mercoledì 20 maggio 2009

Guido Passini intervista Laura Bonalumi


respirandopoesia.altervista.org


HO FATTO TREDICI CON...


LAURA BONALUMI



Ho il piacere di aver conosciuto Laura Bonalumi e aver apprezzato i suoi due libri editi da Fara Editore.
Come mia prima intervista scelgo Laura per quanto ho apprezzato il suo libro Fragile, per quanto, in un qualche modo nello scrivere e nel presentare emozioni siamo molto vicini.
Ma torniamo a parlare di Laura: Laura Bonalumi, quarantenne milanese, è una creativa pubblicitaria che ha scoperto la passione per la scrittura e, felice, sfata il mito: “Gli art director non sanno scrivere!”
Sposata, è mamma di due bambine.
Ha pubblicato Wild iris (Editrice Nuovi Autori, 2002); Gli occhi del mondo (Fara Editore 2006); Fragile (Fara Editore 2009).


Ciao Laura, se ti senti a tuo agio passiamo quindi alle domande:

1) Cosa ha spinto Laura ad iniziare a scrivere?

Scrivere è voler bene a me stessa. Chiudere fuori il mondo e godere del silenzio che c’è dentro di me. Ascoltare i miei sentimenti profondi, scegliere quelli più forti, a seconda del momento, e buttarli sul foglio, quasi fosse un amico, l’amico più caro al quale confidare una parte di me.



Hai perfettamente ragione, è un modo per capirsi, ascoltarsi. La prossima domanda quindi mi viene spontanea:
2) Secondo te quanto la vita dell’autore incide sulla scrittura di un libro?


Totalmente. Adoro l’inverno, la neve, il freddo e la cioccolata: difficile trovare un mio scritto che parli dell’estate, del caldo, del sole che brucia.
Sono donna e scrivo storie di donne, sono mamma di due bimbe, il rapporto madre-figlia lo vivo con molta responsabilità e torna spesso, quasi sempre nei miei testi.
Sono un pubblicitario (è il lavoro cha ha occupato per più anni la mia vita) quindi ho il “vizio” di osservare la gente, studiarne le abitudini, provare a capirne i comportamenti.


Lo si percepisce dai tuoi libri questo tuo modo di osservare, ma visto che parliamo di comportamento passiamo alla prossima domanda:
3) Quanto incide secondo te l’editore su un libro? Cosa ti ha spinto a scegliere Fara?


Torniamo allo stesso punto: la sensibilità. Alessandro Ramberti (l’editore), è una persona che riesce a trasmettere emozioni. Ha un grande rispetto per il lavoro degli autori, i suoi suggerimenti sono sempre “misurati”, riesce a selezionare opere che arricchiscono il lettore, e poi, sapientemente riesce ad unire tutti con la sua instancabile voglia di fare.


Personalmente apprezzo molto il rapporto che si instaura tra l'autore ed Alessandro, perchè il più delle volte va oltre il semplice contratto di lavoro.
La prossima domanda è più semplice....
4) Quale romanzo avresti voluto scrivere?


I ragazzi della via Paal (di F. Molnar). Una storia di ragazzi che insegna molto ai grandi. Un capolavoro.


5) C’è un autore da cui prendi spunto nella stesura dei tuoi romanzi?


No. Io “scrivo come mangio”, non potrebbe essere diversamente. Mi spiego: non è presunzione, ci sono tanti autori che ammiro, ma non potrei mai cercare di emularne uno; come dicevo: è la mia personalità che muove la tastiera e non potrebbe essere altrimenti.


6) Nei tuoi libri, come nella risposta alla domanda numero 4, ho riscontrato una netta predisposizione all’ambito sociale, è un tuo modo di riportare alla luce dei fatti, o riportare una riflessione al lettore?

Entrambe le cose. Prendo il quotidiano che più mi coinvolge, prendo un’esigenza che viene da un momento particolare, da un periodo contrassegnato da fatti importanti e cerco di trasformare l’emozione che viene in una possibile storia. È, in ogni caso, anche una speranza. La speranza che qualche lettore si fermi, colga l’occasione per riflettere, per discuterne magari con qualcuno. Questo è l’obiettivo: stimolare la riflessione e il dialogo.


Anche tu avrai oltre al periodo anche una _base_ di appoggio, un suporto, quindi:
7) Chi è la prima persona (oltre te) a leggere i tuoi scritti?


Mio marito, mia sorella, i miei genitori. Sì insomma, i fan più accaniti!



8) Qual è il sogno della scrittrice Laura Bonalumi?


Riuscire a trasmettere emozioni.



Sarebbe scontato, ma te lo assicuro che il tuo sogno è costantemente avverato....
9) Cosa vorresti da un lettore?


Grazie: mi sono emozionato.


Ti accontenti di poco eh?
10) Cosa ti piace di più del tuo modo di scrivere?


La sincerità. L’onestà della parola. Un caro amico, Alberto Mori, poeta eclettico, un giorno, a proposito della scrittura mi disse: “Il mare è il mare”; e così deve essere.


Siamo agli sgoccioli Laura, andrei ancora più sul personale per la prossima domanda:
11) In realtà chi è Laura?


Questa è una domanda alla quale non so rispondere. Conosco abbastanza bene me stessa, ma non riesco ancora a “raccontarmi”. Penso sia pudore.



C'è chi dice che ognuno è ciò che scrive... ma altrettanto vero forse che ognuno è ciò che legge....
12) Cosa legge Laura nel tempo libero?


Mi piace la letteratura americana: Cathleene Shine, Ann Patchett (l’ultimo romanzo Corri è molto intenso). Cerco storie di donne, racconti che mi portino nelle città del nord America. I classici sempre da rispolverare, e poi, gli autori Fara, non per ruffianeria, piuttosto per puro e sano piacere: difficile la scelta per un primo in classifica.


Ultima domanda, semplicissima
13) Cosa ti aspetti da questa intervista?


Le interviste le vivo più come un dialogo, meglio, come una grande occasione per poter raccontare un po' di me, cosa che non riesco a fare con disinvoltura, con semplicità. Mi auguro di aver sfruttato al meglio questa opportunità.


Sono felice di aver avuto io l'opportunità di mostrare un lato di Laura che forse non è ancora uscito direttamente. Ho voluto intervistare l'autrice, e non l'autrice del libro Fragile o di Wild Iris o de Gli occhi del mondo.
I libri sono talmente belli che parlano da soli, e ritengo giusto mettere in "mostra" per un attimo chi ha dato vita a queste opere.
Grazie Laura

Nessun commento: