venerdì 2 giugno 2023

 IL NUOVO FORMAT REPUBBLICANO. Ci sarebbe bisogno di una feconda trasformazione per evitare la distorsione clientelare della rappresentanza parlamentare e la confusione governativa tra governo ed opposizione che nascono da carenza di egemonia della classe dirigente che non ha ben chiaro un riferimento politico portante. Il trasformismo tanto sperato come chiave politica repubblicana di Aldo Moro nel tentativo di un compromesso e le grandi attese del processo di unificazione e di creazione di un nuovo Stato e di una politica economica in cui la Camera dei deputati non sia più una fittizia rappresentanza del Paese: giacché di giorno in giorno, una quantità sempre maggiore di forze vive, di elementi atti alla direzione politica ne resta esclusa. I membri di essa non rappresentano che una quantità di interessi essenzialmente privati, la cui somma è lungi dal formare l'interesse pubblico. La Mosca di Putin, infatti indica ancora oggi una distorsione della rappresentanza parlamentare nell'aggregazione e disaggregazione dei deputati sulla base della somma di interessi di pochi eletti piuttosto che del bene comune e dell'allontanamento dalla vita politica di chi non sa bene accettare ed inserirsi in una simile pratica ed è per questo che impera la soluzione del conflitto fra i popoli. Il superamento di divisioni partitiche spesso non è fondato ed ostacola così la gestione della cosa pubblica attraverso un carattere passivo di alcune parti intellettualmente moderate che sono scarse a livello morale. In altri termini l'impostazione della Mosca di Putin deve fare riflettere profondamente sul trasformismo anacronistico imperialista per una staticità definibile una volta per tutte come un processo storico da analizzare di volta in volta. Nell'Italia liberale, come i9n quella repubblicana si devono realizzare alcune condizioni di base perchè riesca ad attecchire il trasformismo dell'innovazione. Innanzitutto bisognerebbe saper scegliere i progetti di ricerca più validi per poter cercare di raggiungere un equilibrio dei privilegi in modo che non vi siano aggregazioni clientelari, ad una connessione stretta fra affari e politica fino ad un mosaico della corruzione come risorsa politica. Senza illusioni di completezza si devono  valutare le crisi politiche cruciali del sistema liberale che pportano prima all'intervento della grande guerra, poi al fascismo e poi a scelte riformiste consentite dagli assetti parlamentari e dagli interessi dei gruppi dominanti per governi che ondeggiano fra destra e sinistra fino al suffragio universale di Giovanni Giolitti che piega la destra sperando che le masse cattoliche possano fare da argine all'avanzata socialista e liberale. Di trasformismo si potrebbe parlare anche per la politica condotta da Moro presidente del consiglio di centro-sinistra soprattutto caro Valditara per il suo tentativo di riforma del settore scolastico, sanitario, previdenziale. dei diritti civili che erano stati impediti nel peggioramento della congiuntura internazionale e da forti resistenze di una ampia parte della DC. In un cammino politico ci si trova di fronte ad un immobilismo di gestione statica all'interno dei quali i socialisti vengono cooptati nei metodi clientelari e spesso corrotti del partito cattolico, allontanandosi sempre più dal Paese e dalla rappresentanza degli interessi pubblici. Cosa è fallito nella politica della cultura etica?? Si è verificata a mio avviso una collaborazione conflittuale specie caro Ciriani nei rapporti fra governo e partiti in una democrazia che io voglio nominare CONSOCIATIVA. Tentare il centrismo alla contrapposizione parlamentare su scelte fondamentali sarebbe d'uopo per creare nelle commissioni parlamentari accordi normativi di contrattazione di legislazione ordinaria e non solo per pratiche consociative e trasformistiche che si possano estendere nel tempo e nello spazio, in modo tale che non vi siano congestioni parlamentari. In questo modo si potrebbe attenuare l'asprezza ideologica per asserire ragioni super partes in un dialogo che non porti a divisioni fazionistiche, ma ad un rafforzamento di accordi fra le parti in gioco per riuscire ad intravedere il massimo Bene del Paese. Il nuovo motto dunque di format politico repubblicano dell'espressione della libertà possa essere questo "Cechiamo nell'illuminata speranza di NON vivere più nella strategia dell'immagine social o di trovate estemporanee, ma di vivere su programmi che sappiano fondare e formare il Paese sul valore costituente dei posteri riferente". Buona Festa della Repubblica. Viva l'Italia viva. 

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