Siamo lieti di comunicare i risultati del concorso Come farfalle 4. Il coraggio del bene. Complimenti ai vincitori e grazie di cuore a tutti i partecipanti, ai giurati, ai volontari, alle associazioni e alle istituzioni (in particolare il Comune di Forlì e il Sindaco Davide Drei) che sostengono questa inziativa per il suo valore culturale e sociale.
La premiazione inizia alle ore 9.30 del 25 aprile 2017
con la premiazione dei primi classificati e degli alunni delle scuole da parte del Sindaco Davide Drei. La festa continua nel pomeriggio nei pressi del ristorante del Parco Urbano (al ristorante sarà possibile pranzare assieme a prezzo convenzionato, gli interessati sono pregati di dare l'adesione al giurato Enrico Medri medrienrico@gmail.com che forninrà ogni utile informazione) con la lettura delle motivazioni da parte dei giurati, i reading degli autori presenti e la performance L'incontro a cura della Minima Parte (con i poeti Massimiliano Bardotti e Stefano Cavallaro). Sarà disponibile in anteprima e a prezzo scontato l'Antologia Il coraggio del bene (copertina illustrata da Alessandra Placucci) e testo con le opere di tutti gli autori vincitori, selezionati e segnalati, v. classifica qui sotto). Per chi ama l'arte ricordiamo che ai Musei San Domenico di Forlì è in corso la Mostra Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia.
Opere votate e segnalate dai giurati della quarta edizione del Concorso Come farfalle diventermo immensità ideato da Guido Passini per ricordare Katia Zattoni (entrambi appassionati poeti e operatori culturali attivamente impegnati per il bene comune, prematuramente scomparsi a causa della fibrosi cistica). In giuria: Cristina Lega (presidente), Enrico Medri, Federica Fantini, Filippo Amadei, Francesca Abbiati, Gaetano Foggetti, Jennifer Ruffilli, Stefania Zanetti, Thomas Casadei, Vincenzo Capodiferro. Ecco la classifica della sez. Racconto (per quella dei poeti vedi farapoesia):
Racconti Primi
classificati ex aequo
Il lampionaio
di Giovanni Giamboni (Porto Mantovano, MN)
[Arriva
un momento, nella vita di tutti quanti, in cui ci si rende conto che i sogni
sono inutili, che a questo mondo piace più chi vince di chi si diverte, che la
bontà funziona davvero solo nelle favole e che a Mantova non si ordina il tè in
birreria. In quel momento il neomaggiorenne Giovanni Giamboni era distratto
nella realizzazione del fatto che quell’adesivo a forma di mucca non si sarebbe
mai staccato dal muro senza lasciare tracce di colla, e quindi diciamo che il
resto non è arrivato particolarmente in profondità.]
Una
splendida favola, che sa trasmettere il suo messaggio con parole semplici e
immagini chiare. La luce che brilla dentro ognuno di noi sa splendere anche tra
le righe di questo racconto. Centra in pieno l’obiettivo e lo fa con dolcezza. (Francesca Abbiati)
Leggendo
questo racconto ho pensato che il lampionaio sia un compito molto importante
che spesso mettiamo da parte o addirittura non conosciamo. Dovremmo saper
accendere spesso quella luce dei lampioni tra la gente affinché mai nessuno si
dimentichi di averla… o in fondo al cuore o davanti a sé. (Federica Fantini)
“…
e alla gente piaceva, perché era quella luce che a qualcuno mancava”. Dentro
questo racconto ci ho sentito un po’ delle storie di Guido. La favola fatta per
il bambino che è dentro ciascuno di noi La curiosità che ci spiega le cose
semplici. (Enrico Medri)
La
favola che rende fruibile a tutti con leggera dolcezza quei concetti che la
filosofia grevizza di spocchiosa autorità. (Stefania Zanetti)
Per
la morale profonda raccontata con parole di favola.
(Filippo Amadei)
La dottoressa Cavallero
di Gian Antonio Bertalmia (Carmagnola, TO)
[Sono
un pensionato molto anziano (sono andato a scuola con Camillo Benso Conte di
Cavour) e nella vita ho amato tanto le donne e le donne mi hanno dato tanto
amore. Scrivo delle donne perché mi sono accorto che, alla mia età, scrivere
delle donne fa bene al cuore!]
Per
il bel racconto che dà occasione di rivincita anche alle storie che iniziano
con fatti drammatici. La vita è imprevedibile e l’autore ha saputo raccontare
il coraggio bel bene. (Cristina Lega)
Avere
che fare con il bene è una cosa seria. È un impegno una fatica una gioia e un
azzardo. Ma forse più di tutto è una speranza di salvezza. (Enrico Medri)
L’amore
di una madre senza esserlo mai stata. Il massimo.
