella donna, sono io quella madre e sorella e sono io quell'orfana che vuole vivere in una memoria puttana, che non si vuole più svendere per nessuno e che vuole finalmente uscire fuori nella sua verità coraggiosa: diventare la protagonista del sincero amore" "No, - disse il romanziere- non voglio scrivere queste cose, io voglio scrivere di speranza di quelle donne che vogliono avere un posto tranquillo e sicuro, di quelle madri che vogliono ancora portare in seno il frutto di un sincero amore, io voglio scrivere di quelle femmine che sono interessanti che sanno tenere la scena del libro e poi diventare il centro delle mie pagine, quelle che sanno il fatto loro e che hanno la testa sulle spalle" "Sono io, sono io quella donna ferita, quella uccisa, quella coperta di fango e di lacrime di pioggia, sono io quella dalle mani che si sono agghiacciate, dei piedi che si sono incatenati ad un amaro e cupo destino, sono io l'ombra del male e dell'amore malato, quell'ombra di morte, quel respiro bieco e maleodorante, quel destino senza orizzonte e quello sfregio acido che si è fermato sul volto.Sono io, sono io quel grido che parte dal petto, quell'ultimo sospiro di croce, sono proprio io quella che deve comparire qui per dire agli uomini di fermare la loro mano, di tacere le loro crudeli espressioni, di fermare, di fermare le urla che fanno rabbrividire. Sono proprio io e tu devi scrivere proprio di me che ti piaccia oppure no perchè un romanzo deve raccontare tutto anche se non piace e perchè è tuo dovere farlo, è il tuo bene farlo così una donna si può ricordare, la memoria non sarà più puttana, ma sarà amore di dolcezza e bellezza sotto una sottana."
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