PERDUTA MENTE NOI. Tentativo di intervento psicologico di dinamica di gruppo per quanto riguarda il caso di una donna di 60 anni circa, che era esaurita ed aveva attacchi di panico, per verificare se le forze di campo potessero modificare in qualche modo i suoi atteggiamenti dispotici, aggressivi, arroganti. La tradizione del settore della percezione nella psicologia sociale, pone l'individuo a confrontarsi con l'andamento del gruppo che viene interpretato come funzione della situazione globale di campo esistente in un determinato momento. Lo studio in passato, ha condotto a vari risultati, i più importanti dei quali possono essere riassunti nelle seguenti accezioni: 1) la decisione generale e maggioritaria del gruppo dovrebbe modificare la condotta del singolo individuo spesso in maniera maggiore rispetto alla modificazione che avrebbe un opera di persuasione individuale anche se affidata ad una persona dotata di prestigio o ad un avvocato noto; 2) la produttività del lavoro di gruppo inteso come totalità organizzata è generalmente superiore alla somma delle singole produttività e perciò in genere, l'individuo si sente obbligato ad adeguarsi perchè si creano regole di gruppo, che entrano stabilmente a far parte del sistema motivazionale di ciascun membro ed hanno in sé tanta efficacia, quanto più sono il risultato di una decisione collettiva; 3) il gruppo tende a costituire per ciascun membro un sistema di riferimento normativo, e cioè l'individuo è portato (spesso inconsapevolmente) a giudicare i comportamenti altrui in rapporto alle regole esplicite ed implicite del proprio gruppo; quest'ultimo può essere tanto il gruppo cui egli effettivamente appartiene, quanto quello cui egli vorrebbe appartenere, quanto infine un gruppo completamente immaginario, ma non per questo meno reale e determinante sul piano del vissuto per modo tale che le interazioni fra i membri vengano evidenziate con varie tecniche fra cui la psicologa proponeva quello delle interrogazioni tipo quellem parlamentari. Quindi ora la psicologa interrogava il "marito" frate Gabriele Trivellin ed il suo gruppo di confratelli con la seguente domanda: "Se voi foste stati rimproverati davanti ad altri in maniera cruda, aggressiva e denigrante passando per incapaci quale brano del vangelo avreste utilizzato e soprattutto come avreste fatto in modo di far capire alla persona incriminata che tale atteggiamento NON è accettabile nei rapporti relazionali??" a) Avrei utilizzato il brano del vangelo della correzione fraterna, dove prima si riprende in maniera pacata il soggetto che ha sbagliato in disparte, con calma e senza provocare ulteriori litigi, invitandolo ad avere pazienza e tolleranza se gli altri non rispondono alle sue aspettative, dato che siamo tutti fallaci; b) avrei utilizzato il brano del vangelo di pregare per i nemici sperando che il soggetto incriminato smettesse di tormentare gli altri con i suoi atteggiamenti invadenti, cattivi, svilenti ed estenuanti; c) avrei utilizzato il proverbio pregare che le persone moleste si moderino e sperare che se ne vadano presto al Creatore; d) avrei usato l'indifferenza facendomi trovare forte nella pazienza di porgere l'altra guancia o meglio di rendere la faccia dura come pietra e riuscire ad affrontare l'incriminata senza timore alcuno. Spesso si esprimono nei comportamenti irrazionali di massa come quelli delle tifoserie, nella suggestione, nella partecipazione emotiva, nell'identificazione con un capo, nell'appartenenza ad istituzioni totali, tutta una serie di pulsioni sessuali irrisolte o inibite; si cerca nella massa e nei modelli di capo in essa emergenti o inventati, la sublimazione degli istinti che risultano deviati dal loro carattere originario con la parte dell'invocazione allo Spirito Santo "Piega ciò che è rigido e drizza ciò che è sviato". La massa o il gruppo psicologico, quindi rappresenta per l'individuo una funzione liberatoria degli impulsi istintuali inconsci. Quindi secondo tale concezione la massa possiederebbe la qualità positiva, dal momento che costituisce un preciso sbocco di scelta vocazionale o di soddisfacimento, un esito della libido repressa ed un particolare stadio di liberazione delle pulsioni psichiche che sono rimaste oppresse nel loro valore funzionale di crescita e di maturazione e di sviluppo nell'ambito della personalità. In particolare modo il soggetto posto in studio, potrebbe avere la convinzione che per farsi valere bisogna usare la prepotenza soprattutto perchè si sente schiacciata da 2 fratelli maschi e pensa che per riuscire ad emergere fra di loro, l'unico sistema sia quello di usare tipici atteggiamenti mascolini che di solito si attribuiscono ad un modo di fare prettamente virile, di senso di comando e di controllo, di egida impositiva e narcisista tipica di uomini rudi e gretti. L'identificazione del soggetto posto in studio con la sua parre maschile segna secondo la sua visuale distorta la dimostrazione e il modello di uscita dall'individualità egoista e l'apertura nell'alterità. Ciò però non toglie che nel gruppo tutti si raffigurano il lato femminile nella gentilezza, nella tenerezza, nella discrezione e non certo nell'invadenza e ciò servirebbe a dominare quella parte di irrazionalità che non era stato del tutto considerato da Freud per cui molti poi hanno ritenuto più opportuno rielaborare la questione conservazione della personalità buona degli individui, mettendone alla berlina gli aspetti violenti, incontrollabili ed ipocriti che vengono deprecati in maniera ferma e decisa in modo tale che appaia chiaramente che specie nei gruppi religiosi si debba tenere un atteggiamento rispettoso ed adeguato al mantenimento della serenità di tutti.
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