Quello di oggi è un appuntamento importante per due motivi: innanzitutto perché stiamo per parlare di un libro che sicuramente farà impazzire molti di voi... E secondo perché, come accennato, sarà il gran finale di questa fantastica esperienza. Ma lasciamo i sentimentalismi per dopo.
Intanto vi invito come sempre a dare un'occhiata alle puntate precedenti del nostro club del libro, sia qui su Narrabilando che sugli altri blog partecipanti: Paper Purrr , Les Fleurs Du Mal, Scrivo Leggo e La libreria di Anna.
Inoltre vi segnalo che in occasione del gran finale abbiamo invitato una new entry a unirsi al gruppo, un blog veramente ben fatto e professionale, gestito da persone splendide: non dimenticate di passare anche da Libri riflessi in uno specchio.
E adesso dedichiamoci al libro del mese, un fantasy dalle tonalità deliziosamente romance che ci farà volare... Al settimo cielo!
I'm for you è la storia di un angelo custode che si fa in quattro per proteggere l'umana che gli è stata affidata. Lei, Speranza, non è una ragazza semplice, ha un carattere indipendente e ostinato e sogna un angelo custode un po' western; lui, Liam, è responsabile, maturo e giustamente preoccupato, soprattutto considerato che è la prima volta che si trova ad avere a che fare con una protetta donna.
Tra un salvataggio e una frase sprezzante di Speranza, Liam comincerà a provare per la sua creatura umana un sentimento molto profondo, al punto che accetterà di diventare uomo per poterle stare vicino e per proteggerla da ogni pericolo.
Tuttavia Speranza non può ricambiarlo, non subito almeno, perché non lo conosce: non ha la minima idea del legame li unisce, non sa che lui è un angelo e forse non vede tutte le piccole cose e i "segni" che Liam riesce a scorgere nel destino. Lei potrebbe anche non ricambiare mai il suo amore, e se anche provasse qualcosa sarebbe innamorata del Liam umano: pare che in un modo o nell'altro Liam sia condannato a nascondere alla donna che ama una parte importante di se stesso e del loro rapporto.
Gli aspetti che mi hanno colpito maggiormente di questo romanzo simpatico ed emozionante sono due. Innanzitutto devo fare una menzione speciale all'ambientazione scelta da Aurora, perché la storia si svolge nei magnifici anni '80: non li ho vissuti, eppure a volte mi sembra di averne nostalgia. Perché a giudicare dalle canzoni, dai film e dai libri di quel periodo deduco che sia stato un decennio incredibile, colorato, scoppiettante e in linea di massima felice. Ci sono tante cose che "invidio" agli anni '80 (magari non proprio il modo di vestire 😜) e devo ringraziare l'autrice per avermi riportata in quell'epoca deliziosamente vintage. Ottima scelta narrativa, inoltre, perché un racconto ambientato in un periodo passato ma non eccessivamente lontano dal presente è una piacevole novità, dato che la maggior parte dei romanzi ha luogo nell'era attuale oppure in passati molto remoti.
In secondo luogo, e ancora più importante, a farmi empatizzare è stata soprattutto la situazione di Liam. Non me ne voglia Speranza, un personaggio che tra l'altro mi piace tantissimo, ma credo che chiunque si sia trovato almeno una volta in un amore a senso unico non possa che condividere i sentimenti dell'angelo. Una persona che ama senza essere ricambiata è appunto questo, un angelo custode: in un rapporto normale ci si protegge a vicenda, ma quando l'altro non contraccambia i sentimenti (o non li conosce nemmeno) è solo quello che ama a proteggere, a preoccuparsi, a tormentarsi, a fare grandi gesti. Gesti che rischiano di restare nell'ombra, senza essere nemmeno notati.
