sabato 11 novembre 2023

All'Istituto Marvelli, all'Università di Camerino: LA FARFALLA TEOLOGICA DEL NUOVO AVVENTO NELLA FILOSOFIA DEL VALORE. L'uomo ha sempre voluto capire il valore della propria esistenza nel suo significato e nel suo impatto sia storico che futuro attraverso l'impatto della propria presenza ed individualità. Una farfalla, quindi cercava di dispiegare le sue ali al Cielo, per ottenere da Dio il giusto e corretto messaggio da consegnare agli uomini riguardo al valore della loro vita e della natura che li circondava. Dio gli consegnò per prima cosa il BISOGNO di poterlo conoscere ed amare e di avere la curiosità di trovarlo attorno. Il primo bisogno era primordiale ed istintivo di nutrirsi, di avere un rifugio dove poter abitare e ripararsi dalle intemperie, una casa dove poter riposare e avere radici e quindi un domicilio dove costruire la propria vita. Il 2° bisogno era quello di coprirsi con abiti, non solo per il freddo, ma anche per il senso del pudore e della vergogna ad essere nudo e a scoprire parti intime. Il 3° bisogno era quello di riprodursi, di crescere, svilupparsi e potersi moltiplicare per modo che potesse rimanere una parte di sé sulla terra. Il 4° bisogno era quello di sconfiggere le malattie, le sofferenze ed il dolore e di dare un senso alla morte. Il 5° bisogno era quello di conoscere il nome delle cose, le loro forme, i loro colori, i loro suoni, o i loro sapori e di poterle distinguere le une dalle altre. Il 6° bisogno era quello di saper usare le cose, di saperle classificare comprendendo il loro significato se necessario alla vita o se necessario all'utilità di risolvere problemi e difficoltà. Il 7° bisogno era quello di comprendere la natura e di poterla dirigere a proprio favore per poter riuscire a mangiare e a ripararsi. La farfalla aveva bisogno di conoscere tutto questo succhiando l'ambrosia della sapienza e della saggezza che si trovava dentro ad un vulcano che eruttava cenere e lapilli ed anche risposte che bisognava ascoltare con molta buona concentrazione. Dio allora consegnò alla farfalla anche l'ISPIRAZIONE e l'INTUIZIONE a poter trovare attorno a sé ciò che le sarebbe servito, non solo per sopravvivere, ma anche per riuscire a muoversi sfuggendo ai pericoli ed al male che poteva incontrare lungo il suo percorso in modo tale, poi, di riuscire a rimanere impressa nella memoria quando sarebbe scomparsa per sempre dalla faccia della terra. Per questo Dio fece in modo di creare dei segni e dei simboli che potessero aiutare la farfalla a comunicare con Lui in modo tale da creare un dialogo che potesse migliorare la sua esistenza facendola crescere in Grazia e Misericordia davanti a Lui così come Egli stesso voleva per il suo bene ed anche per la propria Gloria e Vittoria. Costruì così Dio un alfabeto di lettere,  seguito da raffigurazioni e simboli che potessero esprimere i termini comunicativi che potevano raggiungerlo per fargli dare l'aiuto che più potesse esserle utile a fare in modo che il suo destino fosse eterno e si dissolvesse nell'infinito dell'Universo. Poi Dio creò la Parola che serviva a pregarlo e ad avere spiegazioni ed indicazioni sul da farsi. La farfalla però si accorse che quel sistema di comunicazione era complicato ed allora alle parole Dio aggiunse anche i numeri che servivano a dare in primo luogo un indice di significato dei vari termini, poi un valore costruttivo e di utilità del termine, un valore di impatto e di effetto del termine a livello del suo uso quotidiano e un valore affettivo e di fiducia nei termini nei confronti con la vita e le esigenze che comportava di saperla custodire e conservare. Infine Dio consegnò alla farfalla delle regole di ordine, di disciplina e di virtù che servivano a rimanere pura e a trovare la felicità. Tutto questo si trovava dentro ad una pergamena dove una penna di fuoco aveva scritto la teologia della Shoà, come voce centrale del panorama odierno delle guerre e delle carestie per poi evolvere tale discorso in una teologia ecumenica impegnativa, ma anche indispensabile alla condizione dell'autocoscienza cristiana: i suoi più noti esponenti portarono a 3 percorsi che riguardano l'interrogazione a Dio, nella complementarietà dell'ebraismo attraverso la Pace, la Giustizia e l'integrità del creato che doveva servire al superamento della crisi della secolarizzazione per una ripresa di attrazione al sacro. Ci sono moltissime emergenze da risolvere che sono più che altro dovute a vicende di fanatismo ed integralismo smodato che poco aggiungono alla teologia contemporanea nei suoi risvolti. Invece, la farfalla avrebbe dovuto posarsi sui luoghi di dislocazione ed elaborazione dei soggetti che vi si dedicano anche a livello laico ed anche nelle tematiche da affrontare. Si delineano richiami di introspezione nella dottrina della Salvezza, conseguita mediante l'opera redentrice della Grazia e della Misericordia divina nell'intimo del singolo uomo. Per questo la farfalla cercava attorno