venerdì 19 maggio 2023

 Per Stefano Bonaccini e Misumeci dedicato alle famiglie degli alluvionati - LA FORZA DELLA ROMAGNA - Giornate uggiose trascorse fra il fragore dei fiumi e delle frane che paion rompere ogni possibilità di riscatto fra la pandemia e la guerra a ricercar anche un timido raggio di speme. Intreccio di movimenti nel segno della lotta e dell'emancipazione contadina, della loro capacità di aggregarsi, di costruire sindacati, leghe, cooperative. Ma è anche storia di capacità di governo tra moti sociali e Stato, a partire dal municipalismo socialista, esperienza breve perchè schiacciata dal fascismo, ma interessante ed articolata nei suoi aspetti amministrativi oltrechè negli scopi sociali. Tale esperienza è stata ravvivata e generalizzata nel 2° dopo guerra , quasi  realizzata compiutamente nella progettualità che sa investire in campi come cultura, lavoro e politica a cui si aggiungono le modernizzazioni . Tre sono i capisaldi che disegnano la forza romagnola; l'industrializzazione diffusa e in special modo la specializzazione flessibile, il ruolo delle istituzioni e della cultura dei servizi in cui interviene il peso della famiglia e i suoi legami, all'interno dei quali si articolano genealogie di DONNE che si trasmettono saperi e culture della tradizione romagnola. Sul modello emiliano di disintegrazione produttiva ed integrazione sociale si trovano allineate una molteplicità di imprese in genere di dimensioni medie, piccole o piccolissime quasi sempre a conduzione famigliare che producono sia in proprio che per conto terzi, e con una presenza importante di lavoro a domicilio; una articolazione di produzione che tiene conto di meccanismi di precisione e di macchine agricole, fino a integrare maglierie, ceramiche, scarpe e settore alimentare. Con uno straordinario percorso imprenditoriale gli uomini e le donne si sono fatti da sé e dopo lotte operaie hanno portato ad una condizione di benessere diffusa anche tra famiglie artigiane con più redditi il cui stile di vita è soddisfacente, tanto da rendere il benessere una chiave importante di lettura dello sviluppo non solo della regione, ma anche nazionale. Oggi specie dopo gli episodi di alluvioni e frane il quadro presenta molte crepe di origine differente; da un lato la crisi economica che influisce sui dati occupazionali e di conseguenza comprime e preoccupa riguardo ai consumi e dall'altro l'accumulo di denaro che richiama la criminalità organizzata; sia essa quella delle bande che assaltano ed uccidono o che rubano nei supermercati, sia quella ancora più preoccupante della mafia del sciacallaggio e del riciclaggio di denaro sporco. Si pone dunque l'attenzione sulle penetrazioni mafiose nel sistema bancario e finanziario. La specificità del percorso di ricostruzione dunque prevede una attenta osservazione critica fra sfruttati nei sistemi cooperativi, nel campo edilizio e del consumo agricolo e di trasformazione. La dignità romagnola è fatta di duro lavoro per la creazione di imprese allo scopo di sostenere l'occupazione, ottenere maggiori salari e dare maggiore rilievo all'emancipazione giovanile per spopolare anche nei mercati internazionali fino a giungere addirittura al G7 del Giappone. Gli interrogativi che i romagnoli si pongono sono quelli inerenti i movimenti cooperativi rispetto al permanere della sua specificità, visto l'attuale tendenza a "mutuare" anche la zitella per modelli organizzativi più privati che riguardino le scelte dirigenziali di carattere espansivo della Gradisca per attività conosciute o a tutto campo (i postriboli). Ma è l'intero sistema produttivo a reinterrogarsi di fronte alla crisi generale per quanto riguarda la ristrutturazioni e concentrazioni delle industrie, fino a vedere la mortalità di imprese a conduzione famigliare per la sostituzione con altre forme di management e l'arrivo di grandi gruppi stranieri che vogliano acquistare imprese rinomate tettoniche. A queste trasformazioni si è risposto in maniera diversa: chi centrando