venerdì 19 settembre 2014

Padre Eugenio da Montefusco

Gerardo Figliolino, Padre Eugenio Caldarazzo da Montefusco, International Printing Editore, Avellino, 2014 


recensione di Vincenzo D'Alessio


Il tempo che viviamo è ricchissimo di vicende, poche attraversano il filtro stretto della Storia per divenire memoria collettiva. Alla costruzione del grande volume della memoria contribuiscono autori come Gerardo Figliolino, “medico per professione e storico per scelta” (cito la presentazione) nel volume: Padre Eugenio Caldarazzo da Montefusco, sacerdote francescano.
Montefusco ha offerto i natali a personalità che hanno travalicato i cancelli della dimenticanza e si offrono oggi, come allora, allo sguardo attento dei contemporanei. Cito ad esempio Eliseo Danza (sec. XVI) primo storico montefuscano, il quale ebbe i natali proprio in via San Pietro de’ Ferraris, la medesima strada dove è nato Aristide Caldarazzo, al secolo padre Eugenio e dove ha dimorato un’altra illustre montefuscana: Emilia Dente, poetessa, scrittrice, storica anche lei, e dove attualmente abita l’autore Gerardo Figliolino.
Il cuore antico della città mostra tutta la sua grandezza: per essere stata Capoluogo di Principato, per avere ospitato rappresentanti reali nel periodo dal XIV al XVIII secolo, per avere accolto le nobildonne del Regno di Napoli presso il Convento delle suore a Montefusco le quali apprendevano la nobilissima arte del “Tombolo”. Scrive il dottor Alessandro Lomaglio nella presentazione: “Presumo che lo scopo, non tanto nascosto dell’autore, sia stato anche quello di sottoporre all’attenzione dei compaesani le opere e le gesta, come a ragione possono definirsi, di un protagonista nativo di Montefusco e, attraverso il racconto della sua vita, la gloria di una antica e storica cittadina, un tempo fiorente centro culturale e artigianale, oggi un borgo negletto e quasi abbandonato.”
L’autore ha già consegnato altri lavori storici tesi ad avvalorare quanto è scritto nella presentazione. La passione per la ricerca che muove Figliolino è forte e sincera, vuoi anche per gli studi medici esercitati, forza che si rivela anche nella dedica apposta all’inizio del lavoro: “A mio padre di cui vorrei essere la memoria persa.” 

La figura di padre Caldarazzo emerge in tutta la forza della sua Fede: la biografia, gli studi, la vita monastica vissuta accanto a San Pio da Pietralcina, la testimonianza francescana come cappellano militare nell’ora buia della Seconda Guerra Mondiale. Questa è la parte eroica della sua esistenza: si svolge a Cisterna di Latina tra la gente sottoposta alla tragicità dei bombardamenti, delle rappresaglie naziste, delle morti dei tanti giovani sui fronti. Una esistenza vissuta accanto ai sofferenti, agli impauriti, a quanti sentivano rubata la Speranza.
La parola del sacerdote arriva a consolare gli afflitti, le sue opere raggiungono i bisognosi, l’Eucarestia accompagna quanti chiudono gli occhi sulla vita terrena. Un “padre” energico e mite accanto ai suoi fratelli, che ha incarnato l’invito di Frate Francesco: “Che il Signore vi conceda la Pace e il Bene!” 

Nel testamento redatto in punto di morte l’umiltà del Servo di Dio emerge nella testimonianza: “Santissima Trinità, Padre e figlio e Spirito santo non mi rifiutate alla Vostra felicità, per la quale così poco e malamente ho corrisposto. Amen!” (S. Chiara di Assisi, 1982).
Gerardo Figliolino, con santa pazienza e certosina scientificità, con questo nuovo lavoro sta faticosamente ricomponendo un frammento del merletto storico montefuscano maneggiando i fuselli della ricerca.

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