domenica 12 novembre 2023

 LA FARFALLA FILOSOFICA DEL VALORE. Dopo aver fatto i suoi ragionamenti la farfalla rispetto alla lettura del vangelo di oggi sulle vergini stolte e su quelle sagge scoprì che si trattava di calcolare il valore normale in relazione alle imposte dirette, parametro utilizzato per determinare la misura di costi corrispettivi, qualora il prezzo effettivamente corrisposto si discosti dal valore REALE del bene, o qualora non sia stato ancora corrisposto alcun prezzo. L'art. 9 t.u. 22/12/86 n. 917 dispone che per valore normale si intende il prezzo corrispettivo mediamente praticato per i beni e servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione (5 e 5 iniziali come le dita della mano) nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono acquisiti o prestati e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi. L'art. 9 prevede, inoltre, il riferimento ai listini o tariffe del soggetto che ha fornito i beni o servizi e, in mancanza ai listini delle CCIAA e alle tariffe professionali. Il parametro del valore normale è adottato per determinare ricavi derivanti dalla destinazione al consumo personale o famigliare oppure all'assegnazione di beni ai soci, e per determinare le plusvalenze nelle medesime fattispecie. Il valore normale è inoltre utilizzato per la valutazione delle rimanenze e dei titoli azionari e obbligazionari e in materia del prezzo di trasferimento. Facciamo un esempio il signor Paolucci deve vendere dei servizi di piatti al prezzo di 5 euro al piatto per un servizio da 12 sono 60 euro di probabile guadagno così come un suo concorrente succede però che durante il trasporto alcuni piatti potrebbero sbeccarsi o incrinarsi e quindi NON li può più vendere, ma deve darli in reso alla ditta fornitrice, mentre il concorrente riesce a venderli con la regola determinata da don Renato Bartoli stamattina di 8 su 2 e cioè di considerare il minimo comune multiplo ed il massimo comun divisore che è 5 e perciò 8 x 5 = 40 con una perdita di 20 perchè 8/2 = 4 e 4 x 5 = 20 (appunto!!) Però sia Paolucci che il concorrente devono pagare le tasse sulla vendita e devono anche poter accumulare una riserva in banca per sostenere le spese di trasporto e quant'altro e quindi in realtà fanno per il concorrente 8 - 5 = 3 euro al mese e quindi 36 che deve accumulare, mentre Paolucci riesce solo ad accumulare 5 - 3 = 2 euro al mese e quindi 24 euro totali e quindi come si può notare il concorrente non raggiunge il guadagno sperato di 40, ma ne raggiunge 36 con una perdita di 4 euro totali al mese x 12 = 48 che sarebbe il guadagno a cui dovrebbe aspirare con 8 euro in più come PROVA DEL 9 mentre Paolucci si guadagna solo 2 x 12 = 24 euro e cioè la metà di 48 e perciò deve gioco forza aumentare il prezzo dei piatti a 6 x 12 = 72 euro perchè 72 - 48 = 24 PROVA DEL 9 che deve aumentare il prezzo dei piatti ad 1 euro in più rispetto ai 5 euro prospettati più sopra.  Siccome però se vendesse i piatti a 72 euro nessuno li comprerebbe perchè sono troppo cari allora Polucci decide di aggiungere ai piatti mettendoli al prezzo di 3 euro l'uno cioè 1 euro in più del valore attuariale di listino di 2 euro, anche delle posate al prezzo di altri 3 euro x servizio da 12 e quindi 36 + 24 = 60 euro totali con una perdita di 12 euro che recupera vendendo anche 4 mestoli al prezzo di 3 euro l'uno e quindi i clienti si accorgono che conviene andare a comprare la lista di nozze da Paolucci perchè è compreso il set piatti e posate da 12 e servizio di 4 mestoli e quindi il cliente si compra 28 elementi al prezzo di 72 euro con una media di prezzo di 72/28 = 2,57 e per arrotondamento 3 al pezzo e quindi in definitiva dovrebbe guadagnare 3 x 28 = 84 euro con una perdita rispetto ai 72 di = 12 PROVA DEL 9 che i servizi di piatti e posate sono da 12 con omaggio mestoli perchè infatti sono 72 euro/24 elementi = 3 del prezzo medio del valore ponderale CCIAA. Infatti 3 x 4 mestoli = 12 di perdita e quindi in realtà Paolucci deve avere una riserva bancaria per non avere troppe perdite di 12 x 3 = 36 che vanno tolti da 72 = 36 PROVONA DEL 9 che il prezzo medio CCIAA dei piatti posate e mestoli era di 3 euro al pezzo. Questo significa che il cliente fa più volentieri la lista di nozze da Paolucci in quanto poi è più propenso a ritornare per comprare anche le pentole annesse ai servizi venduti del valore di 5 euro per una batteria di 6 pentole = 30 ed una perdita di 6 euro PROVA DEL 9 che la riserva bancaria alla fine della fiera è di 36 + 36 = 72. La stoltezza sta nel non comprendere che bisogna creare una situazione di vantaggio per il cliente che così invogliato compra ad ampio raggio. 


uindi praticamente i clienti si accorgono che conviene andare a comprare da Paolucci perchè nei 72 euro 

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