venerdì 28 gennaio 2022

Bande à part, Gualtiero Lelli e Giovanni Carullo vincono il Narrapoetando 2022!

Ringraziamo di cuore i giuratiAlberto Fraccacreta, Alessandro Burrone Angela Colapinto, Giovanna Passigato, Giuseppe Moscati e Francesco Di Sibio – della sez. Narrativa/saggio (per la sezione Poesia v. qui) del Narrapoetando 2022 che dopo attenta valutazione hanno così deliberato:


1. classificato

Come una spirale di Bande à part 



Bande à part (Rimini, 1967), ama la letteratura del Novecento (modernismo anglo-americano, sudamericano, école du regarde, gruppo ’63, Lars Gustafsson, Cees Nootebom…), quella per cui il compito di un autore non è descrivere la realtà, perché la scrittura è limitata: se uno dice “blu”… siamo certi di immaginare lo stesso preciso colore che ha in testa lui? Se è così, la complessità del reale non può essere colta nella sua interezza. Più che l'espressione della verità alla scrittura spetta la ricerca di un senso e il romanzo perde la fisionomia confortevole di specchio della nostra vita. Non offre più una storia in cui immedesimarsi e diventa un atlante in continua evoluzione per ordinare i nostri pensieri.


«In uno Stato dispotico l’etnologo Tepèr Kendah si trova a vivere l’alba di un golpe. Mentre il lettore risulta avvinto dalle peripezie di protagonista e autore, il dipanarsi surreale del racconto sembra rappresentare un mondo parallelo ma cela in sé un dilemma letterario: il narrare deve essere verosimile o di pura fantasia? Esiste davvero una degna risposta?» (Francesco Di Sibio)


«Tepèr Kendah pensava che si potesse essere due persone solo quando ancora non ci si conosce l’un l’altro, o quanto meno non bene. La narrazione inizia con una riflessione interessante sull’identità: come appaiono gli altri ai nostri occhi quando pian piano si disvelano? E come appaiamo noi a quelli degli altri quando con il nostro comportamento diciamo più di quanto non vorremmo? È da questo elemento che parte la vorticosa spirale metanarrativa (titolo quanto mai azzeccato) che ci trascina dentro alle vicende che si susseguono, facendoci oscillare di continuo nel dubbio tra cosa sia reale e cosa possa appartenere alla fantasia del signor Kendah. Intrighi ed equivoci camminano insieme in un’atmosfera che sa di altri tempi fino all’epilogo finale, facendo desiderare al lettore di voltare pagina ancora un’ultima volta.» (Angela Colapinto) 


«Ironico, spudorato. Visionario. Storia che sovverte ogni logica. Caprioleggiando da una finzione a un'altra, alla fine l’ironia della vita prende il sopravvento.» (Giovanna Passigato)


«Narrazione fluida, per lunghi tratti onirica e improntata a flessioni continue, dilatazioni o compressioni di tempo e di spazio, si fa apprezzare per articolazione e originalità della trama, ma anche per puntualità di scrittura e punteggiatura. Il personaggio principale vive di una felice pluralità identitaria. Dietro le quinte si intravede Kafka.» (Giuseppe Moscati)


2. classificato


Storia di una regressione infinita 

di Gualtiero Lelli (Roma)



Gualtiero Lelli  è nato a Roma, dove abita, il 15 novembre 1971. È stato insegnante supplente per circa dieci anni nella scuola primaria dell’infanzia. Ha pubblicato  La linea gialla  (Montedit 2019) e la raccolta di racconti  La morte è un tonfo secco dall’altra stanza e il rumore di una teiera che si infrange sul pavimento  (Montag 2020), Non ricordo nemmeno più che voce abbia (Fara 2020). Web:  twitter.com/GualtieroLelli


«Un testo denso di citazioni, mischia la ricetta delle madeleine di proustiana memoria a colui che si lanciò contro la Pietà di Michelangelo e a tanto altro ancora. Viene fuori un mondo in cui destreggiarsi per gradi. (Francesco Di Sibio)


«Sapiente trattazione di tematiche delicate, come per esempio quella del rapporto tra un padre e un figlio con sindrome di Down, o anche quella della prematura scomparsa di un fratello.

