In onore di San Francesco e nell'anniversario del nostro matrimonio presento con il mio putativo marito Gabriele Trivellin CAMMINATA CON FRANCESCO. Trovandomi per la via di un incontro di cui comprendo il particolare ed importante significato, ascolto l'intensione nella conoscenza profonda della funzione della figura di san Francesco fra i giovani che designa una estensione in ciascuna situazione o mondo possibile in cui ci si possa trovare. Francesco vuole essere ascoltato, ma io Mi accorgo che sono distratta dalle tante illusioni, inganni, tranelli, falsità, ipocrisie che il mondo Mi pone davanti. Francesco camminando accanto a me voleva farmi un enunciato dichiarativo, ma io preferivo non impegnarmi troppo a comprenderne il profondo significato perchè preferivo vedere le condizioni e le circostanze in cui Mi trovavo piuttosto che analizzare le modalità delle proposte, nel rispetto di una figura di spicco diventata patrono d'Italia che voleva mantenere saldo il principio di composizionalità secondo cui i significati delle espressioni specie se complesse come quelle riguardanti le pulsioni, la libido e la sessualità sono funzione dei significati dei loro costituenti. Negli attuali linguaggi artificiali generati dai social-network e dalle nuove tecnologie virtuali il modo di esprimersi viene costruito in modo da rispecchiare certe proprietà del linguaggio naturale che però può essere troppo disordinato, incoerente e persino anarchico per ammettere una precisa semantica specie poi se innesca una critica distruttiva che è irrimediabilmente oscura, ambigua, illogica, estremamente informale negli atteggiamenti proposizionali di credenza e di nessi testuali indicativi. Quindi camminando con san Francesco ho capito che dovevo tentare di creare un modulo di riforma della teoria delle comprensione che possa dare conto di come la mente specie se giovane ed in fase di maturazione dalla fase pre-pubere alla fase adulta analizzi e rappresenti il significato delle espressioni affettive nel processo cognitivo attraverso la proposta di un programma che possa dare una svolta sia nel linguaggio e sia nelle sue rappresentazioni reali e gestuali sia agli oggetti che ai soggetti che ne fanno uso in modo da cercare di evitare alcuni abusi specie a livello mentale e relazionale che possono costituire la devianza e poi il patologico. Anzitutto con san Francesco Mi sono ritrovata davanti alle mie pulsioni di dover uscire da determinati stereotipi e stigmi del tempo in cui le spinte del mondo portano ad evidenti stati di tensione interni all'organismo, che raggiungono la meta sopprimendo la tensione ed il conflitto interiore nelle sue turbolenze vuoi nell'oggetto e vuoi mediante l'oggetto che rappresenta la soddisfazione di esigenze affettive. Non essendo questo discorso un fatto puramente somatico e psicologico, nasce quando il seme dell'amore inteso come dedizione, attrattiva, arrendevolezza ad un istinto di espressione affettiva profonda deve attecchire facendo sfociare altrettanto amore e valore del bene verso l'altro. Durante il cammino segnato da vicissitudini, momenti sconfortanti, delusioni, criticità Mi sono accorta che ero distratta dal volermi sentire realizzata e raggiungere obiettivi che potessero compiacere i miei famigliari ed in particolare le figure genitoriali e per questo Mi facevo attrarre da orizzonti di gloria e di fama credendo che fossero giuste aspettative per me e la mia esistenza e per questo spesso sono caduta nell'inganno delle proposte ad incontrare un amore di favola che potesse distogliermi dal mio dovere e dal mio impegno conducendomi, invece per le vie della perdizione con le sue lusinghe e facili attrattive. Io ero debole, fragile e vulnerabile e segui quel richiamo che voleva attrarmi fra le sue grinfie per trasformarmi come una arpia pronta a soddisfare la propria fame e la propria sete di gloria e di prestigio senza avvedermi che così facendo costruivo il mio futuro su un castello di sabbia che poi sarebbe crollato al primo soffio di vento, ai primi ostacoli e alle prime tempeste che si fossero presentate durante il mio percorso. La provocazione che sollecitava i miei primordiali istinti provocava in me una pulsione che era di soddisfazione occasionale del momento e non era per niente preformata e prefinalizzata in quanto la mia pulsione sessuale era antagonista ed in conflitto con quella del mio IO interiore e si andava a cozzare con l'educazione morigerata e spesso bigotta che avevo ricevuto fin da bambina che tendeva ad inibire e bloccare le mie espansioni affettive avendone addirittura paura e vergogna fino al punto di lacerarmi dentro e farmi sentire in colpa e poi sconfitta ed afflitta se per caso provassi un bene profondo per qualcuno sentendo che costui era particolarmente presente nella mia esistenza ed era legato a me in maniera preponderante, costante, importante e preminente. La rimozione del conflitto psichico che si generava da questa percezione condizionava in maniera avvilente la mia condotta specie nelle sue rappresentazioni mentali e psicologiche nelle quali io non