(Gaetano Foggetti)
Con
leggerezza e semplicità, l’autore/autrice immerge il lettore in un’atmosfera
che sa di buono, fatta di gesti che parlano di vita. (Thomas Casadei)
Per
la durezza del tema raccontata con la giusta sobrietà di linguaggio. (Filippo Amadei)
Racconto secondo
classificato
Basta poco
di Angela Colapinto (Bologna)
[Sono
a nata a Bologna, dove lavoro e vivo. Mi occupo per otto ore al giorno di
stipendi, materia che non ha nulla a che vedere con la scrittura. Ho ripreso in
mano questa mia antica passione da qualche anno e ne ho fatto più di un
semplice passatempo. Mi capita spesso di perdermi nei miei pensieri e di
ritrovarmi a inventare storie di cui sono la protagonista. C’è qualcosa di più
divertente e creativo che immaginarsi la protagonista di tanti, diversi e
infiniti racconti? Per me no. Non ricordo quando ho iniziato a farlo, forse è
un’abitudine che ho da sempre e non riesco a immaginare quando smetterò. Forse
mai. Mi piace giocare con la vita, con i ricordi e con le situazioni ma
soprattutto con me stessa.]
I
nonni sono capaci di farci sentire utili e apprezzati anche nelle piccole cose è
una dote potente, che ci lega a loro di un affetto sincero e profondo
Lasciandoci nella memoria la consapevolezza di un insegnamento fondamentale. Il
rispetto. (Enrico Medri)
Per
la precisione del linguaggio unita ad una grande chiarezza di sentimento. (Filippo Amadei)
Mi
piace molto il finale. Nonostante la sofferenza che trasmettono le parole di
questo racconto il finale mi ha fatto riflettere… basta poco per avere bei
ricordi! Anche dai momenti più difficili della vita si possono cogliere quei
sorrisi e quell’amore che ti rimarranno impressi per sempre e che potranno
guidarti quando stai per perdere di nuovo la strada. (Federica Fantini)
Di
questo racconto ho apprezzato in particolare la freschezza e la scelta di
presentare la scena con gli occhi di una bambina. Questo semplice ricordo d’infanzia
fa capire che davvero l’amore può tutto, può anche inventare un gioco e far
germogliare la sofferenza di “bei ricordi”. (Francesca Abbiati)
Racconto terzo
classificato
Insistere
di Ester Eroli (Roma)
[Ester
Eroli è nata a Orte, provincia di Viterbo, da padre sabino e madre abruzzese. Vive a Roma e lavora nell’ufficio stampa della fondazione
dell’ANCI, IFEL, nella piazza di San Lorenzo in Lucina nel cuore di Roma. Si è
laureata in lettere alla sapienza, dopo la licenza liceale classica. Ama l’arte,
la pittura, la musica, i viaggi, le mostre, i musei, colleziona cartoline
illustrate e bambole di porcellana. Ha
scritto romanzi, racconti, raccolte di poesie, novelle, articoli. Ha
ottenuto numerosi premi e
riconoscimenti letterari, tra cui il premio Wilde . Ha scritto in molte riviste letterarie e opuscoli. Scrive
su internet in numerosi siti.]
Storia
di un’amicizia che si dimostra vera fino dai primi incontri e rimane tale fino
alla fine. Un racconto ben scritto che ci ricorda come le avversità della vita
inizino in tenera età… ma l’amicizia può condurre a un lieto fine. (Cristina Lega)
L’ho
letto tutto d’un fiato. Un racconto coinvolgente e trascinante che attraversa
momenti della vita dall’infanzia all’età adulta. (Federica Fantini)
La
forza delle parole, dell’esempio, dei gesti si condensano in una prosa che
avvolge il lettore e lo porta a riflettere sul senso del rispetto e della
dignità. (Thomas Casadei)
Racconti votati
Dunque una sfera
di Subhaga Gaetano Failla (Follonica, GR)
[Sono nato a Scalea (CS) nel 1955. Insegnante laureato in Sociologia a Urbino. Vivo a
Follonica (GR). Ho pubblicato saggistica sociologica. Racconti: Logorare i sandali (Aletti 2002),
Il
coltello e il pane (Aletti 2003), La signora Irma e le nuvole (Fara 2007).