Una prosa ricca, colta – quasi da saggistica –, consapevole del proprio potere di coinvolgimento del lettore; al tempo stesso nitida, equilibrata, bene armonizzata nella sua forma con i contenuti narrati. Su tutto campeggia una visione piuttosto lucida del caos che governa le cose degli uomini, i quali vengono qui narrati a partire dai loro limiti. Ed emerge “un prepotente desiderio di rinascita”.» (Giuseppe Moscati)


«Anche se a volte un po’ sentenzioso è senz’altro divertente: i libri antichi, gli sgambetti delle storie…» (Giovanna Passigato)


3. classificato


Non è vero, Nora? e altri racconti 

di Giovanni Carullo 



Giovanni Carullo è nato il 7/6/65 ad Avellino. Ha studiato al Liceo Scientifico di Avellino, prima di entrare in Accademia Navale di Livorno dove ha frequentato i corsi di Allievo Ufficiale dal 1983 al 1985. Dopo il congedo ha conseguito la Laurea Specialistica in Sociologia presso l’Università di Urbino, e un master in Diritto Sanitario presso l'Università di Napoli. Funzionario Pubblico dal 1990, condivide la sua vita con meravigliosi Cani di Terranova, che alleva con passione e dedizione. Vincitore di numerosi concorsi per racconti brevi, anche con realizzazione di cortometraggi, ha seguito la scuola di scrittura creativa con la scrittrice Antonella Cilento, a Napoli. Ha pubblicato con Prospettiva Editrice il saggio Il successo delle barbie islamiche. La sua novella La bocca del dragone Finalista al concorso Fai Viaggiare la tua storia 2021, Autogrill è in corso di pubblicazione da parte di Libro/Mania.


«La raccolta prende il la dal primo racconto: Non è vero, Nora? Un nome proprio prima di un punto interrogativo, una domanda che viene ripetuta quasi come fosse un ritornello ma che non necessita di una risposta, perché la risposta è già data. Si parla di amore, si parla di morte, si parla di violenza; e l’autore lo fa senza mai sfiorare la banalità: gioca con il narratore, racconto dopo racconto alterna la prima, alla seconda e ancora alla terza persona, e lo fa con le epoche, con i personaggi e con il loro contesto sociale, portando all’attenzione del lettore sfumature e dettagli nei quali è quasi impossibile non riconoscersi o riconoscere l’altro. È il sapore dell’autenticità quello che arriva alle bocche affamate di chi si appresta a sfogliarne le pagine, ed è la stessa autenticità che conferisce a questa raccolta la capacità di far spostare il punto di vista.» (Angela Colapinto)


«Profonda e coraggiosa, è una raccolta di racconti che tiene brillantemente insieme il passato e il presente della protagonista. Talvolta anche non esente dagli effetti di una certa ruvidità, è una narrazione ammaliante e originale, svolta comunque sempre secondo un principio di scrittura particolarmente armonico.» (Giuseppe Moscati)


«Storie di vite semplici, anche sprecate. Doloroso. Vero.» (Giovanna Passigato)


«Tra i personaggi dei racconti spiccano, per sensibilità e complessità d'animo, quelli femminili. Narrano un caleidoscopio di sentimenti e modi di stare al mondo. In queste storie, oltre ai nomi di paesi della mia Irpinia, trovo la sua gente, quella a cui non importa dove viva, ma resta sempre figlia di un mondo ideale, lontano dai clamori, dove la semplicità della vita spesso fa rima con asprezza, ma può significare anche forza e sapore. Proprio il sapore viene fuori da alimenti/simboli come la nocciola e il tartufo, la prima con la buccia dura da profanare, l'altro nascosto sotto la terra da cavare con l'ausilio di un cane. Nulla è semplice, come appare.» (Francesco Di Sibio) 


Altre opere votate


Tra tempo e tempo 

di Mauro Germani (Bresso, MI)


Mauro Germani è nato a Milano nel 1954. Nel 1988 ha fondato la rivista Margo, che ha diretto fino al 1992. Ha pubblicato volumi di poesia e narrativa e si è occupato di numerosi autori classici e contemporanei. In ambito critico ha curato L’attesa e l’ignoto. L’opera multiforme di Dino Buzzati (L'arcolaio 2012), inoltre ha pubblicato Giorgio Gaber. Il teatro del pensiero (Zona 2013) e Margini della parola. Note di lettura su autori classici e contemporanei (La Vita Felice 2014). Tra le sue opere in versi Luce del volto (Campanotto 2002), Livorno (L’arcolaio, I ed. 2008; II ed. 2013), Terra estrema (L’arcolaio 2011), e Voce interrotta (Italic Pequod 2016). Del 2019 è il libro di aforismi La parola e l’abbandono (L’arcolaio 2019). Gestisce il blog in-certi confini.