Amare dovrebbe essere un dono gratuito in ogni caso, è vero, ma raramente lo è: quando amiamo ci aspettiamo o comunque desideriamo che l'altro provi lo stesso per noi, e questo accade per l'amicizia, per i rapporti famigliari, per ogni tipo di amore romantico e non. Quanti di noi sarebbero veramente disposti a trascorrere la vita a proteggere qualcuno che non ci ricambia? Peggio ancora, che non ci conosce nemmeno? Perché Liam ha la possibilità di incontrare Speranza, sì, ma se invece fosse rimasto solo un angelo e fosse stato condannato a osservarla per sempre da lontano? Sarebbe stato terribile, e forse (a differenza di noi umani che possiamo "farcela passare" e migrare verso lidi più accoglienti) non avrebbe nemmeno potuto abbandonare la sua missione. Un inferno, insomma.
Questo è ciò che succede quando si mischiano il lavoro e i sentimenti, potreste dire; e avreste ragione, perché è un po' quello che Liam fa, anche se la colpa non è sua dato che l'amore non guarda in faccia nessuno.
Il punto è che stare accanto a qualcuno vedendo cose che lui/lei non vede è una tortura. E se è vero amore può diventare persino destabilizzante: se l'altro è parte di te ma non ti ricambia, a un certo punto non sai più chi sei. In teoria non bisognerebbe mai amare fino al punto di perdere se stessi, ma nella pratica purtroppo succede.
E nonostante questo, Liam non rimpiange nemmeno per un istante di aver incontrato Speranza; anzi ammette che ogni pena è accettabile, se è il prezzo da pagare per starle vicino.
Non so quanto una simile devozione possa definirsi umana (anche perché Liam di base non lo è), e non so nemmeno dire se vorrei che esistessero davvero sentimenti così immensi: da una parte sarebbero il grado più alto dell'amore, un punto che solo le persone più sagge ed elevate potrebbero raggiungere; dall'altra forse ostinarsi a dare qualcosa a chi non lo desidera è un sacrificio troppo grande per colui che ama e un dono inutile per colui che è amato, mentre l'amore a mio parere dovrebbe essere consapevolezza. Esistono modi diversi di amare, ma se da una parte il sentimento è più forte che dall'altra difficilmente le cose possono finire bene, almeno nel nostro mondo.
Ma per fortuna Liam non è cinico quanto me, e chissà che la sua pazienza non venga riconosciuta e premiata...
Già, perché forse il mestiere di un angelo custode consiste essenzialmente in questo: aspettare. Aspettare che la creatura protetta cresca, aspettare che capisca determinate cose e sopperire alla sua incoscienza quando serve; aspettarla e rispettare le sue scelte, aspettare (e sperare) che un giorno lei si accorga di quell'ombra calda che la segue e decida di alzare lo sguardo. Accorgendosi, forse, di chi le è sempre stato accanto in silenzio.
Questa storia mi fa venire in mente le parole di una canzone di Fiorella Mannoia, che si intitola Il re di chi ama troppo:
"Sono il re di chi ama e basta e di chi
di chi non abbandona
sono il re della pazienza
ce l'ho in testa la corona
e se mai dovessi andarmene tu...
sono il re della pazienza
ce l'ho in testa la corona
e se mai dovessi andarmene tu...
Quando parlerai di me
che non conto mai le ore perché
il mio lavoro è aspettare"
che non conto mai le ore perché
il mio lavoro è aspettare"
Ecco, credo che siamo arrivati al momento dei saluti. Non degli addii, perché spero di poter presto tornare a lavorare con la stupenda Aurora e con i miei fantastici blogger collaboratori, ma per il momento mi sembra giusto concludere quest'esperienza ringraziando di cuore un po' di persone: innanzitutto l'autrice, per la fiducia che mi ha dato affidandomi i suoi libri preziosi; e i blog che hanno partecipato all'iniziativa, sia quelli che hanno presenziato con costanza a tutte e sei le tappe sia quelli che ci hanno fatto compagnia solo per qualche mese. Ringrazio Narrabilando per aver ospitato i miei deliri, con la speranza che la partecipazione a questa iniziativa l'abbia reso se possibile ancora più ricco e bello. E infine ringrazio coloro che ci hanno supportato leggendoci, seguendoci e interessandosi alle nostre recensioni. Spero di ritrovarvi tutti alla prossima <3
A presto allora... Stay bookish!
Elisa Costa
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