venerdì 4 febbraio 2011

Una grande MISSIONE per noi: `Voi siete la luce del mondo'

Omelia del giorno 6 Febbraio 2011

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)


Per entrare nella bellezza della missione che Gesù ci ha dato, è bello, oggi, farsi inondare dalla parola del profeta Isaia:

"Così dice il Signore: Spezza il pane all'affamato, introduci in casa i miseri senza tetto, vesti chi è nudo, senza distogliere gli occhi dalla tua gente. Allora LA TUA LUCE SORGERÀ come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà... Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all'affamato, e sazierai chi è digiuno, allora BRILLERÀ FRA LE TENEBRE LA TUA LUCE, e la tua oscurità sarà come il meriggio" (Is. 58,7-10).

Credo che abbiamo sperimentato tutti la sensazione dell'insicurezza e dello smarrimento, che a volte sconfina nella paura, quando d'improvviso se ne va la luce in casa o per le strade, in cui stiamo camminando. Tutto assume una dimensione diversa: non sai più dove sei, quale ostacolo ci sia davanti a te, dove mettere i piedi... e viene spontaneo cercare aiuto.

Provai una volta, di fitta nebbia, a trovarmi per strada in macchina. Non si scorgeva neppure la linea bianca, che sulla strada accompagna. Riuscii a raggiungere il bordo della strada. Mi fermai, abbandonai la macchina, preferendo fare il resto della strada a piedi.

Immersi nel buio, quando poi torna la luce, proviamo un senso di profondo sollievo e gioia, come avessimo scampato un pericolo.

Oggi – e facciamo bene attenzione – l'umanità, e forse anche qualcuno di noi, per le più svariate ragioni, è come se avesse smarrito la luce della vita.

Ci sentiamo avvolti da pericolose tenebre dentro e fuori.

Sentiamo tanti discorsi sulla pace, sull'onestà, ma a volte sembrano come 'schiacciati' dalle tenebre del vivere quotidiano, tanto da non sapere più se sia il caso di ascoltarli e credervi.

Basta uno sguardo al nostro mondo – lontano e vicino – per accorgersi che c'è troppa gente che vive brancolando, come se non riuscisse a trovare il senso stesso dell'esistere, o 'ingabbiata' in 'ideali', che di senso ne hanno ben poco, per una pienezza di umanità.

Trovare la ragione, che riporti un poco di serenità, è come trovare la strada giusta, smarrita nelle tenebre che ci sono in noi e fuori di noi.

Lo constatiamo tante volte, noi pastori, incontrando persone in cui lo smarrimento è visibile e si rivolgono a noi per trovare la causa di tale stato d'animo persistente e ricevere una parola che le aiuti a ritrovare il senso vero e profondo della vita: la luce che si è smarrita... in tanti, credetelo. Un dramma che a volte si cerca di ignorare, creando attorno un chiasso, che, quando finisce, altro non determina che l'aumento del buio 'dentro'.

A volte questa oscurità diventa insopportabile, quando muore qualche persona che per noi è stata un punto di riferimento, come un raggio di luce, di cui non eravamo forse neppure del tutto consapevoli. Per chi non ha fede, difficile, in questi casi, ritrovare la serenità, la luce.

Viene da chiederci: a chi rivolgersi, perché ce la ridoni?

Chi si è definito 'Luce del mondo' è Gesù, il Figlio di Dio, che ci ha rivelato il Volto del Padre ed è il Vivente, sempre accanto a noi.... 'in noi'.

Ma purtroppo, come avverte l'evangelista Giovanni, in un tempo di poca fede, 'venne la Luce e il mondo è stato fatto per Lui, ma il mondo non Lo riconobbe'.

E, non riconoscere - sempre, ma soprattutto nei momenti difficili - che c'è una Luce in noi, che è Gesù, è scegliere di vivere nelle tenebre, ossia vivere delle vanità dell'orgoglio, la sola impossibile luce della vita.

Dovremmo ricordare sempre che l'orgoglio, il potere, l'autosufficienza, la ricchezza, non danno mai quello che promettono e non possiedono, ossia la luce dell'anima.

Viverci in mezzo è come essere soffocati dall'ansia e dall'angoscia.

A tutto questo smarrimento dell'anima, che fa perdere il senso e la bellezze, della vita, risponde, oggi, Gesù: parole che sono la vera 'sfida' di Dio alla cecità dell'uomo.

"In quel tempo – racconta Matteo – Gesù disse ai suoi discepoli: 'Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo: non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.
Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei Cieli". (Mt. 5,13-16)

Ed ha ragione Gesù! Chi di noi si lascia penetrare dalla Sua Luce, nella vita è come se divenisse una luce per sé e per quanti lo accostano.

Forse non è facile incontrare fratelli e sorelle che sono 'luce e sale', ma grazie a Dio ce ne sono.

Non hanno bisogno di parlare o spiegare le ragioni della Luce... la Luce stessa si riflette nella loro vita, dando ragione di Sé.