«Quadretti, riflessioni. La storia di una vita. Ma anche un breviario per scrittori.» (Giovanna Passigato)


«Per poter dire qualcosa di queste pagine coinvolgenti e evocative, bisognerebbe provare ad essere altrettanto sinceri della loro scrittura, “quella che non vuole essere fine a sé stessa, ma estrema, urlo o grido soffocato, voce interrotta o silenzio”. Tornare sui passi della propria vita — siano di entusiasmo o smarrimento — per cercare di fare i conti con le questioni più urgenti dell’oggi, individuali e collettive. E ascoltare alcune delle storie e delle riflessioni, proprio come fossimo noi quel bambino protagonista, tra volti famigliari, in “una sera dolce ed anche un po' misteriosa, in una vecchia trattoria circondata dalla campagna, con i suoi lumi accesi nel buio.” Perché “il contributo più prezioso che i grandi artisti ci offrono non è quella di donarci la loro verità, ma la nostra” (Alexandre Vialatte). Proprio come scrive l’autore parlando della poesia — la quale “quando è vera, è carne dell’esistenza, testimonianza, tragica contesa tra la parola e la vita.”» (Alessandro Burrone) 


«Prosa pulita, ricca di toni ed elementi alcuni dei quali ricorrenti, quali il senso della morte, del sacro e del mistero, i ricordi, il nostos, la dimensione surreale: tutto vive di una gustosa armonia narrativa interna ed organica. E poi c’è un sogno, o meglio il sogno, che porta con sé “brandelli di anima e di carne”, arricchendo sin da prima dell’alba il giorno che viene.» (Giuseppe Moscati)


Lo scrittoio 

di Simone Mazza (Parma)


Simone Mazza vive e lavora a Parma. Insegnante, formatore, imprenditore, coltiva variegate altre passioni, tra cui scrivere. Ha redatto numerosi articoli per riviste di tecnologia didattica e diversi manuali, fra i quali: The digital storytelling (2018) e Insegnare ai tempi del cloud (2015). In ambito narrativo, dopo due raccolte di racconti, ha pubblicato in varie antologie molti testi premiati in concorsi letterari (es. “Il passaggio a livello” in Creare Mondi, Fara 2011) e un romanzo storico (Memorie di fango, Prospero 2017). Nel 2020 sono uscite con Fara Storie con un’altra morale.


«Si può cambiare il corso del passato? Ci si può affezionare a persone sconosciute, di epoche remote, segnate dalla sconfitta della storia? Un testo di cui si apprezza la sensibilità e da cui nasce la necessità di approfondire la conoscenza di persone e delle loro vicende in un mondo di superficialità.» (Francesco Di Sibio)


DRAMMADRE 

di Giorgio Massi (Ascoli Piceno)


Giorgio Massi (Ascoli Piceno, 1973), giornalista pubblicista, si occupa di comunicazione istituzionale. Ha portato in stampa una raccolta di poesie dal titolo Il Sole freddo (Giraldi 2007). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati da Fara Editore: Borgo di piombo (in Opere scelte, 2015), Terraaagònia (secondo classificato al concorso Faraexecelsior e miglior autore locale al concorso Città di Grottammare 2019), Riviera. Invisibile (menzione speciale al concorso Città di Grottammare 2020) e Adele allo specchio (segnalata al Faraexcelsior 2020 e Menzione d’onore al Premio Città di Grottammare ’21) e Da Galeraaa (Fara 2021).