Mi sentivo mai adeguata a riuscire in pieno a soddisfare le prestazioni sessuali ed anzi avvertivo dentro di me di esserne totalmente lontana soprattutto per quanto riguarda il soddisfacimento genitale che in me non riusciva mai totalmente ad unificarsi con quella psicologica nella sua necessaria evoluzione da bambina fino alla sua maturazione di adulta consapevole di voler raggiungere il piacere non solo riguardo l'organicità dell'atto sessuale, ma anche a vincere perversioni polimorfe che si sarebbero potute presentare nel mio essere ancora adolescente a livello di pulsioni parziali che dovevano più che altro sfogarsi invece di essere indirizzate nella maniera più corretta e giusta della loro comprensione e bellezza. In me era presente un conflitto difensivo per cui ricorrevo ad una forte carica energetica per riuscire a superare l'ostacolo della buona prestazione e le mie paure nel dimostrare effettivamente e praticamente le mie capacità ad interagire a livello del corpo con un altro che fosse corrispondente più o meno al mio ideale di senso di appagamento e che ciò non fosse solo momentaneo, ma potesse essere duraturo e saldo nonostante tutte le traversie e le difficoltà e disagi che si sarebbero potuti incontrare durante il percorso. Onorare l'amore significa trovare delle radici che superino le tentazioni prima di tutto di sentirsi inadeguati e le sopraffazioni delle preoccupazioni della vita e quelle degli osteggiamenti al rapporto che si possono incontrare lungo il cammino. Spesso la strada è impervia e minata e bisogna fare attenzione a dove si cammina e ai pericoli che si possono incontrare di lasciarsi vincere dalle crisi dove l'eros potrebbe essere svilito e screditato dalle falsità e dalle ipocrisie di comunicazione e di rappresentazione che cerchiamo di imitare o esemplificare in una credenza principale che è costitutiva dei nostri atti e delle nostre motivazioni per cui ci abbandoniamo alle passioni per un principio di valore che non denigra mai la dignità e la sostanza della personalità dell'altro, ma invece si investe e si immedesima completamente in essa e nel suo valore che si vuole raffigurare insieme. Più forte di tutte purtroppo è la pulsione della morte intesa sia come omicidio e come suicidio che è dovuta ad autodistruzione dovuta al soddisfacimento della pulsione esclusivamente verso oggetti esterni che riguardano l'aggressività, e appunto la distruzione e la perversione che sono condizioni evidentemente patologiche sulle quali bisogna porre la massima attenzione per quanto riguarda il silenzio di qualsiasi pulsione, la freddezza negli aspetti affettivi, la melanconia e gli stati depressivi profondi da cui sono deducibili l'incoercibilità e irriducibilità della coazione a ripetere che sfugge alla logica del conflitto e persino della ribellione fra principio di piacere e principio di realtà e configura una continua e costante ricerca attiva della sofferenza al limite della morte, dell'umiliazione, della denigrazione diffamante, dell'ingiuria declassante e screditante finalizzata a sé stessa e ad una apparenza di supremazia che porta a soggezione, assoggettamento, schiavitù e dipendenza smodata da un altro che ossessivamente ci devasta l'anima fino a privarla della sua dignità e fino a ridurla in brandelli opprimendola impunemente verso un baratro da cui è molto difficile rialzarsi. Avendo provato la sensazione di privazione, di spogliazione della mia personalità ed individualità a causa dell'invidia e della gelosia ho capito che dovevo allontanarmi e distaccarmi totalmente da simili atteggiamenti che producevano in me senso di colpa e poi di rabbia a non dover mai riuscire ad essere lineare ad alcuni canoni prefissati da alcune linee che riguardavano la funzionalità del corpo nelle sue manifestazioni sensibili, spontanee e veritiere all'amore che era dentro di me, ma anzi a non volerle manifestare in quanto credute sporche ed oscene, quando invece poi Mi sono accorta che non erano altro che il prolungamento e la trasmissione del mio interiore che voleva espandersi ed evolversi con la sua intuitiva poetica nel circostante in modo da creare e costruire un messaggio di bene e di valore costitutivo che potesse sorvolare la gravità del corpo e la sua pulsione istintiva primitiva per diventare plasticità di intenti e dki espressioni che sanno vivere con coerenza e perseveranza quella nudità che spoglia solo l'effimero ed il superficiale come fece san Francesco in una piazza per trovare invece il senso ed il significato vero della nudità: ascoltare la coscienza dentro all'anima che vuole ancora poter risvegliare e fare risorgere la poesia dell'amore per poterlo ritrovare vivo lungo il cammino. Camminata con san Francesco intersecando la sua anima di povero che nella semplicità tramandava lo spirito del valore di una laude di virtù dove ciascuno ed ognuno è un seme che cade fecondo e mai senza un amore del creatore, e mai senza il sostegno di una croce salvifica che sa donare nel cammino una speranza e un bene unico di rilevanza.
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