mercoledì 30 agosto 2023

 IL DIARIO AMANTE. Caro diario, ti scrivo assai preoccupata del fatto che quando non riesco a trovare un bagno e mi brucia la  vescica divento nevrotica. In vacanza con il gruppo dell'agenzia "Il Pellegrino", mi sono spesso ritrovata in frangenti alquanto mortificanti specie per il fatto che la guida del gruppo cambiava idea sulla destinazione all'ultimo minuto per dare un effetto sorpresa che però in me creava un forte disagio in quanto se dopo molto tempo che trattengo l'urina, non riesco a trovare un bagno allora basta uno starnuto per avere delle perdite urinarie e ciò provoca in me una forte vergogna, ma non voglio dovere ricorrere ad un pannolino di emergenza in quanto l'interrogativo rimane su quando potrei cambiarmi e su quanto tempo dovrei sopportare la sensazione di bagnato e di maleodore addosso. In viaggio mi sono ritrovata a contatto con Miriam una signora di 73 anni che aveva una evidente demenza senile e che ripeteva spesso dei nessi che si potevano riferire ad una personalità segiuntiva e cioè dovuta a gravi difficoltà a collegare i complessi interiori che parevano staccati fra di loro, ma che impedivano al soggetto di sviluppare nella mente fortemente degradata una superiore unità. Infatti, se secondo Miriam ci si rivolgeva a lei in maniera conflittuale, ella rispondeva e reagiva in maniera aggressiva ed altezzosa e non permetteva di farle alcuna osservazione anche se le facevi in maniera benevola ed affettuosa e questo a mio avviso perchè lei concepiva solo concetti parziali di grandi complessi rappresentativi come per esempio il fatto di avere lasciato al suo unico figlio e alla sua convivente un appartamento da lei ereditato, il fatto di essere proprietaria di un altro appartamento ed anche di un certo gruzzolo che però veniva gestito come amministratore di sostegno dal di lei figlio in quanto lei non aveva cognizione del valore del denaro e aveva la tendenza a sperperarlo per cose futili ed effimere come compendio per il suo forte stato di disagio e di vuoto così come faceva una ex maestra di scuola. Questo soggetto era particolarmente logorroico e seguiva falsi impulsi libidici verso estranei che potevano attirarla nonostante la veneranda età di 85 anni, ma più che altro ella seguiva una sua egoistica aspirazione di potenza seduttiva su alcuni uomini che prendeva di mira come sfogo del suo senso di inadeguatezza con scuse labili come quella di poter farsi tradurre gli articoli di un giornale tedesco oppure quella di poter fare i complimenti ad un passante che stava parcheggiando l'auto. Invece, al contrario, Guglielmina era particolarmente introversa e cercava di armonizzare, qualche volta, in qualche suo scorcio di conversazione i propri complessi di isolamento evitando di riferirsi sempre alla sorella con cui aveva un rapporto simbiotico e di dipendenza, da cui tentava di distaccarsi rendendosi partecipe delle proposte di attività del gruppo nelle quali però non pareva particolarmente coinvolta ed anzi si aveva di lei come l'impressione che certi stimoli le potessero creare particolari perturbazioni. In questo caso minime divenivano le considerazioni di natura sociale, dato il critico assorbimento ed elaborazione dei processi interiori così come avveniva per Loredana una signora elegante ed introversa che aveva un forte predominio delle proprie opinioni che ostacolava l'accoglimento dei suoi atteggiamenti che parevano scostanti e talvolta pure un poco dispotici e questo la rendeva incomprensiva nei suoi processi interpretativi a cui conferiva un aspetto particolarmente serioso e diligente. Invece per quanto riguardava Mariagoretta ella si presentava con un carattere stilizzato come le sue stesse creazioni sartoriali di cui andava particolarmente fiera ed orgogliosa e che erano state cucite con pezzi di stoffa di scarto che nessuno avrebbe mai pensato di riutilizzare e da questo si poteva quasi dedurre che la sua vita affettiva fosse stata raramente utilizzata e che fosse stata costellata da crisi con tutto e con tutti, inoltre ella aveva un disturbo alimentare fatto di fissazioni sulla preparazione di barattoli con cibo da lei cucinato e che non aveva alcun potere sostanziale, in quanto lei voleva mantenere una linea ed essere perfetta anche interiormente ed era per questo motivo che si era presa particolarmente a cuore la situazione di don Sebastiano un anziano sacerdote di 90 anni che era venuto al seguito del gruppo dopo un duro intervento all'anca e che non solo era claudicante, ma che aveva un problema di bradicardia di cui tutti erano ignari e quindi aveva senz'altro bisogno di poter alimentarsi anche a mezzogiorno, ma nessuno si era mai preoccupato di questo dato, mentre noi (io e mio marito) ci eravamo più che altro preoccupati avendo avuto uno sbalzo pressorio nei pressi del Pordoi che avesse sul capo un cappellino per evitare l'insolazione che gli abbiamo acquistato come ricordo con la promessa che non si fosse mai dimenticato di noi nelle sue preghiere. Poi c'era Erio che nonostante facesse il bonaccione e che volesse superare i propri limiti sminuendo i pericoli della montagna, aveva come una specie di ripugnanza a svelare i propri sentimenti perchè probabilmente temeva che i propri atteggiamenti potessero provocare stimoli