«Un titolo interessante per un racconto che, seppure in poche pagine, passa attraverso il rapporto profondo che lega una figlia alla madre (e viceversa) lasciandolo alle parole di un narratore onnisciente che si mette da parte alla fine per cedere il suo posto a un monologo intenso e drammatico figlio di un momento storico ben preciso, senza però perdere mai di delicatezza.» (Angela Colapinto)


«Scrittura intensamente drammatica, tendenzialmente monocorde, ma capace anche di lievità narrativa. Racconto dal gusto sensibilmente contemporaneo, in una prosa fluente anche se non mancano passaggi assai arditi.» (Giuseppe Moscati)


Opere vagliate


Breviario di una laica di Franca Fabbri (San Mauro Pascoli)


Franca Fabbri è nata a Rimini. Vive a San Mauro Pascoli. È accademica pascoliana e della “Rubiconia Accademia dei Filopatridi”. Pubblica articoli di attualità, storia, costume, piccoli saggi, su giornali, riviste letterarie e nel web. È presente in antologie poetiche e cataloghi d’arte. Ama le biblioteche, la pittura, il mare. Trova ispirazione nel silenzioso vuoto delle chiese e nell’ascolto di concerti di musica classica. Ha pubblicato: Il Re fioraio (poesie, Longo Ed. 1997, tradotto in tedesco, premio internazionale “Rimini-Europa”); Molecole di poesia tra antica pittura e vecchie parole (poesie e dipinti, Studio stampa, RSM, 1999); L’albero del melograno (poesie, Longo Ed. 2000, premio “Mario Gori”, Impruneta, FI); Donne. Vita Amore Passione (poesie e racconti, Raffaelli 2003, premio “Il Simposio”, Buccino, SA); A tavola, il girotondo della vita (racconti e saggi, Raffaelli 2007); Sto consumando l’ultima casa (poesie, Fara 2010, premio “Poseidonia-Paestum”); Ore di luce strangolate da clessidre (poesie, Fara 2013, premio “Michelangelo”, Ovada, AL, e premio “Leandro Polverini”, Anzio, RM); Un mare di nebbia (romanzo, Il Ponte Vecchio 2017, premio “Città di Recco”, GE); Rosario. Diario di vita (Fara 2020).


«In sostanza è un diario. Forse troppe le citazioni altrui.» (Giovanna Passigato)


«Una narrazione ‘morbida’, avvolgente, che qua e là si fa conforto perché dal conforto nasce. Non mancano gli angoli bui, le sofferenze, le perdite, ma è come se la storia – a volte la cronaca o il commento diaristico – si alimentasse di continuo alla luce di una caparbia candela.» (Giuseppe Moscati)

 

A nord della luna. Pensieri per uno spirito vittorioso di Sergio Fabbri (Rimini)



Nato a Cagliari il 09-08-1955, vive a Rimini. Titolo di studio: Laurea Ingegneria Nucleare (Bologna). Docente di fisica nella Scuola Superiore fino al 2019, attualmente autore di testi scolastici di fisica per la SEI di Torino. Iscritto come studente uditore al primo anno del corso di Scienze Religiose presso l’Istituto Marvelli di Rimini. Ha pubblicato nel 2004 la raccolta di poesia Zemlja per l'editore Raffaelli di Rimini.


«Testo brillante ed effervescente, con un suo stile peculiare e con un godibile timbro narrativo, seppure quasi sempre franto in chiave aforistica. La scrittura è un “lasciarsi agire dalle parole”. Originale la trovata della corrispondenza con Francesco II di Borbone.» (Giuseppe Moscati)


«Riflessioni varie.» (Giovanna Passigato)



La classe 1A e gli enigmi matematici dell’alchimista di Jacopo Mori (Belluno)

Jacopo Mori dal 2007 lavora come insegnante di matematica e scienze alle scuole medie. Ha una formazione liceale classica, ma si è laureato nell’ambito scientifico, con studi prima in Fisica (non terminati) e poi in Biologia. Ha lavorato anche nel mondo del giardinaggio, svolgendo attività di tree climbing, ed è guida naturalistica ambientale. Gli piace coltivare uno stile di vita che cerca di valorizzare le relazioni con quanto lo circonda; ama le attività nella natura, la ricerca spirituale, la dimensione del viaggio e dell’incontro con gli altri.


«È in sostanza una esercitazione di matematica, divertente. Potrebbe interessare l’editoria scolastica.» (Giovanna Passigato)


«Congegno narrativo piuttosto arguto, lucido nelle sue espressioni logico-matematiche e avvincente nella sua ricostruzione dei fatti. Ingegnoso l’incastro dei vari elementi che compongono la storia e apprezzabili pure i disegni che illustrano i passaggi fondamentali della narrazione.» (Giuseppe Moscati)

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