Con Fara sono presente in 3 x 2 (2006), Siamo tutti un po’ matti (2014), La mia sfida al male e Preghiera (e… (usciti entrambi nel 2016). Mie poesie in antologie in lingua
inglese, tradotte in francese e tedesco: Zen poems (2002) e Haiku for lovers (2003). Ho
collaborato con Orizzonti, Hazy moon (rivista
inglese) e il blog Letteratitudine. Collaboro con La Masnada e il blog Narrabilando. Il
racconto Tears of Joy, sulla “notte di fuoco”
di Pascal, è inserito nel volume, a cura di M. Bazzano e J. Webb, Therapy and the
Counter-tradition. The Edge of Philosophy
(Routledge 2016). L’articolo Grace and Danger, su Pasolini, è stato pubblicato nella rivista inglese
di psicologia umanistica Self&Society (Routledge 2016).]
Per
le immagini vive e multicolori fuse insieme a formare una grande metafora. (Filippo Amadei)
Perché
l’uomo è impotente? di Moira Zordan (Centro Arcobaleno di Arzignano, VI)
[Ciao, sono Moira e ho 31
anni. Si sa che la vita è breve… e io cerco di viverla giorno per giorno
trovando la via più semplice per affrontare la giornata in armonia e in
positivo. Durante il giorno ho tanti impegni, come giocare a pallavolo e
lavorare in una casa di riposo ad Arzignano. Amo la mia famiglia e i miei due
super nipotini. Spero di vincere questo concorso, perché ci ho messo impegno.
Sono cose vere e scritte con il cuore.]
La
tensione alla crescita è sempre piena di domande… accettare o non accettare la
non centralità dell’ uomo è sempre uno scoglio enorme per tutti. (Stefania Zanetti)
La
scelta tra il bene il male, le difficoltà della vita possono condurre a questo.
È su questo che l’autrice ci porta a riflettere, un racconto breve che fa
riflettere. (Cristina Lega)
Non
ho dimenticato di Roberta Paganelli (Forlì)
[Sono
nata e risiedo a Forlì. Laureata in Materie Letterarie, dopo aver insegnato, ho
avuto la possibilità di dedicarmi alla ricerca, dapprima in ambito storico
locale, poi in campo musicale e teatrale, con particolare attenzione alla
documentazione inedita di noti cantanti romagnoli e di celebri compositori,
quali Mascagni e Puccini. Ho pubblicato: La
Magistratura dei Novanta Pacifici in Forlì (Castrocaro, Fr.
Zauli 1989); Giuseppe Paganelli, tenore, compositore,
impresario (Faenza, Edit 1998);
Gea Della Garisenda, regina
dell’operetta (Faenza, Edit 1999);
Angelo Masini, il re dei
tenori del secolo XIX (Forlì, Valbonesi 2004); Juanita
Caracciolo, una fulgida e breve stella tra Puccini e Mascagni (Varese,
Zecchini Ed. 2008); Ines Lidelba: la contessa soubrette
(Forlì, Ed. Risguardi 2011); La Fonderia Paganelli di Forlì. Di padre
in figlio sino al 1965 (Forlì, Filograf 2012 e 2013)
Maria Farneti nel cielo di Puccini e Mascagni (Forlì, Ed. Grafikamente 2015.]
In
questo caso il ricordo di una madre: chiaro, eterno, indelebile, venato di una
sofferenza che solo il tempo sta lentamente stemperando. (Gaetano Foggetti)
Nato
d’estate di Camilla Ugolini Mecca (Verona)
[Un
po’ di anni fa, sono nata a Verona, dove vivo col mio bambino di 6 anni e dove faccio la Costellatrice
Familiare. I ricordi delle mie prime scritture risalgono ai miei 8 anni. E da allora la scrittura ha
continuato a visitarmi. Con Fara ho vinto un concorso con inserimento premio
del racconto Il Paradiso è un
cul-de-sac nell’antologia Pubblica con noi 2007.]
Uno
stile visivo, che porta il lettore dritto sullo scenario della storia, tra
polvere e detriti, senza scampo. Un bellissimo messaggio di speranza: la vita
vince su tutto… e spesso, quando crediamo di salvare qualcuno, siamo noi stessi
ad essere salvati. (Francesca
Abbiati)
Un
buon nodo al foulard di Gaia Facchini (Cinisello Balsamo, MI)
Breve
ma al tempo stesso intenso, il racconto parla al lettore di una quotidianità
spesso dimentica e di gesti semplici che la squarciano e la illuminano di
umanità. (Thomas Casadei)
Un
sol passo di Rosanna Magrini (Montemarciano, AN)
[Sono
nata ad Ancona e abito a Marina di Montemarciano. Laureata in Teologia, ho
tenuto incontri di formazione spirituale e di preghiera nella mia Parrocchia e
brevi supplenze di Religione nelle scuole della Diocesi di Senigallia. Sono
consacrata e vivo in modo semplice la mia consacrazione in famiglia. Sin dall’adolescenza
mi sono resa conto che scrivendo sapevo esprimere al meglio il mio mondo
interiore di pensieri, emozioni e desideri. Ho scritto poesie ma non mi ritengo
una poetessa. Nel mio primo libro inedito
Le Tre Piume, racconto in modo metaforico il cammino di ricerca
interiore di Dio Trinità nella fede, speranza e carità. Ho 52 anni e mi sento dire da diverse
persone che sono rimasta una “bambina”: io lo prendo come un complimento e
rispondo con un sorriso di gratitudine; in fondo, Gesù ha detto: A chi è come
un bambino appartiene il regno di Dio.]