i propri sforzi su scelte innovative e dinamiche gender figli,  magari riorganizzandosi in gruppi più grandi gender generi dei nonnetti che si lasciano assorbire ed assortire. Ne risultano penalizzate le piccole imprese, con minori risorse e appoggi o tecnologie arretrate. Le amministrazioni locali si trovano così di fronte a nuove problematiche dei finanziamenti perchè le domande propongono diversi bisogni di laboratori che possano erogare servizi per larghe fasce collettive in termini di scambi politici sia a livello materiale che simbolico (vendiamo anche i mutandoni). Gli attori sono stati scelti per esempio di status sociale in meccanismi di partecipazione alla cura. Si pensi agli asili, all'assistenza domiciliare e al nuovo wella-affare femminile per i diritti di cittadinanza. Questi fenomeni portati in visione da uno scenario di complessità social che ha sviluppato generalizzazione e dissonanze, hanno aperto dei conflitti che richiedono risposte: si tratta del passaggio da una formula generalizzata che la cultura dei servizi ha offerto con successo, ad una che interpreti meglio i bisogni di identità sia collettive che individuali specie nelle compresenze giovanili di più formazioni sociali. Altro dato emergente e problematico è quello dei gruppi social che aumentano rapidamente nella loro consistenza, mentre altri scompaiono. Tra i primi gli anziani, dotati di risorse e bisogni da soddisfare per un ampia fetta della società; poi gli extra-comunitari anche essi in aumento per un calo delle nascite per condizioni di vita incerte sul futuro specie per la compatibilità fra lavoro e famiglia che pone il problema su investimenti di tempo affettivi ed emozionali che paiono inferiori al passato per il valore della famiglia tradizionale a favore di quella allargata. Infatti con l'aumento di divorzi e separazioni, si sono moltiplicate le famiglie di fatto, spesso con figli nati da legami precedenti e si è innescato un processo di trasformazione di sostegno economico ed emotivo che porta a mancanze di assistenza e socialità nonchè a carenze di solidarietà fra i membri delle famiglie allargate. Le amministrazioni quindi esprimono vicinanza ai giovani con un dialogo continuo ad avere spazi per gli affetti, suggerendo modelli più ricchi culturalmente rispetto al passato, ma anche una dimensione sociale che delegittimi il patriarcato per aprirsi a nuove frontiere fra ruoli famigliari e sociali in cui entri in gioco il "mammo" ed il casalingo part-time. Le donne diventano nuove protagoniste come romagnole ruspanti con una storia di emancipazione che sa individuare accanto a percorsi famigliari e giuridici percorsi di piena realizzazione femminile. Dalle "rezdore" o "arzdoure" e sfogline fino alle operaie di manifatture dei Bloch, alle artigiane ed imprenditrici che sanno rimboccarsi le maniche per saperi e culture di una nuova consapevolezza e responsabilità domestica, del lavoro e della prodizione, delle reti sociali e della politica. Questo significa riprogettare e riorganizzare i servizi in confronti di orientamento che conducano maggiormente a principi di universalità attraverso l'apprendimento del giusto uso delle risorse che provengono dalla società e l'esempio del volontariato che sa mediare fra pubblico e privato, muovendosi nell'ambito di una flessibilità di tempi e di bisogni a seconda delle esigenze e delle differenze dei cittadini. Nell'abbraccio romagnolo della riviera, noi riminizziamo con pochi grilli per la testa che la civiltà raffinata va continuamente creando per aumentare i piaceri ed i tormenti dell'uomo, ma dà invece una libera e potente espansione ai bisogni naturali per una animalità che sgama le abitudini che superano l'atavico ribellismo. I nostri destini sono affogati dentro una melma, ma noi sapremo emergere con una insolita poesia: Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la stella che guida il cuore e nella nostalgia del poeta, tu sei la madre italiana che sa essere tutt'ora concreta. 

Nessun commento: