venerdì 1 marzo 2024

 Per Andrea Nembrini e la scuola don Giussani di Kampala in Uganda - IO VALGO PER IL FATTO DI ESSERE NATA. Sai quante volte mi son dovuta dire "Io valgo per il fatto di essere nata"? Tutte le volte che incontravo sguardi indifferenti, compassionevoli e commiserevoli che mi vedevano come se fossi feccia; tutte le volte che sentivo parlare solo di denaro, di soldi che possono risolvere i problemi e di donazioni per chi sta peggio di noi, ma poi non capivano mai l'avidità e la cupidigia che uccide e dilania dentro, non vedevano mai la melanconia ed il senso di abbandono. Mi ripetevo che valevo per il fatto di essere nata, non tanto perché dovessi usare vestiti e scarpe riciclate dalla sorella maggiore che veniva sempre al primo posto, e nemmeno perché dovessi accettare quel feticismo di stracci accumulati nel ripostiglio, quei tubetti di dentifricio strizzati fino all'ultimo, quei tappeti da doccia tagliati a metà o quella bacinella per lavare i piatti consumata fino allo spasimo o ancora quella scopa ormai consumata fino all'esaurimento, no non era per questo che mi ripetevo il ritornello che valevo per essere nata, me lo ripetevo perché sentivo la miseria interiore che mi schiacciava, che mi opprimeva di giorno in  giorno e avvertivo che non ci sarebbe stato denaro o ricchezza al mondo che l'avrebbero mai potuta colmare e che avrebbero mai dato il giusto valore alla parola dignità. Infondo, alla povertà esteriore ci si abitua, chi nasce fortunato e chi no così va la vita, chi ha dei privilegi e chi no così vuole il destino che ti dice che tipo di persona dovrai essere, se quella che farà sacrifici per una vita senza avere molto fra le mani, e vivendo con magre consolazioni oppure invece se potrai avere successo e diventare importante tanto da avere l'applauso o di salire sul podio vincente più alto per il premio vivendo già quaggiù il paradiso, sì alla povertà esteriore si riesce a sopravvivere e alla fine la si accetta pure rassegnandoti ad essa come una cosa che non potrà mai cambiare, però, invece, alla miseria interiore non ci si abitua mai e non c'è denaro o ricchezza che la possa sconfiggere o superare perché la miseria interiore ti illude che tu ce la possa fare, ma alla fin fine è menzognera e ti mette davanti solo una utopia e tu cadi dentro quella sporca e buia buca della follia di essere emarginata, di essere calpestata e poi dimenticata persino da Dio. No, non c'è denaro che possa saziare mai la sete di gloria e di prestigio di quelli che sono i tuoi padroni e che tengono la tua vita in pugno, svilendola con le loro promesse che domani andrà meglio, che potrai avere un buon futuro, quando ti accorgi intorno che le cose non cambieranno mai di molto e che tu rimarrai sempre un individuo di serie B ed uno scarto della società e che non ci sarà mai denaro o sostegno che possa riportarti a galla e fare in modo che tu domani ti risvegli in un mondo migliore e possa vivere decentemente così come hai sognato e possa dimostrare al mondo quello che vali con le tue capacità. Invece sai ti impediscono di poterle usare le tue capacità e ti ostacolano nel tuo progresso perché spetta prima ai privilegiati avere i posti migliori, mentre tu ti devi sempre accontentare di avere un posto di seconda categoria e questo non cambierà mai e tu rimarrai sempre in panchina ad aspettare un giorno che non arriverà mai, il miracolo che non ci sarà mai e che nessuna coppa potrà mai farti vivere perché tu sei figlia del fango, sei una persona fatta di polvere e cenere e così devi rimanere fra la feccia. No, non c'è denaro, né scuola che ti possa insegnare a sconfiggere il mostro della miseria interiore e a superare il domani con la speranza di poter avere un minimo barlume di possibilità che tu possa uscire da quella prigione che ti soffoca, da quella depressione che ti lacera giorno, dopo giorno e momento dopo momento là dove riesci solo a sopravvivere con l'istinto di conservazione e alla fine ti abitui a non volere altro e a rassegnarti. No, non c'è denaro o ricchezza che possa colmare o risolvere quel tuo sentirti sempre inadeguata, quel tuo vederti sempre sminuita ed il fatto che dovrai sempre ricevere batoste e che su di te riverseranno sempre le loro colpe perché lo sanno da dove provieni, lo sanno che tu vivevi nella feccia e lì dovrai sempre rimanere, in quel buco di quella follia, dove nessuno mai ti vede, dove tutti ti rifuggono e nessuno ti vuole mai risollevare. Tu sei come quella bambina pazza e nuda dentro che non conoscerà mai l'amore di un giorno di calore umano, di un giorno di bellezza di accoglienza di un raggio di sole d'amore, tu sei come quella bambina fra la follia dell'impassibilità di chi ti calpesta e mai ti vede e di chi mai con te niente condividerà e rimarrai nuda lì ad aspettare che qualcuno ti veda e ti soccorra, in quella latrina dove ti hanno confinata ad essere peggio di una scrofa che mai si risolleverà. No non c'è denaro che possa risarcire tutto il dolore che hai vissuto, il male patito fra la malattia e l'egoismo, fra quel sentirti sempre sminuita e meno di niente e divenire una colpa, una cosa mal riuscita, no credimi, non ti puoi mai illudere di essere considerata ed è per questo che per sempre e per tutta la vita finché muori ti dovrai ripetere "IO VALGO PER IL FATTO DI ESSERE NATA"!!

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