venerdì 8 marzo 2024

 PROPOSTA IN BOZZA. All'Istituto Alberto Marvelli a Gabriele Trivellin ai Vescovi per atto sinodale formale - CONFESSIONE FRA FORMALISMO E REALTA' - Nel sacramento della confessione, così come negli interrogatori di giustizia, si mette in evidenza un sistema che si basa sull'ipostasi delle 3 SOSTANZE principali del mondo intellegibile: l'Uno, l'Intelletto, che procede dall'Uno e l'Anima, che procede dall'Intelletto e questo atto ha una importanza decisiva, perché designa un essenza che non é generale, ma è invece personale per dei caratteri specifici delle 3 persone trinitarie: Padre, Figlio e Spirito Santo. Bisogna però capire in maniera profonda se si intendono i caratteri delle 3 persone in senso negativo come fa un certo parroco (probabilmente) attivando nei suoi giudizi sui comportamenti delle persone ed anche sui suoi atteggiamenti la parte più formale, mentre (in rappresentanza) cari Vescovi Turazzi, Delpini e Anselmi nell'epoca moderna non ci deve essere nel sacramento della confessione una assolutizzazione del principio relativo. Infatti caro Marco Zamparetti, secondo te è adatto a confessare un parroco che guarda se tu fai una pieghina ad un libretto usando in maniera smodata e aberrante il formalismo del rigore deduttivista per cui se tu ti comporti in codesto modo sei anche una cattiva persona e non sappia invece dare la definizione più appropriata di persona maldestra?? Altro interrogativo ad Andreoli o agli psicologi in genere non si rischia di strumentalizzare troppo un atto di virtuosismo nei sistemi esclusivamente formali se poi non si riescono ad applicare all'esperienza reale e tangibile?? L'uomo è fallace e quindi altra domanda, come fa un individuo a riconciliarsi con un altro se costui non ha compreso la motivazione del suo modo d'essere e pretendere di avere ragione se poi non usa l'oggettivazione concreta della misericordia e dell'empatia?? A queste domande ha tentato di rispondere un certo Hilbert David con una scienza delle conseguenze basata su assiomi puramente logici, dove si evidenziano delle entità che esplicano ipotesi che servono 1) avere una formalizzazione sufficientemente sviluppata; 2) avere una analisi delle formalizzazioni allo scopo di mostrarne l'intrinseca NON-contraddittorietà; 3) costruire una serie di proposizioni tipo quella dell'atto di dolore "PROPONGO CON IL TUO (inteso confessore, fratello e sorella, inteso come rappresentante della comunità) SANTO AIUTO DI NON OFFENDERE MAI PIU' NE' IN PENSIERI, PAROLE, OPERE O OMISSIONI E DI FUGGIRE LE OCCASIONI PROSSIME DEL PECCATO E DELL'INGIUSTIZIA!!"; 4) usare come discriminante di giusta proposizione-atteggiamento la non contraddittorietà per l'accettabilità sia a livello razionale che a livello morale. Ora bisogna risolvere il problema della non-contraddittorietà, studiando meglio il concetto di DIMOSTRAZIONE come concetto epistemologico di CIRCOLARITA' della dimostrazione per cui solo con la dimostrazione piena di pentimento e di comprensione CONSAPEVOLE del danno provocato all'altra si può veramente perdonare e cancellare la colpa se no si adotta solo un frammento e poi il sacramento della confessione così come il percorso terapeutico psicologico diviene fine a sé stesso e perde del suo scopo principale che è quello di avere la corretta risonanza, il corretto effetto non solo sul reo confesso, ma anche per circolarità sugli altri che lo incontrano e che riescono ad individuare in lui dai suoi atteggiamenti la reale contrizione di cuore ed il dispiacere senza dei quali non ci può essere perdono e pace interiore, tanto più che è lo stesso Gesù a spiegarci che se si ha qualcosa contro un fratello, o sorella si deve lasciare l'offerta che si sta facendo e prima ci si deve riconciliare con costei se no è contraddittorio fare la comunione con Gesù se non riusciamo a comprendere lo stato d'animo frustrato e svilito o la sensazione di sentimenti sminuiti da parte di un altra che viene sempre messa alla berlina ed usata, dunque, come capro espiatorio ed oggetto di sfogo delle proprie repressioni o peggio come transfert delle proprie mancanze e lacune. Perciò si deve imparare meglio l'equilibrio temporale cioè il perdurare e il persistere nella volontà di fare bene, di non guardare troppo alla pagliuzza della sorella e di vedere se nella propria coscienza c'è una grossa trave che ci impedisce di comprendere l'altra nella sua essenza e modo di fare. Il termine Grazia del perdono ora viene sviluppato meglio nella natura effettiva (mai risolto e apparentemente risolvibile) di come preservare la presenza benefica di Cristo non solo durante la confessione, ma dopo, o meglio di come avere il giusto effetto del sacramento per poter trasformare il reo confesso e gli altri con lui in creature convinte dell'amore salvifico che sa vincere il male e la morte. Questo fatto si ottiene non nel semplice aiuto all'obbedienza di precetti, di regole o di virtù, ma si ottiene principalmente per 2 fasi: PREVENIENTE di ordine alla conversione del pentimento e della consapevolezza di aver sbagliato e provocato un danno ed un problema serio ed importante che si è riflettuto non solo nella vita dell'offeso, ma anche in quella di tutta la comunità e poi la fase SUSSEGUENTE in cui si riscontra la vera efficacia della Grazia che sta nella risposta positiva umana che seguendo l'onnipotenza divina rimane libera nell'espressione del suo amore, sentimento ed emozione e questo in base al concilio di Orange e successive elaborazioni che hanno sottolineato in grassetto la piena partecipazione dell'uomo alla natura divina e la sua elevazione per trasfigurazione che non cancella la natura umana con i suoi difetti caro parroco formalista, ma semplicemente la sa tradurre in atti che sanno ATTENUARE la nostra parte pessimistica della caduta originale facendola diventare un burrone originale, invece che una buca o meglio mancanza. La Grazia fa parte dell'uomo solo se lui la sa integrare, accogliere, sostenere altrimenti si crea troppa distanza e discrepanza tra Dio e l'essere umano ed è per questo che un sacerdote un giorno a detto che non sarebbe mai riuscito a credere in un Dio se non fosse diventato veramente una persona di cui egli realmente si può cibare e di cui può bere il sangue perché il sacramento della riconciliazione è fatto di sostanza più che di forma, di conclusione e di soluzione più che di assoluzione. GRAZIE. 

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