lunedì 19 febbraio 2024

 LA COSCIENZA GNOMICA. Orazio era uno gnomo che si guardava allo specchio per avere la consapevolezza del distacco da una generazione precedente; ciò comportava, da un lato, che si allontanasse da una dottrina di squisita abilità intellettuale, dall'altro, l'insistenza su nuovi ideali etici, oltre la coscienza di un lavoro tecnico nuovo. Ciò non significava affatto rinnegare il peso degli insegnamenti appresi dalla tradizione letteraria e matematica, ma significava piuttosto attuare un confronto diverso di interpretazione. L'atteggiamento sentimentale ed i valori dell'amore platonico erano scomparsi ed ora pareva esserci una maggiore necessità di raccoglimento in sé, perché c'era la volontà di misurarsi con i temi della precarietà della vita, della meditazione attinente alla realtà che soggiace e si suggestiona all'erosione delle cose dove l'invito è quello di cercare di superare il possesso dell'attimo e di ciò che è stato goduto, di cui si può, per un momento baluginante, essere padroni. Ecco perché è così difficile distinguere il momento in cui attendere ed il momento in cui agire, l'attimo in cui esprimersi e quello in cui sapersi contenere nelle proprie emozioni. Infatti, la sfera dei valori, il presente ed il quotidiano sono la sfera immediata che viene sempre insidiata dalla gelosia e dall'invidia dell'immanente NON.-essere e della mancanza di equilibrio interiore. I sentimenti impastati con uno sfondo tragico e poco autocritico hanno poi esplosioni vistose, così come non si prestano molto a programmi esterni di giusta restaurazione morale: da qui le ambigue adesioni ad un programma di freddezza decorativa e più che altro celebrativa, invece che civile che riesca a fuoriuscire dalle forme scomposte cercando un dialogo più intimo e maturo in cui ritrovarsi. C'è bisogno di calma e di tolleranza intorno e c'è bisogno di costruire il nido della esperienza umana, interiorizzata in una sorta di ascesi contemporanea che contenga anche una garbata polemica contro il proposito peripatetico e commiserativo delle più importanti questioni e dei principi del mondo in genere. C'è bisogno di una nuova concentrazione espressiva, di rigorose proprietà sia linguistica che logica, nel suo ordine compositivo di chiarezza, di costruzione dei periodi calcolati da evidenze nitide di ogni elemento; per un fine considerato maestro che sia senza limiti e confini di sorta. C'è bisogno di un taglio morale che abbia un influsso di struttura profonda e durevole nel tempo e nello spazio, di testi inderogabili che cerchino soluzioni al disagio e alle difficoltà del vivere, che riescano a superare almeno in parte le crisi e il declino della fortuna, le difficoltà di comprensione fra le parti poste in gioco, di considerare e prevedere cambiamenti di gusto intervenendo con una nuova sensibilità moderna e più attuale. C'è bisogno di vivere un nuovo respiro che vinca la dissoluzione ed il delirio della decadenza umana, che riesca a trovare una filosofia aperta per guardare al fondo dell'esistenza divenendo capace della scoperta del vero che superi la fragilità e vulnerabilità umana. C'è bisogno di una nuova tensione emotiva ed immaginativa dello specchio gnomico che parla alla coscienza con un linguaggio convincente e coinvolgente della passione dell'anima che avvolge, che libera e che speranzosa cammina libera nell'impronta di una parola che dia una forza propositiva, educativa del senso sorvegliato che si riconduca all'esperienza dei giovani che vogliano realizzarsi divenendo autonomi ed indipendenti con la visione di una linea contributiva preminente che sappia sfociare in un riflesso di pluralità ed infinità. Lo gnomo si guardava allo specchio, ma non si sentiva deforme e nemmeno brutto, solo si sentiva strambo e particolare, ma essere così non può fare male, essere così può essere originale, essere così può essere nuovo. E quando arrivava il tramonto lo gnomo allo specchio non vedeva mai il buio, ma vedeva la seppur soffusa luce della luna che lo invitava a trovare la sua poesia, che lo invitava a lanciare il grido del suo verso nell'aria e verso il cielo per far capire al mondo che l'amore infondo è anche solo un riflesso che ha valore proprio perché sa espandersi dal poco per diventare grande e molto nello specchio di un altro che poi lo trasformerà in principe e principio di nobiltà. 

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