LA CRISI ETERNA. La maestra dava una nota in condotta per cercare di orientare il comportamento degli alunni e tale atteggiamento serviva a sostenere il proporsi di seguire indicazioni su quali criteri e valori devono essere rispettati da chi agisce. Il Preside vedendo un asterisco nella posizione della condotta chiamò la maestra per averne spiegazioni ed ella gli rispose "Sono dispiaciuta di dover mettere un asterisco come potenziale nota al comportamento degli alunni, ma spesso essi si fanno influenzare dall'atteggiamento dei più forti e tendono ad imitarlo, mentre qui ci sono delle regole da rispettare che valgono per la retta convivenza con chi ci sta accanto e incontriamo quotidianamente e con cui dobbiamo condividere il percorso scolastico, ma poi anche un percorso morale ed etico giusto e buono. Per me, esimio Preside, la moralità indica un aspetto soggettivo dell'intenzione di ogni individuo, la sua disposizione interiore; mentre l'eticità indica l'insieme dei valori morali che si possano effettivamente realizzare nella storia e nella nostra esistenza. Ho spesso riflettuto sull'atteggiamento che dovevo prendere di fronte ai problemi di indifferenza che si sviluppano da momenti di crisi che si delineano quando la compattezza e la continuità di un mondo di valori si incrina e le norme che parevano ovvie vengano messe in discussione e non funzionano più e poi prevale la negligenza e l'insubordinazione. Tutto questo succede, quando un soggetto egemone tende a comandare e arricchirsi attraverso una intraprendenza ingiusta di chi dovrebbe rappresentare ciò che è nobile e virtuoso e che può come dissero i sofisti essere insegnato giacché consiste in una serie di regole tecniche per il corretto vivere nella società in modo tale che il criterio di legittimazione, seppur legato alle circostanze ed a fattori incontrollabili possa avere la meglio sulla sregolatezza, la confusione ed il disordine. Come disse d'altronde Platone non tutte le virtù sono prescritte a tutti, ma diverse virtù devono corrispondere a diversi ruoli sociali che ciascuno copre, peccato che noi insegnanti copriamo il ruolo di esemplificare le virtù per cui per noi il criterio del massimo bene dell'alunno resta legato all'ideologia che perseguiamo: non solo nel senso che essa, nella sua definita immobilità possa garantire giusti giudizi di valutazione del rendimento scolastico e della morale che vi si apprende, ma anche e soprattutto nel senso che il massimo bene per gli alunni ed anche per noi è quello che l'insegnamento che diamo serva ad elevarsi e a spiccare il volo nella contemplazione e meditazione delle giuste idee, senza ulteriori fini pratici se non dovuti a reali necessità di crescita, di sviluppo e di maturazione che abbiano l'obiettivo di mettere da parte le emozioni e ogni legame con il mondo sensibile allo scopo di raggiungere la meta di equilibrio fra eros e psiche. Non si pretende di attuare un etica rigorosa, ma piuttosto un etica matematica che è quella della geometria per diventare coerenti in un confronto puntuale con il costume, le tradizioni che hanno condotto e tutt'ora conducono alla realizzazione, all'autonomia e all'indipendenza dell'individuo e al contempo fare fiorire in pieno la sua particolare identità dove egli possa esprimersi in maniera pratica e creativa per modo da lasciare nel mondo la propria riconoscibile impronta storica-civile. La natura dell'uomo è data da un insieme di facoltà che gli individui portano scritta nei loro stessi impulsi che li muove ad attuarsi nei loro ambiti con la legge del loro uso e servizio a favore di una collettività. L'etica è fondata sulla natura come principio che muove ciascun individuo e le sue facoltà dall'interno, sia per la propria totalità e sia per quella cosmica da cui hanno ordine tutti quei movimenti e quelle tendenze che dipendono da una fondazione del pensiero che rappresenta il sommo bene, la possibile perfezione e la felicità di ognuno che poi sfociano nel continuo loro esercizio che dà dignità all'esistenza e all'anima specie quando si applica agli oggetti ed anche e persino a Dio stesso. Raggiungere un equilibrio è molto difficile e complesso perchè significa avere delle aperture che possano dirimere le varie ambiguità che si possono creare nello svolgimento del nostro compito tra legittimazione metafisica e quella politico-civile della moralità della condotta. L'equilibrio propone sempre di seguire l'inclinazione che porti l'alunno a trovare la propria armonia e a trasmetterla anche agli altri in una filosofia del lasciare una traccia che possa essere successivamente elaborata e trasformata fin anche ad essere reinterpretata dai nostri successori a cui va la buona e magnanima sentenza che siamo riusciti a fare in modo che ci superino e che divengano uomini o donne di rilievo che possano determinare un futuro di pace e di bellezza. Io uso un motto: "Segui il saggio, il dotto per non diventare un uomo comune e qualunque usando le tue capacità ed abilità nel cammino che sa rendere degno il costume" e seguendo tale piccola poesia e filastrocca Mi creda caro Preside, Mi sono sempre trovata bene anche nella mia con dotta. Saluti"
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