IL LOGOS FALLICO. In questa parte parliamo del problema sollevato da Lacan del rapporto con l'Altro che rinvia ad una dialettica di funzione di Dio, pura creazione del linguaggio, o che sia La Donna. Al termine Altro viene dato un significante che viene interpretato senza considerare cari psicologi l'eidos cioè l'aspetto esteriore più che altro del corpo umano, che deriva dalla stessa radice del verbo idein (vedere), da cui idea e cioè ciò che si vede. Qui c'è una ricerca reale di qualcosa che riguarda la 2° polarità che interessa la pneumatica o meglio scienza degli spiriti, ovvero la conoscenza di Dio, delle anime e delle sostanze semplici in generale che riguarda la scienza dell'essenza necessaria di uno spirito di carattere speculativo dell'anima umana. La funzione dell'eidos sta nell'ergon o virtù (areté) ed è una specie intellegibile ed incorporea, eterna e separata dagli enti sensibili, della quale essi partecipano per essere ciò che sono e ne partecipano come una copia di un modello. In questa accezione dell'Altro si prefigura l'idea platonica dell'amore o genere (ghenos) che è un principio alfa e causa, ragion d'essere degli enti. Alle specie ideali, poi, Aristotele contrappone le specie ed i generi naturali soggetti a leggi naturali della categoria della sostanza, poi generi intermedi tra genere sommo (la categoria stessa) e le sostanze primitive (cioè gli individui concreti) inerenti le capacità giuridiche e le capacità di agire dove si indica chiaramente che la capacità giuridica si acquista nel momento stesso della nascita ed è il presupposto di tutti i diritti. Poiché, essa si acquista al momento della nascita è necessario che il feto, una volta separato dall'alvo materno, abbia una sua vita indipendente; NON è quindi considerata persona chi nasce morto, mentre per l'acquisto dei diritti bastano anche pochi istanti di vita. Per questo caro Piovaccari è necessario dire che per stabilire se un neonato è vivo o meno ci si deve basare su valori della saturazione in ossigeno, dei circa 300 ml/volume/minuto del sangue proveniente dal cuore, di cui 150 (cioè la metà) sono destinati al capo, alle estremità superiori ed alla parte toracica; 100 ml alla placenta e solo 50 ml all'irrorazione della metà inferiore del corpo e delle relative estremità. Ciò spiega il maggior volume raggiunto nel neonato dei segmenti craniali del corpo nei confronti di quelli caudali. Al primo vagito del neonato diminuisce la resistenza nell'albero circolatorio e aumenta l'afflusso di sangue dall'arteria polmonare. Dopo l'arterializzazione, perviene all'atrio sx un aumento di pressione che preme il setto 1° contro il 2°, per cui si occlude il canale fisiologico delle cave. Lentamente la valvola si fonde con il limbo del forame ovale formando la fossa ovale, ma nel 20-25% dei casi residuano piccoli difetti di contenimento per forame ovale a FESSURA ed in tali casi, allora il dotto venoso si oblitera dando luogo alla formazione difettosa del legamento venoso e lo stesso processo avviene anche per il dotto arterioso, la cui parete si contrae ad opera più che altro di stimoli alterati di ordine neurochimico. Subentrano allora necrosi CENTRALI che danno il classico colore bluastro sul collo che fa presagire la morte del neonato, ma che in realtà si tratta di una morte apparente per obliterazioni parziali che poi dopo un certo tempo conducono alla formazione del legamento arterioso. Dopo la recisione del cordone ombelicale ed abolizione (che nel caso si sia aggrovigliata intorno al collo va fatta mentre il neonato esce con le spalle) anche i vasi ombelicali si obliterano; le arterie, pur restando pervie per brevi tratti, subiscono un analogo processo formando da ciascun lato il legamento ombelicale laterale. La vena ombelicale, poi diventa il legamento rotondo del fegato. Nella vita post-natale in seguito a stasi del sistema portale, un piccolo vaso del legamento rotondo può essere nuovamente dilatato permettendo un reflusso di sangue portale nelle vene della parte addominale perché più che altro la respirazione del neonato è addominale e in questi casi si può determinare un caput medusae cioè un sintomo di cirrosi epatica in atto che è molto più frequente rispetto al cordone ombelicale intorno al collo. Ci sono sempre dei sogni e dei fantasmi con cui abbiamo a che fare come Faust e Amleto che riproducono uno stato di angoscia della fine dell'esistenza umana del NON essere ecolalica incomprensibile proprio come la morte e la malattia e Marie-Hélène Brousse stessa racconta del fantasma di un bambino di 3 anni che aveva appena imparato a tenersi pulito e quindi era in pieno oggetto anale che genera un ideale cioè un eidos che potrebbe corrispondere al synolon cioè un insieme di materia e forma che l'individuo concreto vede come la cosa singola della richiesta dell'Altro (la bella cacca schifosa). Nella proposizione più moderna si parla di essenza come per designare un risultato di riduzione eidetica che sospende l'atteggiamento naturale secondo cui i fenomeni avrebbero sostanza ed esistenza, e li riporta come puri alla loro unica dimensione accertata, cioè quella di parvenze PRESENTI nella coscienza che divengono vere e proprie esperienze individuali ridotte ad essenze necessarie che poi diventano universali, oggetto di un sapere intuitivo diverso da quello individuale in quanto si riferisce all'algebra delle equazioni che permette di determinare valori particolari delle lettere che compaiono che poi vengono trasformate in IDENTITA' di soluzioni o meglio radici dell'equazione ad una incognita di una sola lettera che compare nell'uguaglianza uomo-donna e tale lettera di unione sta nell'U di unità (non Uno, ma unità) che rappresenta la potenza sia di 1° che di 2° grado Quindi l'Altro non è altro che il nostro fantasma, lo scheletro nell'armadio e il maligno che c'è in noi e persino la Signora morte.
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