perturbatori ed in un certo senso non intendeva ricostruirsi una vita con un altra compagna in quanto era ancora troppo legato al ricordo della moglie morta 4 anni fa di un tumore. Questo fatto lo aveva lasciato spiazzato e ritrovandosi solo con i figli ormai sistemati, pensava di colmare il suo vuoto girovagando di qua e di là in cerca di pace interiore che non riusciva mai completamente a raggiungere ed era per tale motivo che cercava di viaggiare spesso uscendo di casa per non avvertire un ambiente che lo deprimeva. Lo stesso discorso valeva per Gabriella una ex tabaccaia che venerava la figura del marito morto precocemente come i suoi 2 fratelli di un tumore polmonare a causa del fatto di avere assorbito ed inalato sostanze tossiche nella loro attività di vernici e di lavorazione del legno di cui era un artista riconosciuto. Gabriella raccontava sempre la mancanza del marito con una raffigurazione di lei che si abbracciava il pigiama di notte per sentirselo accanto e per riuscire a superare i suoi forti stati di angoscia che la attanagliavano essendo lei rimasta vedova giovane con 3 figli e con una attività da portare avanti. Anni difficili, anni di sacrifici e di rinunce di una donna che aveva perso il senso del valore dei suoi giorni e della somiglianza dei figli con il defunto marito e che ora per riuscire a sentirsi ancora utile e importante cucinava per tutti ritenendo questa una forma di aiuto e accoglieva tutti nuore, figli e nipoti nella sua casa a qualsiasi ora come se si trattasse di una pensione quando poi avvertiva la stanchezza e non si accorgeva che era diventata dipendente e in un certo senso schiava di quelle incombenze intese dai figli come stimoli per superare la depressione di cui poi si approfittavano a man bassa, quando invece sarebbe stato meglio cucinare per amici una bella torta come fa Mariangela quando viene in gita con il gruppo. L'altra Gabriella, omonima, invece per tenersi occupata dopo la pensione dato che era singola si dedicava ancora per 2 volte alla settimana a svolgere il suo vecchio lavoro di impiegata presso un ufficio di commercialista per potersi anche sentire in un qualche modo meno sola essendo una donna lucida e pratica, anche se in lei tendevano a scomparire le emozioni che accennava solo al pensiero del figlio che l'attendeva a casa e del suo ambiente abitudinario in cui si immergeva spesso per non sentirsi del tutto spaesata anche se poi aveva tentato in vacanza di avventurarsi in un sentiero per trovare una fontana a cui abbeverarsi come lei aveva bisogno di potersi ancora abbeverarsi ad una fonte fresca di amore. Per quanto riguarda Marta ex parrucchiera, manifestava più che altro dei pensieri contrattivi che proponeva ad altri prescindendo da ogni realtà esteriore e ciò poteva rappresentare un vantaggio, ma un pericolo al tempo stesso perchè le preoccupazioni sugli altri le generavano cupi pensieri per lei e la rendevano poco realistica rispetto al da farsi dato che poi ai nipoti comperava cose di cui era meglio che non si cibassero come una stanga lunga di biscotti con la crema di cioccolato che pareva una mazza da baseball che si poteva brandire come una spada di guerre adolescenziali. Forse la sua attività l'aveva abituata ad assecondare in un qualche modo i desideri degli avventori prima ancora che li potessero esprimere senza accorgersi magari che così facendo esagerava i termini di proponimento ed accontentava più che altro un gusto estetico e non una esigenza interiore e quindi falsando gli atteggiamenti in asservimenti a volte assurdi di riuscire ad accontentare tutti, quando invece, sapendolo in anticipo i partecipanti alla vacanza potevano ben arrangiarsi riguardo la fame e l'abitudine a mangiare a pranzo in quanto erano persone adulte ed in grado di essere autonome ed indipendenti tranne la signora Lucia che doveva girare con un girello che la sosteneva nel suo cammino e che aveva subito una serie di interventi al pancreas e che ora svelava anche un lato fanciullesco e qualche volta disattento ed etereo specie rispetto i suoi rapporti con un figlioccio che aveva preso in affidamento tempo fa dopo Chernobil e che ora era diventato il suo prediletto ingenerando la gelosia degli altri suoi figli biologici e provocando anche la gelosia della di lui moglie da cui aveva avuto un figlio che Lucia considerava con fierezza a tutti gli effetti suo nipote. Il fatto di essere divenuta mamma putativa di un figlio che aveva salvato da una situazione critica aveva rappresentato per Lucia un senso di orgoglio specie per il fatto che il suo figlioccio nonostante la situazione sfortunata da cui proveniva aveva raggiunto un ruolo di spicco sociale e lavorativo che la faceva sentire illustre e che la rendeva particolarmente superba nella sua rappresentazione agli altri di ciò che aveva fatto come se avesse vinto un premio Nobel oppure avesse raggiunto un podio importante di cui si crogiolava verso gli altri che l'ascoltavano credendo di parlare di oracoli. Per ora questo caro diario è il mio racconto, ma poi ti invierò altre storie molto interessanti che parlano di gente comune, di gente che ha bisogno di sfogarsi qua su queste pagine che vogliono restare vivide come il ricordo di una vacanza. 

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