DIALOGO CON UN ANGELO. Ti chiamo caro Angelo di starmi vicino e di suggerirmi cosa sia meglio fare con quel carabiniere di cui la madre avendo telefonato ad un idraulico per uno sciacquone che aveva disastrato, invece di aggiustarlo non sapeva che lui si vergognava grandemente ad ammettere di non avere una buona intesa sessuale con la sua patner in quanto molto spesso i pazienti per esprimere un loro disagio usano degli oggetti altrimenti fanno fatica a parlarne persino con la loro madre che li ha visti nascere e persino con l'amico più fidato. Il termine sessualità riguarda degli aspetti soggettivi e comportamentali legati alla funzione non solo riproduttiva, ma anche da un istinto di conservazione del sentimento amoroso e da un espressione viva di un dialogo corporeo in cui si intrecciano e si evolvono le sensazioni, le emozioni ed i sentimenti che la riguardano. La pulsione sessuale, non riguarda solo rigidamente il buon funzionamento nella fase di coito degli organi genitali del soggetto adulto, bensì riguarda anche il coinvolgimento della sfera psichica comprendente forme di piacere preliminare di altre zone somatiche compresa quella cerebrale che si lascia trasportare nell'immaginazione e nella sensazione di vivere un sogno verso un nuovo tipo di conoscenza che sa comprendere l'affettività come un momento topico importante e preminente che si deve continuamente pregustare e desiderare. Questo discorso caro Gabriele Trivellin si trova nel libro di Samuele quando lui viene chiamato da Dio, ma confonde questa chiamata con quella di Eli perchè come molti uomini confonde la scelta della castità sacerdotale come una totale mancanza di espressione affettiva in quanto fino ad allora Samuele così come molti sacerdoti ed anche uomini non avevano conosciuto in pieno la totale espressione affettiva-sessuale che prevede l'uso del corpo persino nella preghiera come nello stare in ginocchio come per una dichiarazione d'amore, come nello stare a mani giunte come per unire 2 anime, come quella di fissare lo sguardo verso un tabernacolo come per fissare il proprio sguardo interiore verso l'oggetto amato in quanto la parte migliore dell'amore è saper amare anticipatamente ciò che non si vede, ma che si sente solo se si sa porre particolare attenzione. A livello degli interventi carcerari sacerdotali infatti per poter aiutare meglio i lavori degli psicologi bisogna fare in modo che i soggetti posti in cura e specialmente coloro che hanno commesso delitti passionali possano imparare ad ascoltare quella parte impercettibile della loro affettività e sessualità che hanno sempre trascurato e abbandonato in un angolo nascosto come fece Adamo quando nascose la sua parte intima con una foglia di fico, invece di nascondere la parte intima interiore o tenere la sua parte più delicata e fragile al riparo proteggendola da pericoli ed invadenze, da gelosie ed invidie che la potessero intaccare e rovinare. Quello che i soggetti carcerati devono comprendere così come noi è che non possiamo svelare tutto di noi e che solo Dio nel segreto come Gesù stesso ci suggerisce (di lasciare qualcosa di segreto e di non bruciare le tappe per l'appunto in modo di averne ricompensa successiva) deve poterci fare conoscere un amore diverso come quello di essere figli della luce e non delle tenebre e cioè di poter avvertire che non sono gli uomini a chiamarci all'amore, all'obbedienza ed il servizio dell'amore, ma è Dio stesso che vuole raggiungerci attraverso raffigurazioni come quella di saper vedere intorno a noi la sua immensa pazienza e comprensione di padre come quella del padre dell'idraulico che gentilmente ha spostato i suoi attrezzi con la piena comprensione di un disagio che ha avuto lui stesso nella sua vita matrimoniale e cioè quello di capire meglio quali spazi giusti potesse dare alla moglie ed ai figli per modo tale che si sentissero forti ed in grado di superare una volta divenuti a loro volta genitori le difficoltà e gli ostacoli che potevano incontrare nella vita quotidiana non solo con i figli e con il lavoro, ma anche con le altre relazioni di nuore, di generi o di nipoti che potessero avere. Non è sufficiente cercare di essere pazienti e buoni e di rimanere saldi di nervi, quando si incontrano delle persone che fanno fatica a ragionare e non vogliono mai ascoltare altro che il proprio ego e quindi conducono poi cattivi affari come quello di comprare un camper che poi ostruisce il passaggio ad altri Vicini non consentendo loro di poter esercitare in pieno i loro diritti su una entrata di un ballatoio in comune dove dovrebbero poter accedere dato che è anche loro proprietà. Così anche i carcerati devono poter avere l'opportunità di conoscere un altra entrata di amore che non sia esclusivamente quella del possesso e dell'appartenenza avvertita durante il rapporto sessuale, quando prima di tutto sono stati amati e vengono abbracciati da Dio creatore che li conosce fin dal seno delle loro madri. I carcerati così come noi dobbiamo conoscere nel segreto e nella riservatezza l'amore più intimo che ci sia che sta nel contatto con il proprio profondo denominato Dio e con il proprio vero ed autentico IO denominato Dio. Perciò l'amore vero e puro è quello vissuto per ciò che non si vede: una fede, una speranza ed una carità che sa ascoltare quelle onde che elevano l'anima senza mai farla negli abissi più melmosi ed infangati annegare.
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