C’è
bisogno ancora di brevi favole, che per giunta alla fine hanno quelle morali
che da bambini ci restavano straordinariamente impresse. (Gaetano Foggetti)
Vivere
la vita di Patrizia Peruffo (Sarego, VI)
[Sono
nata a Lonigo (VI) il 23 novembre
del 1978, risiedo a Meledo di
Sarego (VI). Laureata a Verona in Scienze della Formazione nel 2010, da molto tempo frequento il CentroArcobaleno a causa di una depressione, o meglio, di un disagio di vita. Oramai
sto meglio: infatti vivo in un appartamento con due ragazze del Centro qui ad
Arzignano (VI). Confido in un futuro rientro a casa, in seguito alla
conclusione del mio percorso riabilitativo-psicologico.]
Riflessioni
sull’immensità della vita che ti portano a riflettere sull’essenza stessa della
vita. (Cristina Lega)
Erano
passate le nove di Luca Pari (Riccione, RN)
[Nasco
(23 aprile 1984), vivo e m’innamoro a Rimini. Sguardo dolce e
diffidente. Convinto sostenitore del metodo “Montessori”: ritengo che qualsiasi
obiettivo debba essere raggiunto sempre attraverso l’analisi dei contenuti, in
stretto parallelo all’esercitazione e alla sperimentazione. Seguo anche le
ideologie del pensiero-laterale di De Bono: spesso le soluzioni migliori sono
quelle che vengono scartate a priori. Attualmente lavoro come ICT Manager per
una importante boutique del pesarese, in precedenza sono stato Senior ERP
Consultant e Business Analyst, ho lavorato nel mondo del software per più di
dieci anni e ho sempre apprezzato l’ecosistema Microsoft-Windows. Da diversi
anni ho approfondito in prima persona l’uso dei dispositivi touch-screen,
anticipando i tempi del mercato soprattutto nel settore mobile. Ho pubblicato
il libro di informatica Dove sono
le finestre?, il saggio breve sul coming-out Dalla 50 alla 42 e
il racconto rosa Le lenzuola.
Ho vinto il concorso “Keywords 2015”
nella sezione tecnologia, con il saggio breve Zio ci facciamo 1 selfie? pubblicato poi dal
gruppo L’Espresso nella collezione di eBook L’Espresso Plus.]
Le
radici familiari restano sempre il nostro filtro di relazione col mondo. Se
loro ci accettano noi ci accettiamo.
(Stefania Zanetti)
Racconto segnalato
Lo
scoiattolo ferito di Karina Berlinschii (Trento)
[Mi
chiamo Karina Berlinschii, ho 13
anni. Sono nata in Moldavia, a Chisinau (la capitale). All’età di 9 anni sono venuta qua in Italia, a
Trento, insieme alla mia famiglia. La mia famiglia è formata dai miei genitori
e da me; infatti sono figlia unica, però mi piacerebbe tanto avere una sorella.
Da piccola, non avevo con chi giocare, per mia fortuna i miei genitori mi
regalarono una bambola che era pure più alta di me; allora la credevo mia
sorella e sembra strano, ma parlavo e facevo tutto con lei. Anche all’asilo me
la volevo portare dietro, però non potevo, dal momento che era più grande di me
e facevo fatica ad alzarla. Comunque alla fine mi divertivo e adesso a pensarlo
mi viene da ridere. I miei genitori sono delle persone molto divertenti, ma
allo stesso tempo civili e diligenti. In ogni momento mi fanno imparare
qualcosa. Sono molto fiera di avere dei genitori così meravigliosi. Non potrei
pensare ad averne migliori dei miei. Vado alla scuola “Giacomo Bresadola” e mi
piace troppo la mia scuola, i compagni ed i professori.]
Un
dolce racconto che parla di amicizia e del prendersi cura di. Scritto con stile
semplice, chiaro è una bella favola.
(Cristina Lega)
Per
la semplicità del linguaggio che accoglie il tema dell’amicizia vera che si
incontra nella diversità. (Filippo
Amadei)
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