a sé delle alternative specie all'interno dei rapporti strettamente gerarchici ecclesiali di contrasto, per trovare, invece, più momenti e movimenti metodici più adatti alle varie casistiche e situazioni che le si potessero presentare di fronte attraverso un nuovo senso di osservazione spirituale degli enti astratti, specie nei problemi dei rapporti fra conoscenza empirica e filosofia, sorta come nuova disciplina eminentemente speculativa, che genera però l'ulteriore problema della coordinazione fra sapere ed agire che si basa sulle raffigurazioni a cui si dà un valore intrinseco oltre che estrinseco e poi (novità??) un valore di USO e di IMPATTO o meglio EFFETTO sociale ed economico. Infatti il possesso delle cose, significa prima di tutto il possesso del loro significato e del capire a cosa servono, come vanno usate e soprattutto perchè vengono usate e collocate e  dove vanno usate e collocate e come vengano usate e collocate. Quindi per prima cosa bisogna saper classificare le cose per distinguere se sono inanimate o animate, la loro tipologia e il loro fine ultimo per modo tale che appaia chiaro a livello schematico il loro livello di importanza e il loro indice di valore morale. Infatti le cose servono anzitutto per sopravvivere e per riuscire a generare una MEDIAZIONE (novità??) fra noi e Dio per modo che divengano nuove creature rigenerate, insieme a noi che le abbiamo ideate e create e per riuscire a costruire con esse e con l'aiuto di Dio un domani eterno che dura nei secoli della luce perpetua. Le cose sono MEZZI di comunicazione prima di tutto con il nostro cervello che riesce a cogliere in esse la sua logica e il suo raziocinio e poi le cose elaborate si trasformano e si traducono in CREATURE divine per compiacere a Lui ed alla sua infinita bontà. Le cose poi rappresentano IMPULSI (novità??) che servono a stimolare il nostro cervello perchè riesca a generare da esse nuove idee ed a costruire da esse nuovi concetti che servono ad adattarsi all'ambiente che ci circonda in modo tale che vi possiamo trovare benessere, soddisfazioni e realizzazione. Infatti bisogna saper dominare i propri impulsi e ciò può avvenire solo se li conosciamo e li dirigiamo verso orizzonti giusti e buoni in modo da evitare che con il loro cattivo impiego diventino pericoli e danni a noi e ad altri. Il peccato è un impulso a commettere il male, oppure a omettere di fare qualcosa e di impegnarci e quindi il peccato è una MANCANZA di conoscenza (novità??) ed anche di APPARTENENZA a Dio (ah però???) e poi è anche un MONITO a non rovinarci la vita e a non cadere in un amaro destino (altra novità??). La pratica delle farfalla insegnava che bisognasse trovare una MODULAZIONE del peccato perchè si traducesse piuttosto in un errore lieve, superabile, tollerabile e sopportabile in modo da ottenere un possibile equilibrio e compensazione con il bene e l'opera dell'amore umano nella sua solidarietà ed altruismo. Dio si compie in ogni cosa ed in ogni persona vivente che a Lui si affida per diventare simile al suo volto e al suo sguardo. Questo può avvenire nel saper distinguere il vero e giusto compimento della volontà di Dio, nel saper stabilire e scoprire le energie biologiche necessarie a raggiungere lo scopo, nel trovare forme di vita come concetto che comprende un nuovo approccio di osservazione e di elaborazione del lutto, della morte e del destino e poi nella prassi in senso stretto, intesa come azione esercitata verso l'esterno (compresa la vita civile-politica); di vivere l'etica in modo distinto dalla produzione tecnica e materiale e come opera separata dall'azione che la produce. Tale schema concettuale si stabilisce nel termine dianoia (conoscenza cercata per sé stessa) / pratica nella distinzione fra ragione di logica volta ad intendere  ciò che è vero, nonchè la più giusta e corretta facoltà di svolgerlo ed infine pratica del saper cogliere e giudicare i mezzi più utili a raggiungere lo scopo, sapendoli impiegare trovando il ragionamento più moderato su ciò che ssi vuole e non si vuole fare da cui risultano le decisioni. Questa è una base sistematica che serve a stilare uno studio etico che possa spaer dirigere meglio l'azione libera attraverso semplificazioni per spazi di libertà della decisione volontaria che conduce a schemi premoderni. Si delinea quindi un percorso dki negazione della prassi gerarchica teoria-prassi per evitare di allungare troppo i tempi per cui si perde il sapore e la luce del Cielo Si prospetta altresì un movimento moderno di riabilitazione mentale per una filosofia che conduca all'autonomia della coppia sapere-potere e conoscenza-interesse nelle prassi di designazione di ogni attività che miri a rapporti più distesi basandosi u regole linguistiche nelle pratiche reali che si auspica giungano a risolvere la confusione che si può generare fin anche a ridurre il cervello in un ammasso di materia grigia e niente più che poi di scantarsi non ce la farà mai più. 

Nessun commento: