lunedì 18 maggio 2009

Su Il primato della pietà di Nino Di Paolo



Recensione di Guido Passini

L’incipit di questo scritto è dedicato alla persona di Nino Di Paolo, andando comunque per supposizioni, poiché ho avuto il piacere di incontrarlo solo un paio di volte. D’altronde si dice che ognuno è ciò che scrive, per questo ho un’alta considerazione di questo autore. Un animo tranquillo ma che sa il fatto suo, che non vuole certo nascondersi, e dice quello che pensa. Però quello che colpisce è il modo in cui lo fa, in maniera garbata, con il sorriso tra le labbra, e la parola sempre collegata al cervello. Questo lo scenario principale de Il primato della pietà, un libro che ha morale, un libro che dà quelle emozioni (mi scusi l’autore per il paragone) che solo un film in bianco e nero riesce a dare. Bianco e nero perché leggendo alcune recensioni a questo libro ho trovato un paragone azzeccato con un film di grande classe come Amarcord di Federico Fellini. La scrittura semplice, senza tanti fronzoli che distoglierebbero dal messaggio che Nino vuole trasmettere con questo libro, una ironica forma di vedere il passato e la generosità con cui si mette in gioco parlandoci della sua vita, del suo passato, del suo mondo, fa de Il primato della pietà un libro degno di nota. Il lavoro più certosino a mio avviso è l’incastrarsi delle “misericordie” con i testi di Nino, riportando come gli eventi di un uomo possano, se visti nell’ottica giusta, essere correlati a temi all’apparenza contrastanti. Probabilmente un libro come quello di Nino ambientato completamente ai giorni d’oggi perderebbe in parte del suo fascino, perché è un viaggio negli anni, è un viaggio di riflessione dell’autore, è in un certo senso una crescita di Nino, non solo dal punto di vista temporale ma anche mentale e di cuore.
Il primato della pietà è un libro che potrebbe essere definito storico, psicologico e, perché no, una raccolta di pseudo favole, ma la cosa più spontanea con cui vorrei definirlo è: un’ode al cammino dell’autore.
Con l’augurio che questo cammino possa regalarci ancora molte emozioni.


Cenni biografici

Nicola (Nino) Di Paolo
, cinquant’anni, pubblico dipendente (formalmente paria, dunque), è qui al suo secondo lavoro di narrativa: il primo, Anno santo 1975 – da Milano a Roma a piedi (Fara, 2007), raccontava l’avventura di un pellegrinaggio attraverso gli occhi dell’autore adolescente; questo prova a raccontare, attraverso il filtro della maturità (?), un po’ di tutto: quattordici racconti, quattordici argomenti.
Ha pubblicato, all’interno de Lo Spirito della poesia (Fara, 2008), il brevissimo saggio “Dove cercare la poesia?” accompagnato da due componimenti in versi: Ode alla disobbedienza e Il consenso.



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