LA RISONANZA DELL'AMORE. Marco si era accorto che non aveva mai imparato bene come leggere i brani in quanto il professor Nicolò in una lezione molto importante di cui conservava gelosamente gli appunti, gli aveva detto che spesso non si conoscono bene i termini di òros cioè quelle espressioni che all'interno di un brano possono figurare come soggetto o come predicato in una proposizione categorica (es. uomo e razionale da cui deriva la deduzione "Ogni uomo è razionale"). I termini all'interno di un brano possono essere minori o maggiori per termini soggetto e predicato, mentre diviene molto importante oggi caro Zamparetti Marco il termine MEDIO che è quello che compare soltanto nelle premesse. In un senso più ampio, si chiamano termini tutte le espressioni semplici dotate di un significato autonomo per cui si distinguono termini categorici che sono quelli significanti per sé stessi come il termine uomo nella topica "Gesù è vero Dio e vero UOMO" e termini sincategorematici che hanno significato solo se connessi e legati ad altre espressioni come ogni, e, oppure che può trovarsi nella topica "Gesù è vero Dio e vero uomo in OGNI uomo". In logica matematica si usa l'espressione termine singolare che riguarda un linguaggio formale che serve a denotare elementi dell'universo di discorso come le variabili individuali che servono ad una relativa assegnazione che possa dare significanza a costanti individuali, funzionali per combinazioni di costanti funzionali con un numero appropriato di termini. Perciò quando si medita con la bocca si parla di atto VERBALE presente a livello delle SENTENZE dove l'intestazione è importantissima e recita "In nome del popolo italiano" e contiene anche l'indicazione dell'autorità che la pronuncia; inoltre vengono pronunciate le generalità degli imputati e le identificazioni personali come eventuali soprannomi che valgano ad identificarlo tipo "Gesù di Nazareth, detto il Re dei giudei figlio di Giuseppe il falegname e di Maria di Betlemme"; si indica l'imputazione del tipo "Si è dichiarato figlio di Dio e Salvatore degli uomini dal peccato e dalla morte"; si indicano le conclusioni "E' stato condannato sia alla tortura che alla morte in croce"; la concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la decisione è fondata, con l'indicazione delle prove testimoniali e documentali poste alla base della decisione e l'enuinciazione delle ragioni per le quali il Giudice ritiene non attendibili le prove contrarie; il dispositivo con gli articoli di legge applicati; la data e la sottoscrizione del Giudice per la topica "Dare soddisfazione alle vittime, ai sofferenti ed oppressi che la giustizia sia compiuta e che con il sacrificio, morte in croce di Gesù poi si giunga a vincere la morte ed il maligno". La sentenza che viene letta in tribunale e quindi udita dalla rappresentanza del popolo riunito, è sottoscritta dal presidente e dal giudice estensore, i quali prima di sottoscrivere, verificano la corrispondenza dell'originale alla minuta. Un altro punto saliente poi delle pronunce va fatto a livello dei comizi politici o dimostrativi nelle pubbliche piazze per cui la storiografia ha stabilito dei commentatori come tipica forma letteraria con cui si esprime l'attività scientifica e con cui si esprime la dialettica o la scolastica per una più approfondita applicazione caro Sangiuliano del patrimonio logico già adoperato dai glossatori. Oltre alle differenze rilevabili nei modi dell'insegnamento e dell'esposizione del testo ciò che fa la differenza è l'atteggiamento spiritualistico rispetto al corpus iuris studiato, sia pure sulla base di un rigoroso ossequio formale per cui ad un certo punto alla domanda di un sacerdote anziano sul perché nel salmo ci fosse l'indicazione che si medita meglio con la mente una giurista avrebbe dovuto rispondere "Ce lo dica lei, il perché dato che la sua domanda è molto probabilmente retorica e lei NON vuole affatto dare soddisfazione se non al suo ego visto che lei per preparazione ed esperienza, ne sa sicuramente più di noi e quindi noi poi riporteremo paro, paro ed impareremo a memoria paro, paro ciò che lei asserisce fidandoci pienamente della sua competenza in materia". Si può dire che i glossatori aprirono la strada maestra ai commentatori che la percorsero fino in fondo, nonostante gli osteggiamenti sollecitati più che altro dalla realtà sociale e politica nella quale erano immersi e nelle cui istanze avevano vivissima coscienza per cui sempre la giurista al sacerdote doveva forse dire in maniera sarcastica "Possiamo chiedere l'aiutino a casa per rispondere alla domanda, oppure possiamo farci una nostra idea di valore giuridico per riuscire a vincere i soprusi, gli abusi di ufficio (anche ecclesiastico) e gli atti censori riguardo a chi ha valevoli idee senza incorrere così nell'atto pregiudizievole??" In caso di contrasto con la legge vecchia di secoli e seculorum e la realtà della vita moderna, la vecchia scuola deve cedere il posto a proposizioni che potessero essere di migliore coordinamento con le nuove discipline per sviluppare una nuova disciplina giuridica dove si installano una serie di operazioni logiche per ricorso di nuove attività interpretative della dialettica che fossero di fondamento alla migliore manifestazione tecnica per riflessi che possano cogliere la maggiore libertà di attribuzione di valore sussidiario, ovvero ratio scripta, cioè un complesso importante di principi di GIUSTIZIA che comporti maggiore EGUAGLIANZA e che non riduca la cultura giuridica e nemmeno quella letteraria in cenere o peggio in letame. Gli impulsi innovatori sono validi argomentativi del perché NON si può, NON si deve MAI, MAI, MAI rinunciare alla libertà di espressione che libera le idee da una oppressiva condizione.
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