mercoledì 5 marzo 2008

Due libri, un'autrice

recensione di Nino (Nicola) Di Paolo pubblicata in




Piccolo Canzoniere di Città, del 2005, e Storie con un altro finale, del 2007, entrambi pubblicati da Fara, di Santarcangelo di Romagna, sono le due opere edite di Barbara Rosenberg, milanese del 1971, con le quali essa presenta al lettore la sua sensibilità poetica, benché utilizzi soprattutto la forma della prosa narrativa.
In Piccolo Canzoniere di Città, raccolta di diciassette racconti su personaggi che vivono tra i petali della città di Milano, la cui pianta urbanistica ricalca quella di un fiore, con un suo centro e, per l'appunto, una corolla di petali che corrispondono alle direttrici stradali che, dalle periferie, quel centro raggiungono, sono presenti anche alcune poesie, benché le storie più ricche di senso poetico, per me, siano proprio quelle presentate in forma narrativa.
I protagonisti dei racconti sono persone umili, che vivono anche solo cercando di sopravvivere, o di morire senza far rumore; non vi è un solo lustrino, una sola paillette, eppure Milano ne viene fuori ben disegnata riguardo alle relazioni tra le persone che la abitano.
Ogni racconto narra una storia che avviene in un diverso quartiere, in un diverso petalo di quel fiore.
La poesia pervade soprattutto la descrizione dell'animo dei protagonisti dei vari racconti, senza farsi sopraffare dalla diffusa presenza della Città, mai incombente, discreta.
Il libro comprende anche una parte con una silloge poetica di Andrea Parato dal titolo Da luoghi intavisti ed un'altra con poesie di Alessandro Ramberti, l'editore, dal titolo Tela di bordo, composizioni nelle quali Ramberti usa le lettere "inutilizzate", in italiano (X, K, W, J), per rappresentare i suoni composti da più lettere o vocali "lunghe" ( sc, ch, u, i ) realizzando un esperimento ortofonetico più che gradevole all'occhio.

Storie con un altro finale è la riscrittura (con un altro finale) di alcuni miti e di alcune fiabe: la storia di Ulisse e Polifemo, della Medusa, di Cappuccetto rosso, di Sacripante e Lisistrata.
Qui l'obiettivo (raggiunto) è quello di spogliare ciascuno dei personaggi dalla corazza dello streotipo, e lasciarlo solo, davanti al lettore, con la nudità dell'anima, che il lettore stesso riconosce uguale a quella della propria anima e di sdrammatizzare storie tremende.
Il libro è illustrato dai coloratissimi disegni, in pop-art, di Massimiliano Parazzini.

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