Non troveremo, forse, queste meravigliose persone tra la folla di un mondo chiassoso, ma possiamo incontrarle quando meno ce lo aspettiamo.

Chi di noi non ha avuto il dono di conoscere o incontrare persone il cui sguardo, il volto, tutto il loro essere appare come illuminato e sereno? Non sono lontane da noi.

Penso a Chiara Badano, una giovane ragazza morta di tumore osseo a 17 anni, beatificata il 25 settembre 2010. Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, le scrisse: 'Chiara Luce è il nome che ho pensato per te. E la luce di Dio che vince il mondo'.

Nella sofferenza Chiara Luce scriveva, rivolgendosi ai tanti amici:

"Sono uscita dalla vostra vita in un attimo. Come avrei voluto fermare quel treno in corsa che mi allontanava sempre più! Ma ancora non capivo. Ero ancora assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà che cosa (che ora mi sembrano così insignificanti, futili, e passeggeri). Un altro mondo mi attendeva e non mi restava che abbandonarmi. Ma ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela."

E chi non ricorda l'intensa luce che il caro Giovanni Paolo II sapeva effondere sul mondo, ovunque si recasse. Ricordo come, nelle Giornate Mondiali a cui ho partecipato, uno dei momenti più significativi fosse la veglia notturna. Gli occhi di migliaia di giovani, magari prima accecati dalle lucciole del mondo, davanti a lui era come ritrovassero la vera Luce. Più che sentire le sue parole, i giovani gioivano perché lui 'c'era'.

Anch'io ero affascinato... era come se riuscisse a mettere in fuga le tenebre e false luci del mondo. Così come accadeva con Madre Teresa di Calcutta. La sola sua presenza emanava tanta, ma tanta luce... diventava 'Parola' che illuminava, altro non era che Gesù presente in in loro! Era davvero un dono incontrare e stare accanto a queste sorgenti di Luce.

Ma senza fare ricorso a questi grandi dello Spirito, è facile incontrare gente semplice, il cui sguardo brilla di bontà e ridona il senso della bellezza della vita.

Forse cominciando dalle nostre mamme o da persone che si incontrano o, ancora di più, persone da cui riceviamo il dono dell'amicizia.

Anche le loro parole non sono mai un chiasso vuoto, ma sono pervase di quella saggezza e bontà che è la luce che cerchiamo.

Gesù, oggi, chiama tutti noi, ciascuno di noi, ad 'essere luce e sale del mondo'.

Occorre spogliarsi delle falsità del mondo, che fanno solo soffrire, e non avere paura di lasciarsi inondare dalla Sua Luce.

questa che distingue ì veri discepoli di Gesù, e la loro presenza fa tanto, ma tanto, bene.

Ci ridonano, quando li incontriamo, quella speranza che il mondo distrugge, come a dirci: Non è più solo terra quella che ci è dato vivere, ma siamo chiamati a vivere, già qui il Cielo.

"La debolezza del mondo occidentale — affermava Paolo VI — sta appunto nella mancanza di una unica visione, diciamo meglio di un'unica fede.
E perché a questa fede, la quale non può essere che quella di Cristo, da tante parti si contrasti la via; perché da tante guide e da tanti maestri di popoli essa sia taciuta o negata; perché quelli che aspirano a confortare la marcia della storia verso la libertà, verso la redenzione degli umili, questa luce la vogliono spenta e rinnegata e ne vogliano ripudiare i sacri e indispensabili principi, davvero non si comprende. Il rifiuto di questa fede, unica in grado di rendere il cammino faticoso del mondo più facile e più felice, proprio non lo si riesce a comprendere.
Ma tant'è: la Luce di Cristo non si spegnerà per queste opposizioni e continuerà a splendere a salvezza di chi ne raccoglie i raggi benefici, a vantaggio anche di chi forse preferisce voltarle le spalle e pascersi tristemente della propria ombra". (21 aprile 1957)

Quando, durante la S.Messa, proclamo la Parola di Dio, fisso sempre negli occhi chi mi ascolta e mi sorprende sempre vedere come molti occhi si riempiono di luce, come volessero farla ospite della vita. È davvero bello.

Con il salmo 111 prego:

"Il giusto risplende come luce. Beato l'uomo che teme il Signore:
spunta nelle tenebre come luce per i giusti.

Felice l'uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: il giusto sarà sempre ricordato.

Non temerà annunzio di sventura: saldo è il suo cuore, confida nel Signore. Sicuro è il suo cuore, non teme: egli dona largamente ai poveri,

la sua giustizia rimane per sempre, la sua potenza si innalza nella gloria".

Non mi resta che pregare per tutti noi, chiedendo a Dio che ci inondi della Sua Luce e che la nostra vita sia illuminata e doni sempre luce a chi ci è accanto e da Dio ci è stato affidato:

"Voi siete la luce del mondo"

Antonio Riboldi – Vescovo –
Internet: www.vescovoriboldi.it
email: riboldi@tin.it

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