Ritratto di Madonna
di Tennessee Williams
nell’àmbito della mostra di scultura
di PIERGIORGIO COLOMBARA, «La sala delle grida»
(catalogo De Ferrari, con uno scritto originale di GILLO DORFLES)
Palazzo della Borsa
Via XX Settembre 44, Genova
venerdì 20 maggio 2011, ore 18.30
ingresso libero
interpreti (in ordine di apparizione)
RITA SARTORI (Lucrezia Collins)
MASSIMO SANNELLI (il portiere)
ANDREA GRILLO (il ragazzo dell’ascensore)
ARTURO TUNOLO (il medico)
MARIA PINA DA CANAL (l’infermiera)
SANDRO LEVRERO (l’amministratore)
introduzione critica di DOMENICA BIFOLI
con il patrocinio
della Camera di Commercio di Genova e dello Studio Copernico (Milano)
Il dramma di Tennessee Williams è tratto dalla raccolta dei Blues. Al centro, una signorina di mezza età, Lucrezia Collins, completamente sola, destinata al ricovero nel manicomio provinciale. Nel suo delirio crede di essere molestata da un antico innamorato e di essere incinta. I suoi sentimenti e la sua delicatezza umana si manifestano tra le sculture – figure di case e prigioni, o una culla di bronzo, o abiti di metallo non riempiti da un corpo, come figure dell’assenza – di Piergiorgio Colombara, artista genovese di fama internazionale.
Il Ritratto di Madonna di Williams accompagna da anni l’ispirazione di Colombara: il dramma è già stato eseguito nella mostra (Casamata) dello scultore alla 53. Biennale di Venezia (2009), sull’Isola di San Servolo (sede dell’ex manicomio veneziano). Inoltre Colombara (1948) si è laureato in Architettura proprio con una tesi sulla spazio teatrale. In entrambe le mises en espace, a Venezia e a Genova, appare dominante la grande scultura Casamata, alta 5 metri.
Della signorina Collins il Portiere dice: «Il mondo è pieno di gente come lei… Lei non fa del male a nessuno… Ma ci sono dei pezzi grossi in Europa che hanno meno cervello di lei! Stasera la portano via e la rinchiudono. Non farebbero meglio a rinchiudere un po’ di quei pazzi laggiù? Ammazzano milioni di persone e girano anche a piede libero… Beh, parla da cristiano, se no fila! È una signora!».
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